6. What's about him?

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Per quanto impossibile potesse sembrare Alice era ancora più bella di prima. La pelle era così liscia, gli occhi rossi e i capelli lucenti. Sembrava sempre un'adolescente.
«Alice!» urlai buttandole le braccia al collo.
«Mi sei mancata anche te, lupetto.» mi disse piano tra i capelli. Lei era più alta di me di almeno dieci centimetri. Poi mi allontanò. «No, Sof. Il tuo sangue ha un buon profumo, è meglio se ti allontani.»
Feci un passo indietro. Mi scusai. Non ci pensavo nemmeno più al fatto che fosse un vampiro.
«Dobbiamo dirci tante cose io e te.» mi incalzò «Soprattutto tu a me.» con gli occhi indicò Stiles che stava in piedi poco dietro di noi. Liam e Theo erano andati a chiamare Scott e gli altri.
Guardai la ragazza davanti a me. Sentivo le lacrime pronte a scappare dagli occhi. «No, sono convinta che tu debba dirmi molte più cose di quante te ne debba dire io.» 

Ci ritrovammo tutti alla clinica veterinaria. Il capo dei vampiri avrebbe voluto veramente fare una bella ramanzina ad Alice e ad il suo nuovo amico, ma il fatto era che nonostante fossero scappati dalla comunità, loro non avevano mai ucciso nessuno. Si erano nutriti solo di sangue animale e questo è ciò che facevano anche all'interno della comunità. Il rischio più grande che avevano corso era quello di  essere scoperti. Alice aveva raccontato a Jason che doveva vedermi, sapere che stavo bene. Li aveva detto che sarebbe scappata di nascosto, ma lui aveva voluto seguirla a tutti i costi. Non era in programma il fatto di farsi trovare, non voleva creare un danno maggiore di quello della sua morta, ma dal momento che mi aveva trovata non era più riuscita ad allontanarsi. 

«Avrei fatto lo stesso, Al.» le dissi abbracciandola. Si sentiva in colpa, ma la realtà era che non ne aveva nessuna. Aveva deciso di combattere per degli amici, ma non aveva deciso lei di morire in battaglia. E non aveva deciso di essere salvata da un clan di vampiri. Niente di questo era stato una sua scelta. 

«Vi avviso, così non ci saranno imprevisti, o almeno spero. Resteremo in città solo per una settimana, poi torneremo ognuno alle proprie vite. Non abituatevi troppo a Beacon Hills.» 

Portai Alice e Jason a casa nostra. Quest'ultimo avrebbe dormito nella stanza per gli ospiti, io avrei condiviso il letto con la mia migliore amica. Quando, dopo cena, ci ritrovammo insieme da sole dopo tanto, troppo, tempo, iniziammo a parlare. 

«Non so bene come siano andate le cose. So solo di aver chiuso gli occhi con te e Derek sopra di me e di averli riaperti in una stanza piccola che sembrava un seminterrato. Dovevano tenermi al buio per evitare di morire bruciata.» allungò la mano verso di me «Questo braccialetto è tutto ciò che mi protegge dalla luce del sole. Niente di entusiasmante, poi. Abitiamo in alcuni paesi sparsi per l'Italia. Le persone non fanno caso a noi, è come se sapessero cosa siamo, ma non ne fossero spaventati. Sembra di vivere in una città utopica, in cui tutti si amano e tutti si comportano bene. Beacon Hills, a confronto, sembra il caos più totale.» smise di raccontare. 

«Okay Ali,» le dissi «tutto molto bello e interessante, ma riguardo a Jason?»

Lei alzò un sopracciglio come se avessi detto la più grossa cazzata del secolo. «Cosa riguardo a lui?»

Le diedi una piccola botta sulla spalla. «Oh andiamo Alice! Un ragazzo non rischia la sua vita per una ragazza a meno che questa non sia una persona della sua famiglia o la ragazza che ama. Non puoi essere così cieca!»

«Ma non rompere! Siamo solo amici.» era chiaramente in imbarazzo.

«Convinta tu.» alzai le mani in aria in segno di resa. Da quel momento iniziò una lotta di solletico significativa, in cui ovviamente lei vinse perché io rido al solo pensiero del solletico. Ridemmo fino allo sfinimento. 

«E invece Stiles?» mi chiese dal nulla. 

Mi buttai con la testa sul cuscino. «Io credevo, anzi ero convinta, di averlo completamente superato. Sono passati anni. E invece...» Invece, dal momento in cui avevo rincontrato quegli occhi nocciola e il suo sorriso dolce, tutto quello che riuscivo a pensare erano tutte le volte che eravamo stati insieme e a come mi faceva sentire stare tra le sue braccia. A come io ero stata la sua luce degli incubi e a come lui era stato la mia ancora. Sapevo che se fossi partita di nuovo, sarebbe stato molto più difficile per entrambi superare da capo la perdita, ma sapevo anche che lui da lì a poco sarebbe partito per la scuola e io pure avrei dovuto iniziare il college. Tutto sembrava essere contro di noi, nonostante ci attirassimo come delle calamite. Non potei finire il discorso perché il rumore di una macchina che parcheggiava davanti a casa e successivamente quello del campanello mi costrinsero ad interrompere il monologo.

I still dream about you | Stiles StilinskiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora