Capitolo 8 Addio luca...

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George pov's

Sono già passati quattro giorni da quando sono entrato a far parte della community di Dream. All'inizio gli altri non si fidavano molto, ma alla fine siamo diventati tutti amici.

Mi diverto, e ho ricominciato a creare video su un mio vecchio canale. Grazie all'aiuto e ai suggerimenti di Dream e gli altri, sono salito molto in fretta con le iscrizioni, e le visualizzazioni sono aumentate moltissimo. Ora partecipo sempre nei video delle speedruun e nell'ultimo filmato sono riuscito addirittura ad ucciderlo, proprio versa la fine, prima che Dream riuscisse a sconfiggesse il drago. Siamo sempre noi tre, io, Sapnap e Bedboyhalo contro di lui. Le sue imprese sono sempre spettacolari, sempre pronto con nuovi inganni, trabocchetti e strategie, e manco a dirlo, si salva sempre. Rimaniamo tutti sempre senza parole, ma soprattutto, mi diverto tantissimo.

Da ieri è ricominciata la scuola in presenza e finalmente ho incontrato l'intera classe e alcuni professori. So di essere arrivato in questa scuola da poco ma mi sono sentito accolto fin da subito, sento che mi farò molti amici.

Ora dovrebbe venire a prendermi Clay per una passeggiata e sono super felice, e infatti, sento il citofono suonare. Mi dirigo immediatamente all'entrata per controllare dallo spioncino se e lui o qualcun altro, e appena apro la porta, vedo il meraviglioso sorriso di Clay aprirsi sul suo viso perfetto. Sento volare le farfalle nello stomaco.

George: Ciao Clay!

Non posso non sorridere a mia volta, sono felice di passare del tempo con lui, e mi piace sapere che, nonostante non ci sia con noi Nellie, tornata a casa con la sua padrona, Clay abbia lo stesso voglia di uscire con me.

Clay: Ciao George come va? Che dici, andiamo?

Afferro la giacca e la mascherina ed esco salutando i miei. Appena chiudo la porta alle mie spalle iniziamo a parlare liberamente del più e del meno, incamminandoci verso l'entrata del parco.

Trascorriamo un pomeriggio più che piacevole e quando usciamo dal parco, sento Clay fermarmi di colpo afferrandomi per una manica della giacca. La cosa mi stupisce, non è solito il contatto fisico tra noi. Mi giro e lui inizia a parlare, tentenna, sembra mi debba dire qualcosa di importante.

Clay: George senti...ehm...è da un po' di tempo che voglio dirti una cosa...io...in realtà io...ecco... sono...

Sta per dirmi qualcosa ma sembra indeciso, mi sembra decisamente in difficoltà e giurerei che stia arrossendo. Veniamo interrotti da una voce anziana alle mie spalle. La voce mi ricorda qualcuno e infatti, quando mi volto, scopro che si tratta del mio vicino, il sig.Ernesto.

Vicino Ernesto: George come stai? Ecco, devi sapere una cosa importante. Forse non lo sai ancora, ma mia moglie, stamattina, ha visto un gatto morto davanti al benzinaio. Mi ha confidato che assomiglia molto al tuo, ne è certa al 99%. Forse e meglio se vai a controllare.

George: Cosa?

Non può essere vero, smetto di respirare. Non mi accorgo ma ho iniziato a correre e faccio segno a Clay di seguirmi. Dopo pochi isolati, mi trovo davanti all'entrata del benzinaio, osservo in giro, sento la presenza di Clay accanto a me, ma la mia attenzione è unicamente rivolta a cercare il gatto, quel gatto che sicuramente non è mio, non può essere il mio, è sicuramente un errore, spero con tutto il...

Appena giro l'angolo rimango come pietrificato. Vedo un gatto sporco di rosso scarlatto, la testina piegata in modo strano, sdraiato a terra, immobile, morto.

George: No, no, no! Non sei tu, dimmi che non sei tu!

Mi avvicino lentamente passo dopo passo, senza perdere ma di vista l'animale esanime. So che è Luca, lo so da quando ho visto il batuffolo di pelo sull'asfalto, il suo pelo folto grigio e nero, il suo collare rosso, ma il cervello fatica ad accettare ciò che il mio cuore sa.

Mi rassegno a malincuore. È lui, era lui, non lo so più. Mi abbasso lentamente per accarezzargli il pelo, sento che sto per mettermi a piangere quando sento una presenza alle mie spalle. Clay si inginocchia accanto a me, mi giro di scatto con la vista offuscata per le lacrime. Non riesco a smettere di singhiozzare, e Clay mi prende tra le sue abbraccia. Non me lo aspettavo, e senza pensarci, affondo il viso sul suo petto e sento la sua mano accarezzarmi i capelli delicatamente. Ci ho provato ma non sono riuscito a trattenere le lacrime. Mi sento stupido nel singhiozzare come un bambino, ma sono certo che Clay non mi giudicherà per questo.

Resto così per qualche instante finché Clay non smette dì accarezzarmi e mi allontana dolcemente. Nella mano regge un sacchetto, non so da dove l'abbia tirato fuori, ma il mio stomaco si annoda quando realizzo a cosa può servirmi.

Clay: Vuoi che lo faccia io?

George:  No, devo farlo io.

Ripongo con cura Luca ormai freddo, rigido e privo di vita all'interno del sacchetto e ci dirigiamo verso casa. Per tutto il tragitto non apriamo bocca, non riesco parlare. Appena arriviamo suono il campanello e dopo pochi istanti, mia madre si affaccia alla porta. Appena mi guarda in faccia capisce che qualcosa non va, e infatti, non riesco a trattenermi e ho iniziato a piangere di nuovo.

Clay pov's

Appena usciamo dal parco decido che devo dirglielo, ora è il momento giusto. lo fermo per una manica della giacca, facendolo girare verso di me.

Clay:  George senti...ehm...è da un po' di tempo che voglio dirti una cosa...io...in realtà io...ecco... sono...

Vengo interrotto da qualcuno alle sue spalle, un signore anziano sui 60anni con un cane nero al guinzaglio, sembra conoscerlo.

???: George come stai? Ecco, devi sapere una cosa importante. Forse non lo sai ancora, ma mia moglie, stamattina, ha visto un gatto morto davanti al benzinaio. Mi ha confidato che assomiglia molto al tuo, ne è certa al 99%. Forse e meglio se vai a controllare.

Il signore non ha nemmeno finito di dire la frase, che George parte a correre, rimango imbambolato alcuni secondi per capire cosa sta succedendo ma subito inizio a inseguirlo.

Appena arriviamo davanti al benzinaio vedo di sfuggita George girare l'angolo e abbassarsi lentamente a terra. Mi affretto ad raggiungerlo, spero che qual gatto non sia il suo, ma dal suo sguardo intuisco che non è così. lo guardo accarezzare il gattino, sento che sta per mettersi a piangere ma cerca di trattenersi. Mi inginocchio accanto a lui e gli avvolgo le spalle con un braccio. George si irrigidisce al mio tocco e quando si gira per guardarmi scopro i suoi occhi pieni di lacrime. Affonda la testa sul mio petto e inizia a singhiozzare come un bambino. Lo accarezzo dolcemente sulla testa per cercare di tranquillizzarlo, non posso fare altro.

Dopo un paio di minuti, dal negozio esce un signore, che probabilmente a visto la scena, e ci porta un sacchetto. Lo ringrazio con un cenno della testa, e con delicatezza allontano il mio amico e gli mostro la mano.

Clay: Vuoi che lo faccia io?

George: No, devo farlo io.

Lo osservo infilare il gattino nel sacchetto e lentamente ci incamminiamo verso la sua casa. Durante il tragitto nessuno dei due apre bocca. George mantiene il sacchetto contro il petto, abbracciandolo con entrambe le braccia. Sembra che lo stia salutando ed è una scena tristissima.

Una volta arrivati mi fermo a un alcuni passi dietro di lui e lo osservo suonare il citofono. Pochi istanti dopo ci viene ad aprire una signora sorridente, ma il sorriso si spegne appena guarda in faccia George che nello stesso istante riprende a piangere.

Mi rende triste vederlo cosi, e non so cosa fare.

La signora capendo cosa sta succedendo, afferra il sacchetto e dopo averci guardato dentro lo poggia a terra per poi abbracciare forte il mio amico e accorgendosi di me e mi fa un piccolo cenno con la mano. Anche lei appare triste e liberando George dall'abbraccio lo fa entrare in casa.

Torno a casa col pensiero di George fisso nella mente. Questa sera proverò a scrivergli qualcosa.

Sei davvero tu?  ||DREAMNOTFOUND||✨Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora