PROLOGO

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🤍 Mentre aspettate che cominci a farvi conoscere questa nuova storia prossimamente, vi lascio un piccolo assaggio.
Probabilmente troverete questa parte prima di quella nominata “PERSONAGGI”. Non so perché, ma Wattpad non mi fa spostare le parti. 🤧
Anyway, buona lettura.🤍














CAYDEN

Non ricordavo l'ultima che ero stato ad una festa, o perlomeno in un posto affollato senza bodyguard attorno. Il locale in cui ero appena entrato era gremito di gente, di cui gran parte si trovava sulla pista da ballo. Poi c'erano alcuni gruppetti di amici, che se ne stavano tranquillamente seduti davanti a un drink, e i solitari al bancone. 

Le luci colorate ad intermittenza seguivano il ritmo della musica sparata a palla, che si confondeva con le voci delle persone presenti. 

I fumogeni vicino alle casse avevano annebbiato l'intero locale, o quasi, perciò sbattei le palpebre più volte per mettere a fuoco le immagini davanti a me. Inoltre, lì dentro faceva caldo. Avrei voluto togliermi la giacca della Polo Ralph Lauren, ma dovevo mantenere il colletto alto per tentare di nascondere il più possibile la faccia. Sistemai anche il berretto dei New York Yankees, abbassando la visiera sugli occhi. 

Volevo passare inosservato. Ma, dato come mi ero conciato, dubitai di riuscire nel mio intento. Tuttavia, ignorai un paio di occhiate e andai con nonchalance a prendermi da bere. Dietro al bancone c'erano un uomo e una donna, e a me capitò proprio la bella barista. I capelli viola spiccavano sotto le luci del locale, mentre le braccia tatuate si davano da fare con la preparazione dei drink. 

«Dammi cinque minuti, bellezza». La voce era piuttosto pesante, per essere una ragazza. 

Per tutta risposta, annuii mentre la osservavo shakerare qualcosa per i clienti che mi precedevano. E tirai un sospirone di sollievo quando constatai che non mi aveva riconosciuto. Non che fossi così famoso (avevo cominciato da poco la mia carriera), tuttavia sarebbe potuto essere possibile dato che avevo tenuto un piccolo concerto quella stessa sera. Proprio lì, a Los Angeles. 

La mattina seguente avevo un aereo privato che mi avrebbe riportato a San Francisco, ma quella sera avevo deciso di scappare dai bodyguard - e soprattutto dai miei genitori - e farmi un giro da solo per le strade di quella fantastica città. Passeggiando nei dintorni del lungo mare, avevo notato quel locale. Così ero entrato. Volevo sentire il brivido di andarmene in giro da solo, dopo mesi e mesi passati sempre in compagnia di qualcuno che mi coprisse le spalle da un pericolo inesistente. 

C.A.Y. era il mio nome d'arte. Ero un rapper che aveva preso a scrivere già dall'età di tredici anni. I miei genitori avevano captato il mio talento prima di me, così avevano ben pensato di presentarmi a un produttore discografico. Ed ecco com'ero diventato il personaggio che ero: nessun evento che mi avesse illuminato, o segnato in qualche modo; nessuna fatica, nessun rifiuto... ci avevano pensato i miei ricchi genitori a spionarmi la strada per il successo. Si erano autoeletti miei manager, avevano pagato un'agenzia affinché mi pubblicizzasse (con volantinaggio e cose simili)... poi un'altra ed un'altra ancora, fino a che non avevo ottenuto la mia prima esibizione in un piccolo locale di San Francisco. Ma, oltre a scrivere e a recitare barre, ero anche intonato e bravo a suonare alcuni strumenti (tra cui la chitarra). Così, avevo deciso di mostrarmi al pubblico anche tramite un altro modo: esibendomi in strada. 

Nel giro di pochi mesi, ero riuscito a farmi conoscere in quasi tutta San Francisco e in altre cittadelle della California. Ma Los Angeles era sempre stato qualcosa di irraggiungibile - nonostante non distasse molto dalla mia città natale -, almeno fino alla sera in cui si era tenuto il mio concerto. Tuttavia, non avevo ottenuto il successo sperato: i biglietti non erano andati a ruba e il pubblico era ancora meno di quello che avrebbe dovuto presentarsi. Ne ero rimasto un po' deluso, mi ero scoraggiato. E quindi eccomi lì, in un locale della città che non mi aveva accolto come avrei voluto, ad aspettare che la cameriera prendesse la mia ordinazione. 

Bad Angel (PROSSIMAMENTE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora