Scontri e rincontri

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Prese un respiro profondo, cercando di trovare la forza per non crollare e per arrivare a fine giornata, poi aprì la porta e uscì.

Eda aveva deciso di allontanarsi da tutto e da tutti in quelle poche ore che la separavano da una riunione alquanto impegnativa e di rilevante importanza per il futuro dell'azienda. Si trattava di un incontro con una società di recente fondazione, ma che, rapidamente, era diventata molto competitiva sul mercato, raggiungendo, pressappoco, la fama dell'Art Life.

Eda, in quei due mesi, aveva sviluppato grandi competenze nel suo lavoro ed esattamente per questo motivo, non avrebbe potuto farsi scappare un'occasione del genere. Doveva necessariamente tenere un meeting con la concorrenza, cercare di conoscere i punti di forza e di debolezza dei suoi avversari, per poter dar vita a nuovi progetti, altrimenti tutto il suo impegno e quello di Serkan, che, anche se non fisicamente, era sempre con lei, sarebbero stati vani.

Se vi era una cosa che Eda aveva imparato da lui era proprio la professionalità a livello lavorativo, per il resto era stata lei a rivelargli qualcosa di estremamente vitale, era stata proprio Eda ad insegnare a Serkan ad amare.

In effetti, il loro amore aveva qualcosa di magico, era il posto in cui il cuore batteva più forte ed entrambi erano l'uno il pensiero felice dell'altra. Nell'ultimo periodo, invece, sembrava esser tutto finito, ma non per Eda, Eda ci credeva ancora, riusciva a percepirlo. Serkan non era morto e, per sentirlo il più vicino possibile, appena aveva un momento libero, si recava nei nei loro posti, nei luoghi che le ricordavano di lui, faceva le cose che sapeva gli sarebbero piaciute o qualcosa che solitamente facevano insieme.

Quindi, nel tempo che le era rimasto a disposizione quella mattina, aveva optato per una passeggiata con Sirius.

Salì nella sua auto, pronta per dirigersi verso la casa di Aydan, era lì, infatti, che si trovava Sirius. Si era affezionata a quel cagnolone fin da subito, ma dopo la scomparsa di Serkan, lo amava in modo particolare. D'altronde, era la sola cosa vivente che le ricordava di lui.

Per andare da casa sua a quella della madre di Serkan doveva passare per il lungomare, ogni volta lo stesso tragitto e, ogni volta, gli stessi ricordi che le toglievano il respiro.

Non avrebbe mai potuto dimenticare la volta in cui Serkan le aveva confessato l'amore che provava per lei, non avrebbe mai potuto scordare le parole che le aveva rivolto.

-Sei costantemente nella mia testa, dentro ogni mio pensiero. Hai preso il controllo della mia mente, della mia vita. Eda, non andare. Mi sono innamorato perdutamente di te-

Questa dichiarazione le riecheggiava con forza nel cuore e nella testa. Non avrebbe mai potuto lasciarlo andare, anche a costo di soffrire in eterno, era parte di lei ormai, tanto che era come se le avessero strappato una parte di sé.

Era talmente assorta nei suoi pensieri, che non si accorse dello scattare del semaforo rosso, fu costretta, così, a frenare bruscamente. Prese a respirare profondamente e nell'attesa si voltò verso il mare.

Ad un tratto, però, i suoi occhi videro qualcosa che attirò la sua attenzione e allora la respirazione divenne irregolare, fino a bloccarsi del tutto, iniziò a sudare freddo, il battito era accelerato. Seduta su una panchina del molo vi era una figura che avrebbe riconosciuto ovunque, in qualsiasi momento. Su quella panchina c'era lui, Serkan, il suo Serkan. Non poteva credere ai suoi occhi. Era impossibile.

Ma il suono stridente di un clacson, proveniente dall'auto dietro alla sua, la riportò alla realtà. Guardò il semaforo, era verde. Poi si voltò, in fretta e in preda al panico, verso il molo, in direzione della panchina sulla quale era seduto Serkan. Ma lui non c'era più, era sparito, di nuovo.

Cercami lí dove ci siamo persi - EdSer Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora