[...]
«Merlino» il biondo cercò nelle sue stanze, ma del giovane nessuna traccia.
«MERLINO» parlò più forte.
Poté sentire il rumore di passi lontani correre nella sua direzione. Era Merlino, Artù lo sentiva.Con il tempo, a causa delle continue guerre e degli infiniti combattimenti, aveva sviluppato un udito al di fuori del normale. Aveva passato anni ad udire il rumore di quei passi.
Ogni persona aveva una falcata diversa e quella di Merlino... Quella era la sua preferita. Così delicata e abbastanza silenziosa.«Ditemi» Merlino entrò nella stanza spalancando la porta. Si poggiò le mani sulle ginocchia per riprendere fiato.
«Mio dio Merlino, come sei... patetico» sorrisse nel guardarlo.
«Mi sono fatto mezzo castello di corsa per venire da voi, Artù!» rispose ansimando ancora.
«Femminuccia» lo stuzzicò il biondo.
«Mi state sfidando, Sire?» il moro inizò a sorridere.
«Ti risparmio questa umiliazione» rispose il biondo buttandosi sul letto.
«Cosa vi serviva?»
«Mmh?» disse corrucciando la fronte.
«Avete urlato il mio nome facendovi sentire da tutta Camelot, non dovete chiedermi nulla?»*Sussurrando e parlando tra i denti per non farsi sentire*
«Vorrei urlare il tuo nome per un altro motivo»
«Cosa?» chiese Merlino, che nel frattempo cercava ancora di placare il ritmo del suo cuore, alterato a causa della corsa.
«Niente, volevo semplicemente infastidirti. Che stavi facendo?» chiese con nonchalance.
«Siete serio? Mi avete fatto venire fin qui per niente?» Merlino aprì le braccia e per poi portarsele al petto esasperato.
«Beh sì, sei il mio servitore. Devi venire per me ogni volta che ti chiamo» disse Artù.Quelle parole non erano state dette per caso; il biondo aveva scelto proprio quelle per un motivo preciso.
Il cuore di Merlino, che si era calmato appena pochi istanti prima, iniziò a battere di nuovo. Aveva colto il doppio senso della frase e lo collegò a quelli a cui, nei giorni precedenti, Artù aveva alluso camuffandoli in frasi normali e conversazioni apparentemente innoque.Si chiese se il biondo stesse realmente flirtando con lui o se fosse soltanto un perverso gioco della sua mente. Sperava nella prima, onestamente.
«È tardi Artù, perché non andate a dormire?»
«Non voglio andare a letto; e poi, ci si va sempre in due» rispose e si alzò dal materasso dirigendosi verso la finestra.Merlino non riusciva comprendere dalla sua espressione cosa il ragazzo volesse lasciargli intendere.
Era serio quello sguardo, ma anche maledettamente attraente ed il povero Merlino rimase molto confuso da quell'ultima affermazione...
"Si ci va sempre in due", beh sì certo, se non si ha alcuna intenzione di dormire. Ed agli occhi di Merlino, Artù non ne aveva neanche un briciolo quella sera.«E cosa vorreste fare?» optò comunque per un cambio del discorso, considerandola come la scelta migliore.
«A te un mucchio di cose» il biondo gli dava le spalle e Merlino ne fu grato.Le sue guance erano talmente rosse che avrebbero potuto fare a gara con le tende della camera reale. Merlino era abituato ai giri di parole e ai doppi sensi ma sentirli uscire dalla bocca di Artù lo sconvolse.
«Ci sono un centinaio di modi per picchiarti Merlino» disse infine il ragazzo voltandosi, spezzando la tensione e quel clima attrattivo che si era creato trai due.
Merlino si sentì immediatamente sciocco e imbarazzato per aver pensato ad altro. Ma in ogni caso, lo avrebbe di gran lunga preferito alle bastonate.
«Che c'è Merlino, hai caldo?» il biondo si avvicinò con sguardo minaccioso.
«No-cioè. Perché vorreste picchiarmi? Cosa ho fatto ora?» il moro cercò ancora una volta di spostare la conservazione su un altro argomento, ma palesemente invano.
«Non sviare la mia domanda Merlino; hai caldo?» chiese ancora, avvicinandosi un altro po'.
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Solo una notte per amarci - Merthur (One-Shot)
FanfictionONE- SHOT MERTHUR 😍 AVVERTENZE⚠️: questa storia non è adatta a tutti. Ti sconsiglio di leggerla se non hai almeno 14 anni, i contenuti potrebbero urtare la tua sensibilità. Se sei omofobo scorri pure, questa storia non è adatta a te. Vi ho avverti...