Capitolo 2

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Ero incredulo dopo quello che mi aveva detto Lea, metri e metri sopra il cielo, mi disse che saremmo partiti io e lei, E già non stava nella pelle.
Quando tornai a casa quasi in lacrime, trovai mia madre a sorridermi quindi non ci volle un genio per capire che lei era complice di Lea
" mamma davvero ?!" Dissi solamente.
" si Dert, parti!" Rispose sorridendomi.
Corsi in camera mentre mia madre mi urlava di stare calmo, ma come potevo ? Insomma stavo per andarmene con la mia migliore amica in un altro paese.
Presi la valigia e la riempii con i miei vestiti preferiti; non badavo a ciò che accadeva intorno a me, e forse non me ne importava neanche.
Arrivò mia madre con un gran sorriso da orecchio a orecchio, che si sedette sul letto per prendere fiato dopo avermi rincorso su per le scale fino in camera.
"Vai piano caro !" Disse e prese fiato "non sai neanche dove andate " continuò
"Non mi interessa, l'importante è andarmene" dissi
"Beh andrete a NEW YORK" disse e si tappò le orecchie
Forse lo fece perché mi conosceva bene, infatti urlai tanto da superare le ottave a cui arriva Ariana Grande, i vetri temarono probabilmente.
"Oddio non ci credo mamma !" Urlai.
"Si Dert, vai a New York" disse mia madre mentre l'abbracciavo.
La sera passò fra urli, pianti di gioia e chiamate con Lea, ero in estasi. Mia madre mi spiegò tutto, avendo una media più che sufficiente a scuola, in via del tutto eccezionale, i miei professori avevano fatto un coniglio straordinario con i miei genitori, e avevano concluso che mi avrebbero permesso di andare a NYC grazie ad una borsa studio, a patto che trovassi un lavoro e mi autosostenessi le spese.
Scrissi a Lea e mi disse che i suoi, una volta saputo del mio viaggio avevano pensato che sarebbe stato un ottimo insegnamento di vita mandarla con me a vivere un intera estate in una metropoli.
Cenai con voglia quella sera, sopratutto pensando che la mattina avrei preso un volo diretto con destinazione "grande mela" , o forse perché mangiavamo la pizza, non saprei dire...
Quella sera mi addormentai con un sorriso immenso, e con il pensiero che qualcuno mi avesse dato l'opportunità di iniziare una nuova storia, diversa da Rosa Cipria, e non avrei permesso a nulla di ostacolarmi.
Mi svegliai con mia madre che mi spintonava la spalla.
"Muoviti Dert, non vorrai far aspettare New York!" A queste parole mi si aprirono istintivamente gli occhi, e mi alzai.
"La colazione é giù in tavola" disse mamma.
Scesi e trovai un cornetto salato, una spremuta e ovviamente della nutella, nel caso volessi berla al posto della spremuta. Scrissi a Lea chiedendogli se era sveglia, rispose dicendomi che lo era, e che correva da una parte all'altra della casa gridando 'vado a New York perdenti'.
Risi e finii la colazione.
Ben presto mi ritrovai in macchina con i miei con destinazione aeroporto, Lea mi avrebbe raggiunto li con i suoi, in quel momento mi ricordai che dovevo ancora rispondere al messaggio di Jack così preso il telefono iniziai a far scivolare le mie dita sulla tastiera, rispondedogli che stavo partendo per le vacanze e che andavo a new york.
Jack forse era il tipico ragazzo con cui una ragazza vorrebbe trascorrere la sua vita, insomma é bello, occhi verdi, capelli corti, un dilatatore sul lobo sinistro, gentile, simpatico, altruista ,disponibile e romantico.... Ma io non ero certo fosse con lui che avrei voluto spendere la maggior parte della mia miserabile vita.
Scacciai i pensieri dalla mia mente grazie all'emozione della partenza, ma jack rispose troppo in fretta:
- davvero ?!? Che bello Dert-
Chiedeva.
Non gli risposi, bloccai il telefono e guardai avanti sulla strada, ormai eravamo a destinazione.
Aspettammo che arrivasse anche Lea e dopo iniziammo a fare il "checkin" per le nostre valigie, nel lasso di tempo a nostra disposizione prima dell'imbarco, ci fu permesso di fare colazione, ormai i nostri genitori non c'erano più, e Lea mi iniziò a parlare del suo ragazzo:
"É così dolce che mi viene da vomitare !" Disse
"Non essere così crudele, ce chi ucciderebbe per essere al tuo posto"
"Non lo metto indubbio, ma preferirei qualcosa tipo..." Ci pensò un po su "Ron ed Hermione"
"Che centrano ?" Chiesi
"Beh vorrei una relazione come la loro, un po più da amici forse" spiegò.
" beh vedi tu... Prova a parlarci"
Finimmo la colazione e fu chiamato il nostro volo. Dopo una marea di controlli finalmente potemmo imbarcarci, i biglietti avevano dei posti, e io ero esterno, cosa che odiavo perché amavo il finestrino! Salimmo e un ostess ci portò verso i nostri posti, una volta seduti aspettammo gli ordini dal capitano.
Ovviamente vi starete chiedendo quando ho incontrato il primo ragazzo gnocco che fará da protagonista in questo nuovo capitolo, ebbene, non siamo lontani.
Stavo controllando i messaggi sul telefono, e qualcuno si avvicinò al mio posto, aprì il cassettone sopra la mia testa e ci spinse un borsone, nel metre io non volsi neanche uno sguardo, ma quando mi cadde sulle gambe un Percy Jackson, lo guardai alienato, e lo presi in mando.
"Quello sarebbe mio" disse una voce sexy e sicura di sé
Girai lo sguardo e vidi un ragazzo alto con occhi color merda come i miei, i capelli biondi e corti, aveva una maglietta blu e i pantaloncini verde militare, e un sexissimo piercing sul sopracciglio destro.
Credo di aver risposto come un ebete perché si mise a ridere e disse
" Le parole meglio portarsele a New York"
Mi misi a ridere
"Ecco tieni" dissi porgendogli il libro "hai ottimi gusti" aggiunsi.
"Sei carino" disse
"Anche in fatto di ragazzi" dissi sottovoce.

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