L'idea che c'è dietro al senso delle parole è strana. Quando parliamo con qualcuno ci sentiamo sempre in dovere di sembrare i migliori. Nasce una sorta di competizione emotiva a chi è più moralmente distrutto. Ma spesso ignoriamo che chi soffre tace.
L'idea che c'è dietro al senso delle parole è cattiva. C'è sempre qualcosa di sbagliato in una frase. Ci lamentiamo quando qualcuno è fin troppo puntiglioso. Ma come si può non precisare qualcosa se ascoltiamo solo inesattezze? Veniamo fraintesi, derisi, disprezzati. Perché non ci sono mai parole per definire come ci sentiamo. Possiamo provare a fare degli esempi ma alla fine neanche loro sarebbero così esaustivi da scavare nel profondo del contesto, perché spesso ignoriamo che chi soffre tace.
L'idea che c'è dietro al senso delle parole è indifferente. Non ci curiamo mai del peso di ciò che diciamo. Cerchiamo di mettere le mani avanti con frasi di circostanza ma finiamo sempre con il dire ciò che più ci preme comunicare: rabbia. La stanchezza ci porta ad annullarci. Spesso siamo talmente stanchi di provare a farci capire che poi finiamo con il tacere... la stanchezza di sentire e di pensare; la stanchezza di guardare in faccia il dolore ed è per questo... e per questo che chi soffre tace.
L'idea che c'è dietro al senso delle parole... mi sono sempre chiesta chi è che ha deciso il significato di ogni termine che compone la nostra lingua. Mi sono sempre chiesta se siano sempre stati questi, se prima o poi evolveranno anche loro o se alla fine finiremo con il rimanere tutti in silenzio. A volte mi manca... il silenzio. Sapete quando siete così pieni delle parole da essere così esausti da non riuscire neanche a fare due passi. Si rimane immobili, fermi, congelati. Quest'ultimo termine mi è sempre piaciuto perché è così che spesso mi sento. Congelata.
Avere a che fare con me non è facile. Sembra che pensi solo a me stessa e che non faccia altro che occuparmi di ciò che possa rendere felice me e solo me. Ma non c'è nulla di più diverso.
Cambio idea spesso. Me ne rendo conto. Cambio umore spesso. Ne sono consapevole. Piango raramente. Ho deciso così.
Avete idea di quanto sia stancante tutto questo? Quello di avere sempre bisogno di uno stimolo mentale anche solo per fingere di star provando qualcosa? Avete idea dello sforzo che si impiega quando cerchi di capire cosa ti spinge ad essere così? Avete idea di quello che si prova quando percepisci un'emozione che fino a quel momento era rimasta celata dentro di te? Congelata.
Nel mio mondo c'è sempre tanta neve. Ci sono sempre tanti alberi e tante persone e creature strane. Ma è tutto congelato. Nessuno si muove, nessuno ride, nessuno parla. C'è quel silenzio nel quale mi piace rifugiarmi ogni volta. Il che è strano dal momento che il silenzio nella vita reale mi mette a disagio.
Avere a che fare con me non è facile. Lo so perché me ne rendo conto anche quando cerco di parlare con me stessa. Mi trovo strana io, figuratevi qualcun altro. Non c'è nessuno di più diverso dall'ordinario. A volte mi piace pensare di essere semplicemente me stessa ma poi mi rendo conto che io non ho mai conosciuto la vera me. Sono troppo volubile per capire cosa sono io e cos'è ciò che hanno costruito gli altri. So che spesso confondo le due cose e mi rendo conto anche di confondere gli altri in questo modo. Per questo, avere a che fare con me non è facile.
Incredibile come io scriva tutte queste cose senza un freno, quasi le mie dita si muovessero da sole sulla tastiera. A volte penso di digitare solo un paio di frasi, giusto per sentire il suono familiare e confortante dei tasti, ma poi mi ritrovo a dover impormi di fermarmi se non voglio riempire l'intera memoria del mio computer.
Mi sono sempre chiesta come sarebbe essere come il resto delle persone e per un certo periodo di tempo credo di averci provato. A volte ci provo tutt'ora, ma poi tutto tace. Ed ecco che mi ritrovo di nuovo quelle tremende parole a perseguitarmi:
"Dovresti essere un po' di più come lei. Ha 20 anni come te ma è una donna, tu? Tu cosa sei?".
"Dovresti assomigliare di più a tua sorella. Lei è responsabile, caparbia e generosa, non come te: egoista, fredda e senza cuore".
"Dovresti truccarti un po' di più, non potresti mai piacere a nessun uomo così sciatta".
"Dovresti fare un po' di dieta. Ma guardati, non ti fai schifo? Chi toccherebbe mai una balena del genere?".
"Dovresti pensare di più al bene degli altri. Perché sei così? Dove ho sbagliato?".
"Dovresti ridere un po' di più, perché quel muso lungo?".
"Dovresti fare qualcosa invece di pensare ai tuoi inutili libri. Non lo sai che nella vita bisogna faticare?".
"Perché ci hai messo così tanto a superare l'esame. Quella ragazza ha la patente già da due anni, sei proprio un fallimento".
"Perché ti sei fatta trattare così? È colpa tua se non ti fai rispettare".
Dovresti... dovresti... dovresti... dovresti...
Sei sbagliata, sei sbagliata, sei sbagliata.
È sempre così. Tanto tu non soffri. Tanto tu sta zitta. Tanto sei tu che fai soffrire gli altri.
Arrivare a 20 anni è stato difficile per me. Comportarmi come se tutto fosse a posto lo è ancora di più. Cercare di credere che tutto si aggiusterà, che se ci metto il giusto impegno prima o poi sarò ripagata, prima o poi mi sarà detto che vado bene, mi sembra impossibile.
A volte cado nello sconforto, come in questo momento. A volte penso sia tutto inutile. Ma poi mi rendo conto che non sono state le botte ad uccidermi. A volte mi ricordo che non sono state le offese o le prese in giro a farlo; ne tantomeno gli inganni e le palpate. Non sono stati gli schiaffi, le volte in cui mi strappavano i vestiti o quando nascondevano il mio zaino nel bagno. Non sono state le volte in cui vedevo la mia foto editata come sfondo del computer in classe o le volte in cui mi sputavano addosso. Non è stato niente di tutto questo ad uccidermi. Allora perché dovrei farlo io? Sono sempre stata quella che si è salvata da sola. Perché non farlo anche adesso?

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Pensieri
Fiksi UmumQuello che c'è scritto nel titolo sostanzialmente. Nulla di più, nulla di meno. Non so se vi sentirete capiti leggendo queste parole oppure mi considererete una persona che ha bisogno d'attenzioni, ma non mi interessa. Questo è ciò che sento. Tutto...