Capitolo 3

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Il Volo partì e non ero in grado di nascondere la mia paura, ma puntualmete mi sentivo osservato e girando la testa a sinistra potevo vedere quel ragazzo fissarmi e sorridermi.
Cercai di cancellare dalla mente pensieri che non volevo, stavo andando a New York per iniziare una nuova vita, non per fare un "remake" della vecchia.
Quando fummo in alta quota ci permisero di usare apparecchi elettronici... Wow come sembro intelligente con questi termini, comunque, presi l'ipod e ascoltai la musica per far in modo che il bonazzo biondino che pochi minuti prima mi aveva guardato.
Sentii un bisbiglio vicino al mio oracchio, tolsi la cuffia e mi resi conto che Lea mi stava parlando.
"Dert se insisti puoi tenermi compagnia" disse
Mi avvicinai al suo orecchio e le sussurrai "stavo impedendo al tipo di iniziare una conversazione"
Lea distolse lo sguardo e fissò gli occhi dietro di me... In corrispondenza di dove in teoria doveva essere il ragazzo, mi girai e lo vidi accennare un saluto col capo.
"Smettila Lea" dissi scuotendola.
"Che ha che non va ?" Mi guardò negli occhi "é sexy, simpatico e tutto il resto" continuò
"Sto cercando di allontanarmi da Rosa Cipria" dissi
"...e legge Percy Jackson" disse lei sognante senza ascoltare una minima parola di quello che mi usciva dalla bocca.
Sbuffai e mi rimisi composto.

Passò qualche oretta e pranzammo con alimenti in scatola di scarsa qualità, e sentii il bisogno di andare in bagno.
Inutile dire che la mia mente correva piû veloce di Bolt in quel momento, ma cercai di stare tranquillo, quindi senza neanche dare uno sguardo al suo posto a sedere, scappai verso il bagno.

Sospirai, e chiusi gli occhi per avere un aria fiera, feci due passi e aprii la porta del bagno, o meglio l'avrei aperta se non fosse che nello stesso momento il biondino uscì dal bagno.
"Oh scusa" dissi imbarazzato
Lui si limitò a sorridere
"Emh... Dovrei andare in bagno" dissi indicando la porta
Lui si spostò ed invitò la mia entrata con un gesto della mano.
"Grazie" dissi
"Figurati Dert" disse e se ne andò
Entrai in bango e mi resi conto che mi aveva chiamato per nome...ma io non mi ero mai presentato.
Feci quel che dovevo fare e tornai al mio posto.
Aveva un aria compiaciuta lui, seduto nel suo posto.
"Beh sai come mi chiamo, quindi mi sembra legittimo che io debba sapere il tuo di nome" dissi dopo essermi seduto
"Oh giusto, piacere Phil" disse porgendomi la mano
"Piacere SaiGiáComeMiChiamo" dissi
E rise.
"Scusami la domanda, quanti anni hai ?" Chiese
"Sedici" risposi
"Ah"
"Perché ?" Domandai
"te ne avrei dati di più"
"Tipo?"
"Almeno mio coetaneo, diciotto" disse
"Beh mi spaice deluderti" risposi.
"CIAO, sono Lea" disse la mia migliore amica da dietro di me
"Ahah ciao !" Disse lui sorridendo
"Che fate ?" Disse
"Parliamo cara" risposi
"Mhh, capito vi lascio stare..." E Lea si rimise al suo posto ridendo
Mi sedetti composto guardando avanti.
"Beh quando hai capito del tuo orientamento?" Mi chiese
Per poco non rimisi l'anima
"Scusa puoi ripetere?" Dissi
"Si, dicevo, quando ti sei accorto di essere gay?" Chiese
Ok non c'erano dubbi, avevo capito bene.
"Emh..." Fu l'unica cosa che riuscii a dire
"Scusa se ti ho messo in imbarazzo, non volevo, non sei costretto a rispondere eh! "
" l'ho capito più o meno l'anno scorso, diciamo che più che capito, ne ho avuto certezza" dissi
"Capito" disse e sorrise
"E tu ? " chiesi
"Io?"
"Si, tu "
"Io... Non sono gay... Sto andando a New York per vedere la mia ragazza" disse un po imbarazzato
"Oddio scusa, non pensavo" dissi
"Tranquillo !" Disse.
L'imbarazzo si fece sentire, nessuno dei due spiaccicò più parola fino all'atterraggio, che fu un po brusco e Lea si mise a urlare come una dissennata, Phil si mise a ridere e anch'io.
Aprirono le porte e fui uno dei primi a scendere seguito da Lea, appena scesi ci dirigemmo verso l'interno dell'aeroporto, e Lea sentì il richiamo della vescica, quindi mi lasciò da solo con i bagagli.
Arrivò Phil, che appena mi vise fece una faccia perplessa.
"Che é successo?" Chiese
"Lea è in bagno"
"Ah capito" disse "volevo che rimanessimo in contatto, dopotutto siete praticamente i miei primi amici della grande mela, non sarebbe brutto vederci ogni tanto" continuò
"Massì dai, mi sembra un ottima idea" dissi
"Ecco il mio numero, scrivimi" disse porgendomi un biglietto.
"Emh senz'altro!" Dissi
Mi salutò con un abbraccio del tutto inaspettato, e mi sorrise. Poi scomparve tra la folla.

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