Atto 2: quando la figlia di Zeus è in pericolo

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-Calliope?-
Un uomo sui 40 era di fronte alla ragazza. Portava i capelli ricci, biondo cenere, ingrigiti sulle tempie. La barba ispida gli copriva mento e guance.
-Calliope, figlia mia, tu sei in grande pericolo...- i suoi tratti si addolcirono, quando la venticinquenne di fronte a lui lo guardó negli occhi. Il suo aspetto era alquanto bizzarro: aveva dei capelli lunghi fino alle spalle, di un color verde prato, e una leggera ricrescita biondiccia poteva notarsi verso la cute. Sulle sue braccia scoperte, diversi tatuaggi apparentemente senza significato. -cosa sta succedendo?- domandó, con la voce roca.
-Devi raggiungere le tue compagne, Calliope. Devi farlo adesso. Se siete divise siete più vulnerabili. Lei farà di tutto per trovarvi!-
-Lei... Stai parlando di...-
L'uomo la zittì,mostandole il palmo della mano, e guardandosi attorno circospetto. -sta aquisendo potere. Guarda come invecchio, mentre il mio potere viene assorbito da quella strega- così facendo, si staccó una ciocca di capelli, che si scompose in cenere.
-ma tu, piccola mia, tu puoi fare qualcosa. Ma devi farlo ADESSO!-

Caroline Miller si sveglió di soprassalto, col fiato corto. Era nello studio di tatuatori dove lavorava, e il suo amico Harvey la guardava stranito -lo sai che parli nel sonno?- sorrise, per poi ritornare al lavoro sul braccio di un uomo nerboruto, che indossava una maglietta con sopra due polli colorati. -diamine... Che dicevo?-
L'altro rise, scuotendo la testa -bah, roba del tipo "lei ci ha trovate" oppure "corri più in fretta!"- fece una pausa, asciugando l'inchiostro con un panno -dì un pó, hai sbavato sul bancone?-
Arrossendo, la giovane donna si sbrigó a ripulire il piano di legno con il grembiule, per poi aprire la porta ad una cliente sui trenta.
-la signora Kimberly?-
La donna annuì, per poi sedersi sulla poltrona da lavoro. Aveva prenotato un incontro per quella mattina, per un tatuaggio molto grande ed impegnativo. Caroline si mise subito all'opera,disegnando lo schizzo guida sulla pelle della signora. Qualche minuto dopo, Harvey diede una pacca sulla schina all'imponente uomo che aveva appena finito di tatuare, per poi salutarlo con un gioviale: -Torni presto, che di spazio cen'è!-
Il ragazzo era sempre stato un tipo scherzoso. Non si poteva fare a meno di volergli bene. Portava un taglio militare, e le numerose lentiggini sul suo viso lo facevano apparire più giovane. Si voltó verso Caroline, sempre sorridendo -hai bisogno di aiuto?- lei acconsentì, e poco dopo erano entrambi a lavoro, aghi in mano.
-allora, come ha deciso di farsi questo tauaggio?- domandó il ragazzo, cercando di fare conversazione.
La cliente non rispose.
-beh, non è un soggetto semplice- continuó Harvey, osservando le linee guida: una grande rosa con un tramonto al centro dei petali
La trentenne annuì, senza proferire parola.
-io mi occupo delle ombreggiature, vai a recuperare un pó di rosso- propose Caroline.
Già,le ombreggiature. Qualcosa la metteva a disagio in quel momento. Spostó la luce per avere una migliore visibilità, e la proria ombra venne proiettata sul muro, china sulla schiena della cliente. Un momento... Quale schiena?
Con gli occhi sbarrati, riportó lo sguardo sulla donna. Dai suoi pori colava un sudore nero pece. Per la prima volta, la trentenne parló: -ci sono problemi, signorina?- la voce fredda di lei era secca e suonava come due pezzi di polistirolo che si sfregano a vicenda. Il viso della donna inizió a mutare, assumendo dei tratti famelici e selvatici. In uno scatto di adrenalina, Caroline infilzó l'ago nella schiena della donna, che emise un ululato di dolore. Harvey si affacció dallo sgabuzzino, facendo cadere gli inchiostri per terra -ma che caz...- L'amica lo interruppe, trascinandolo fuori per un braccio. -CORRI, SBRIGATI!- gli urló.
Il ragazzo si guardô alle spalle, incredulo, mentre una specie di bestia umanoide li inseguiva: le braccia si erano orribilmente allungate, e il muso lupino era contratto in una smorfia feroce. Caroline si guardó attorno: possibile che nessuno notava quello che stava loro accadendo? I due si infilarono nella metropolitana, col fiatone. Presero il primo treno che trovarono, incuranti di dove li avrebbe portati. Poco prima che le porte si chiudessero, quella che era stata la loro cliente si addossô contro il vagone, facendolo oscillare. Il treno partì subito dopo, lasciando l'orribile creatura a ringhiare e urlare di frustrazione.
-che diamine... Che cosa era quello?!- biascicó Harvey
-la corruzione del Caos- borbottó la ragazza, senza fiato

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