Il ragazzo del mondo accanto

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Spaventato dall'urlo, sussultai, scivolando sul fango, e ritrovandomi col sedere a terra rintontito. 

Un suono metallico, tuonante e minaccioso, uscito dalla porta, mi fece alzare di scatto non curante della botta o di ciò che era stato detto. 

Riconobbi quel fragore, era lo stesso del vecchio schioppo di mio nonno. Lo usavamo per andare a caccia di uccelli, trovarsi dall'altra parte del fucile, era tutta un'altra storia. 

Mi congelai sul posto, non riuscivo  più a muovermi, non sentivo più niente se non il battito del mio cuore che si faceva sempre più forte nelle mie orecchie e nel mio petto, i peggiori pensieri mi affollavano la mente mentre osservavo gli occhi verdi di quella figura minuta e armata, furiosi e il suo viso che si corrugava ad ogni parola che mi urlava contro.

Vidi l'ombra indietreggiare, si fece più affusolata, spalle più strette, testa più indietro, gomiti chiusi, stava...prendendo la mira. 

Di nuovo, mentre ero sul punto di lasciarmi andare, quella voce dapprima chiara nella marmaglia di pensieri, poi sempre più forte fino a sovrastare qualsiasi altra:

"Hey...ti vuoi far sparare?" disse con tono calmo, rassicurante come l'abbraccio di un amico.

Ritornai in me, mi buttai a terra, muovendomi quasi involontariamente strisciai in avanti per avvicinarmi alla porta,  la figura esplose un colpo, che mi assordò e rimbombò per tutta la "trincea". 

Giunsi alla porta, il suo freddo metallo era il posto più sicuro di tutta la struttura sotterranea, abbassai la testa per paura di un altro colpo, mi coprii le orecchie per il dolore, cercando anche di capire se perdessero sangue o meno, il fischio della fucilata era l'unica cosa che sentivo. 

All'improvviso uno spiraglio di luce sempre più forte illuminava il terreno di fronte a me, alzai lo sguardo e la prima cosa che vidi fu la figura dagli occhi verdi , furente, sopra di me con una pistola puntata a pochi centimetri dalla mia fronte. 

Dietro di lei emerse una figura, più alta e più massiccia, appoggiò una mano sulla spalla della piccola figura, questa si girò di scatto e punto la pistola sotto il suo mento, blaterando qualcosa, l'altra figura mise le mani avanti in segno di resa, prima di afferrare la pistola e strappargliela dalle mani. L'ombra dagli occhi verdi riprese la pistola, mi guardò un'ultima volta con sufficienza per poi allontanarsi dalla porta alquanto indispettita; l'altra figura si chinò verso di me, allungando una mano, cercai di  allontanarmi spaventato, dandogli le spalle e cercando di alzarmi, fallendo.

La figura mi raggiunse e mi sollevò di forza, mentre io mi dimenavo selvaggiamente, il fischio alle orecchie stava diminuendo, a tratti sentivo le parole della figura, "dai...med...".

Sobbalzavo e mi dimenavo sulle spalle dell'uomo, senza prestare attenzione a dove mi stesse portando finché non entrammo in una stanza molto rudimentale, con un letto al centro, al fianco, un carrellino di metallo pieno di attrezzi, mi appioppò sul letto tenendomi fermo con un braccio mentre allungava l'altro verso il carrellino cercando di prendere qualcosa, girò la testa e urlò a squarcia gola, "HO BISOGNO DI AIUTO! MUOVETEVI", il fischio dello scoppio si era affievolito, ma penso che lo avrei sentito comunque data la voce tuonante della figura. 

Si girò verso di me e subito dopo verso il carrello "diamine, devo fare in fretta" la figura sussurrò tra se è se queste  parole e poi  torno ad occuparsi di me io tramortito cercavo di seguire quello che succedeva, la figura stava disperatamente cercando qualcosa sul carrello, "trovato!" gridò con voce tuonante la figura tenendo tra le mani una siringa e capii che cosa aveva in mente mentre si approcciava a me con l'arnese e io cercavo di svincolarmi disperatamente per la paura di quell'oggetto.

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