Prologo.

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Il mondo, le persone che ci circondano, le cose belle e le cose brutte... formano un'unica cosa: la vita. Quest'ultima però, ha dei ritmi ben precisi, e tu, piccola formica, briciola, granello di polvere nel vento, ti ritrovi a dover fare troppe cose in troppo poco tempo; cammini per strada e vedi tutti i tipo di persone: la ragazza che messaggia, l'anziana signora che è andata a prendere i nipotini a scuola, la donna con le buste della spesa, i ragazzi che giocano a calcio, l'avvocato in giacca e cravatta impegnato in una telefonata di lavoro... Ricchezza e povertà, vita e morte, tristezza e felicità.
A volte mi diverto sedendo su una panchina e studiando le persone intente a proseguire la propria vita, ignare di essere osservate da me che immagino le loro giornate, la loro vita,i loro ritmi, le loro abitudini, le loro attuali condizioni emotive.
Ma devo stare attenta a non sedere troppo a lungo, perché la vita va veloce, non ti aspetta, tu devi correre, stare al passo con lei, se resti indietro non c'è nessuno ad aspettarti, il mondo continua a girare, con o senza di te.

Ogni essere umano almeno una volta nella vita si chiederà perché è nato, qual'è la sua parte in questo mondo troppo piccolo per le troppe persone che lo abitano.
Io vorrei diventare una scrittrice, o magari un medico. Non lo so, di certo una di queste due opzioni, sicuramente banali, sicuramente noiose, o almeno questo è ciò che so che voi credete, ma "mai giudicare un libro dalla copertina", perché l'abilità dello scrittore la troverai all'interno e non in un disegno fatto da un pessimo grafico o in un titolo scritto in qualche font stravagante.
Quante volte ci capita di giudicare qualcuno o qualcosa senza conoscerlo realmente. La sua prima parola, la tua prima parola, segnerà il tuo destino con qualcuno.
Bene, ora ci voglio porre una domanda..: secondo voi, "perché alcune persone si odiano così tanto da diventare autolesioniste, o magari anoressiche?" Io non so rispondermi.
Sai, io ero un autolesionista ma non c'è cosa al mondo che mi renda più felice del poter usare il passato, io sono uscita, sono uscita da quella foresta buia, oscura, che sembra non avere una fine, talmente buia che non vedi dove metti i piedi e allora cadi, una, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto, nove, dieci- wow, so contare fino a dieci;qui ci vuole un applauso.- volte, e ogni volta che cadi e ti rialzi sei un po' più debole, un po' più fragile, una briciola un po' più piccola di prima, finché la briciola non si sgretola del tutto. Ma no, io non so perché la gente si odia così tanto, io non sono masochista, io non mi diverto così, non mi odio così, solo che a volte la vita fa così schifo, che sono convinta che sia un incubo, e allora mollo tutto, la voglia di piangere e mandare tutti a fanculo in quel momento prevarica su qualunque altra emozione, qualunque altro pensiero, e allora, allora ci sono i miei amati braccialetti, che picchiettano sulla mia pelle bruciata e mi provocano dolore e allora ricordo, ricordo che questa è la vita, è una, e va vissuta, va vissuta veramente, prendendo le cose belle e quelle brutte indifferentemente, così come vengono, senza fare troppe distinzioni. E se te lo stai chiedendo si, mi bruciavo, un tempo, ora ho smesso, prendevo un pezzo di metallo, lo riscaldavo con l'accendino e lo premevo con forza sul mio braccio, faceva più male dopo, quando serviva veramente, a svegliarmi dal mio incubo, a ricordarmi che se affondavi sarebbe stato per sempre ma beh.. Io sono uscita da quella foresta, e questa, questa è la storia di come ci sono riuscita.

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