il sole mi illumina

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Sasuke di qua, Sasuke di là. 

Casa mia pullulava di gente, alcune persone mai viste. 

Andavo avanti e indietro, da una stanza all'altra.

Persone che mi davano una pacca sulla spalla dicendomi la solita frase detta e ridetta ad ogni famigliare 'condoglianze'. Pensate veramente che dicendomi una frase del genere io vi debba apprezzare? Cosa dovrei rispondervi? No, seriamente. Posso darvi un pugno in faccia e sfogarmi con voi? Ringrazio il mio autocontrollo e il fatto che Itachi non mi abbia lasciato da solo per un attimo. 

'Mikoto era una brava persona.' Sentii dire da una persona mentre cercavo di uscire da quella casa in cui l'aria si stava facendo sempre più soffocante.

Grazie al cazzo che era una brava persona, era mia madre. Poi mi dicono che sono io la persona violenta quando mi arrabbio. Anche se fosse stata una persona cattiva non l'avresti neanche potuto dire visto che sei in casa mia.

Avrei voluto rispondere così ma semplicemente mi affrettai ad uscire di casa.

Ripensai alla frase del professore Kakashi che insegnava filosofia. 

'Sasuke tu sei intelligente ed è per questo che ti arrabbi, a volte esageri ma ti arrabbi perché c'è qualcosa che non ti piace e capisci come questo mondo non sia perfetto.' 

Mi aveva fatto un monologo su tutto ciò ma il fulcro era quello sostanzialmente. In questo momento non avevo tempo di pensare alla filosofia volevo solamente ranicchiarmi nel mio posto. L'unico posto dove non devo fare la parte di una persona nei canoni di una vita già scritta. Lì posso dare spazio a quelle fottute emozioni che sopprimo, non lo faccio di proposito, è il mio carattere. 

Non mi sto giustificando.

I sensi di colpa stanno arrivando, avevo spento il cellulare e non avevo risposto a nessuno. Nemmeno a l'unica persona che mi è sempre stata accanto. Mi sento una merda ma ho bisogno di lui.

Percorro quelle strade buie in automatico, come se avessi legato al mignolo un filo rosso che mi riporta da lui. Non ho versato una lacrima da quando ho saputo che mia madre si era spenta. Mi sentivo male e il fatto di non riuscir a piangere mi faceva sentire peggio. La mia camera è a soqquadro, le nocche mi fanno male per i pugni che ho dato all'albero sotto casa. Neanche il male fisico mi faceva piangere. 

Non ho mai chiesto e voluto niente dalla vita. Posso chiedere un abbraccio? 

Ho bisogno di riempire il vuoto che nel cuore mi si è formato. Almeno per questa volta, concedetemi di essere debole. 

Concedetemi di essere quello che non mostro.

Solo una volta.

Per questa volta soltanto così che non mi abitui ad esserlo. 

Pensai a lui, come hai fatto a sopportare la morte dei tuoi genitori a dodici anni? Come hai fatto a diventare così forte? Perché ti amo? Perché proprio tu?

Chiesi nella mia testa.

Come se potesse rispondermi. Come se potesse sentirmi.

Probabilmente lui già sapeva cos'è era successo e che ero diretto a casa sua, merito di Itachi.

Ormai sono sotto il palazzetto dove abitava. Pigiai un pulsante, la porta automatica fece un rumore e si sbloccò. Salii le scale, non avevo voglia di prendere l'ascensore. Abitava al terzo piano. 

Ho bisogno di essere egoista, voglio pensare a me, scusa mamma ma io non credo che leggere due versetti di un vangelo preso da chissà quale personaggio inventato ti farà sentire meglio.

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𝘪𝘭 𝘴𝘰𝘭𝘦 𝘮𝘪 𝘪𝘭𝘭𝘶𝘮𝘪𝘯𝘢|𝙣𝙖𝙧𝙪𝙨𝙖𝙨𝙪 𝙤𝙣𝙚 𝙨𝙝𝙤𝙩Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora