Serate alternative

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Giacomo era un semplice operaio.
Lavorava 6 giorni a settimana, solitamente tutto il pomeriggio, e tornava a casa la sera.
Quel freddo giorno di gennaio non fu, fino a quel momento, tanto diverso.
Uscito da lavoro alle 21:00 in punto decise che non aveva nessuna voglia di andare a casa a cucinare, ma aveva una gran fame.
Se avesse avuto l'occasione avrebbe mangiato all'istante anche 2 kili di bistecca,preferibilmente al sangue, come piaceva a lui.
Decise di andare in una pizzeria a 5 minuti a piedi da dove lavorava, cosi fece.
Era un locale rustico e di dimensioni ridotte, la signorina Lia, proprietaria del negozio da oltre 30 anni, era un anziana signora di quasi 70 anni, costantemente seduta dietro la cassa.
Giacomo ordinò una pizza al salame piccante versione maxi, ovvero più grande e con il doppio del condimento, il tutto accompagnato da una birra alla spina ghiacciata.
Divorò tutto come avrebbe fatto un orso appena uscito dal letargo e, con molta calma, uscì dal locale e si diresse verso la sua macchina.
Lui non fumava molto, circa 5-6 sigarette al giorno, e ora si accingeva ad accendere la penultima sigaretta della giornata - L'ultima sarebbe stata quella prima di addormentarsi, come una sorta di buonanotte-.
Si diresse verso la macchina, che era parcheggiata nel parcheggio all'ingresso della fabbrica in cui lavorava; camminando notò con la coda dell'occhio una strana ombra su un lampione.
Il suo cuore iniziò a battere come dopo una maratona, un senso di inquietudine gli pervase l'animo.
Era come un uccello, alto secondo lui quasi 1,90 metri, poteva vedere chiaramente le grosse ali e le lunghe piume su tutto il corpo.
Girò d'istinto lo sguardo facendo finta di non aver visto nulla, nella sua testa partirono le teorie più bizzarre, pensando a mostri sconosciuti che aveva visto in qualche programma TV dell'occulto.
Il suo passo si fece sempre più svelto e decise che non avrebbe più guardato indietro verso quell'essere.
Tra se e se pensò che quello che aveva visto era probabilmente frutto di un gioco di ombre, non era convinto di ciò, ma era quello a cui voleva credere; la pizza nel suo stomaco iniziava a salirgli in gola, come se stesse per rimetterla da un momento a un altro.
Arrivò al parcheggio e fece uno scatto verso l'auto, ci si buttò dentro e si chiuse a chiave.
Per distrarsi da quello che aveva appena visto decise di mettere un cd con tutte le top hit anni '80, si avviò e nel frattempo cominciò a diluviare.
Casa sua distava circa 30 minuti, il percorso da fare sussisteva in una strada stretta immersa in una fitta boscaglia, una di quelle strade con una luce ogni 10 kilometri, bisognava affidarsi unicamente ai fanali della propria macchina, che illuminavano però solo i primi metri della strada, il resto era puro buio.
Guidò per circa un quarto d'ora e allo stesso tempo cantava a squarciagola tutte le canzoni che ascoltava, storpiando il 90% delle parole; era una cosa che amava fare, soprattutto quando era soprappensiero come quella sera.
All'improvviso comparve una persona davanti a lui, ma fu una cosa così istantanea che iniziò a frenare solo dopo averla colpita.
Il botto fu fortissimo, il corpo fu scaraventato talmente lontano da non poterlo più vedere.
Scese di colpo dalla macchina che aveva un grande bozzo sul frontale e una crepa sul parabrezza, formatasi con l'impatto della testa della vittima; non aveva mai avuto cosi tanta adrenalina in corpo, iniziò a fare dei gemiti a causa dello shock che stava vivendo.
Corse in avanti alla ricerca del corpo, che si trovava qualche metro più avanti, vicino il guardrail.
Era una donna, probabilmente sulla cinquantina, deceduta sul colpo.
Immaginava che abitasse nell'unica casa presente su quel tratto di strada, una villetta indipendente color porpora.
Invaso dalla paura la prima cosa che fece fu prendere il telefono,cercando di chiamare aiuto, ma all'improvviso si fermò.
"Andrò in carcere...andrò in tribunale... mi ritireranno la patente" pensava lui a ripetizione.
Posò il telefono, salì in macchina e si avvicinò al cadavere, caricandolo poi nel bagagliaio.
Nel frattempo la pioggia stava pulendo le tracce di sangue presenti sulla strada.
Aveva deciso che non avrebbe riportato l'omicidio alle autorità, voleva evitare qualsiasi tipo di problema con la legge.
Il tutto accadde nel giro di circa 5 minuti.
Partì e decise di entrare in una strada abbandonata in mezzo al bosco, era convinto che avrebbe potuto nascondere il corpo da qualche parte, senza che nessuno lo ritrovasse mai.
Il posto che raggiunse era in effetti deserto, cominciò a scavare una buca con un pezzo di legno trovato a terra, dato che non aveva con se una pala.
Dopo circa un ora era completamente zuppo dalla testa ai piedi, a causa della pioggia incessante che continuava a scendere, il tutto si mischiava poi al suo sudore, accumulatosi anche durante le 8 ore di lavoro.
La buca che scavò non era per niente profonda, ci entrava a malapena il corpo, ma in un primo momento andava più che bene.
"Continuerò domani con la pala" pensò.
Si mise in macchina e si avviò verso casa, ma qualcosa non andava...

Continua...

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