Capitolo 1

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"Merda, merda, merda." Penso mentre corro a perdifiato tra le strade buie di Londra. Non posso farmi prendere. Questa volta non la passerei liscia di nuovo. Mi farebbero fuori senza nemmeno pensarci. Mi infilo in un vicolo vicino al mercato di Camden Town e mi nascondo nell'angolo più buio e cerco di regolarizzare il battito cardiaco. Inizio a contare per vedere quanto sono distanti i miei inseguitori .
Uno... due... tre... quattro... cinque... sei... sette... otto...

Dei passi si avvicinano al vicolo e smetto di respirare. 

-Come diavolo fa a scappare sempre quella stronza? - chiede uno dei due.

-Non lo so ma se non la troviamo Alexander non sarà per niente contento.- continua l'altro.
Sai cosa cazzo me ne frega di quel figlio di buona donna di Alexander. Che muoia mangiato dai pesci quello stronzo.
-Tu dici?- dice il primo ironico- quello fa fuori noi se torniamo senza la rossa. Sai bene che non ci penserebbe due volte e a me è già bastata la scorsa punizione per non morire dalla voglia di andare al Consiglio e dire:" Mi dispiace ma l'abbiamo persa di nuovo."

-Quindi che si fa? - continua il compare

-Semplice... ci dividiamo. Io vado di qua e tu di là. - detto questo si dividono.

Conto fino a dieci prima di uscire un po' dall'ombra e affacciarmi sulla strada. Non si vede nessuno se non turisti che si aggirano per il mercato di Camden a mezzanotte. Esco dal vicolo e cerco di camminare disinvolta, chiudendomi la giacca di pelle alla svelta  e allo stesso tempo mantenendo un passo spedito. I piedi mi fanno un male cane visto che ho corso per sette isolati con ai piedi dei tacchi dieci e tra l'altro con un tacco abbastanza sottile. Ringrazio di cuore la Rose Academy per avermi insegnato a combattere, correre e sopravvivere in ogni condizione e si, a noi ragazze hanno insegnato a correre senza romperci le caviglie con un paio di tacchi di varie altezze e con tanto di abiti "pomposi" . Mi dirigo velocemente verso la strada principale e prendo un taxi. Appena salita sento il telefono vibrare nella tasca dei jeans e dopo averlo sfilato osservo il mittente inizio a pregare in tutte le lingue del mondo. Due respiri profondi dopo rispondo

-Mi dica Mrs Rose- rispondo cercando di essere tranquilla.

-Lenise Shaperd, potrebbe gentilmente dirmi dove si trova? La stiamo cercando da un'ora, orario in cui doveva essere di ritorno dalla missione , e siamo molto preoccupati.  - inizia la preside. Iniziamo bene

-Sono in taxi. Racconterò tutto appena arrivo a scuola ovvero tra circa dieci minuti. -Ok ma si sbrighi- continua la preside e poi attacca.

Questa sera sono successe troppe cose per i miei gusti: mi hanno scoperta -di nuovo- , mi hanno braccata in dieci, mi hanno fatta correre e sporcare la maglia nuova , mi hanno costretta a nascondermi in un lurido vicolo a Camden e , come se non bastasse, appena tornerò in accademia mi toccherà subirmi la lavata di testa da tutto il corpo docente e dal mio compagno di allenamenti e di missioni Alec che ho "gentilmente" addormentato per non portarmelo dietro. Credo di aver esagerato con il tranquillante ma non credo fosse così tanto da farlo svenire... vero?

Immersa nei miei pensieri non noto che sono arrivata e una volta scesa e pagato il taxi mi catapulto verso l'ufficio della preside e , come da programma d'altronde, mi ritrovo con una decina di paia di occhi puntati addosso.

-Buona sera- esordisco- mi pare una nottata splendida per fare due chiacchiere con voi- continuo ironica.

-Lenise- inizia la preside togliendosi gli occhiali neri che incorniciavano i suoi occhi blu scuro- Ti pongo solo due domande. Come mai hai addormentato Alec- dice puntando lo sguardo al mio compare che mi guarda come se volesse farmi fuori e conoscendolo sarebbe capacissimo di farlo- e come mai sembra che sei uscita da uno scontro contro un branco di cavalli impazziti?- ma dico è seria? Sono messa fin troppo bene.

-Beh... diciamo che non è stata una serata proprio tranquilla- inizio- ho addormentato Alec perche tutti sanno come la penso su Alexander e cosa vorrei fargli se mi capitasse sotto mano e volevo andare da sola per questo motivo. Ti chiedo scusa Alec- dico guardandolo .

-Non mi interessano le tue scuse Lenise -inizia lui- visto come sei ridotta penso che hai quasi rischiato di farti ammazzare quindi non puoi semplicemente chiedermi scusa capito?  - dice Alec. La preside e gli altri docenti fanno avanti e indietro con lo sguardo tra me e lui

-Ma come ti sei ridotta cosi?- chiede Alan l'insegnate di tecniche di difesa e combattimento corpo a corpo. - sei la migliore ragazza della scuola e mi stupisco delle tue condizioni- dice squadrandomi.

In effetti non assomiglio ad una rosa ma conoscendo gli avvenimenti della serata sembro appena tornata da una vacanza alle Fiji.

-Arrivata al luogo dell'incontro con Alexander e i suoi compari mi sono messa nella postazione stabilita  e per la prima ora è andato tutto bene ma a quanto pare alcuni dei suoi scagnozzi devono avermi riconosciuta e in meno di un minuto hanno fatto evacuare la stanza dell'incontro e mi sono ritrovata circondata da dieci uomini che mi puntavano addosso delle pistole calibro 38. Non è stato uno dei momenti più felici della mia vita ma me la sono cavata egregiamente e non mi sono fatta nemmeno sfiorare da alcuna pallottola. Sono riuscita a disarmarli e a metterne fuori uso cinque ma poi uno mi ha presa per le spalle e mi ha sbattuta contro il muro. Potrei aver tirato fuori il coltello da sotto la maglia e averlo accoltellato allo stomaco sporcandomi così la mia maglia preferita ma questa è solo una probabilità e...- vengo interrotta da Alan e la preside che all'unisono urlano

-HAI UCCISO UNO DEGLI SCAGNOZZI DI ALEXANDER?- ok, non mi aspettavo questa reazione cosi sbotto

-Che vi prende ho diciotto anni e da due frequento queta scuola dove mi insgnano a combattere e uccidere e siete davvero così sbigottiti da ciò che ho fatto? Potete dirmi di tutto ma non che ho sbagliato visto che era uno di loro.- dico risoluta.

-Ne sei sicura?- chiede la preside

-Ne sono più che certa. Aveva la "S" tatuata sul polso. L'ho notata quando mi ha attaccata al muro.

-Poi cosa è accaduto?- chiede Rosalie l'insegnante di tiro e precisione

-Gli altri hanno soccorso invano il tizio che ho accoltellato e sono scappata. Due di loro mi hanno seguita ma li ho seminati. E adesso sono qui.

-Lenise...- inizia la preside- sappiamo bene tutti quanti quello che provi nei confronti di Alexander ma... quello che hai fatto stasera è quasi imperdonabile.  Se non avessi addormentato Alec non avresti dovuto uccidere nessuno e di certo non saresti in queste condizioni- dice. Nemmeno avessi una  gamba rotta e un braccio attaccato alla spalla per miracolo.

-Però sappiamo bene ciò che ti ha spinto a questa decisione- dice Rosalie... iniziamo a ragionare.

-Per questo- dice Alan- non parteciperai alle missioni.

-Ah beh pensavo peggio ma visto che la mettet... aspettate un attimo... COSA?  Siete fottutamente seri o per sbaglio ho messo qualcosa anche nei vostri bicchieri? - dico io

-Molto divertente- dice Alec

-No,siamo seri- dice Lucinda , l'insegnate di matematica perchè si, anche qui facciamo matematica. Dicono che sia importante ma a me non interessa più di tanto. 

-Oh andiamo... ho ucciso uno che faceva parte di quella sottospecie di setta e per questo mi punite? da quando il mondo va al contrario?

-Signorina- inizia James l'insegnate di francese- sai bene che sei stata punita anche per altre cose perchè, ad essere sinceri, lei non ha una condotta inviadibile :la stettimana scorsa ha praticamente ammazzato un ragazzo del primo anno perchè ti aveva pestato un piede, hai "accidentalmente" urtato Lily Moriz per motivi ancora adesso sconosciuti ma vabbè...  comunque non puoi passarla liscia tutte le volte solo perché sei figlia di... - lo interrompo urlando

-NON DIRE NEMMENO IL SUO NOME! - poi abbassando la testa dico con voce flebile - Non avrò una condotta perfetta ma spero sappiate bene il motigo per cui lo faccio -  e detto questo esco dalla stanza come una furia.

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