Capitolo 27 - Sempre quello snervante giovedì

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Sempre quello snervante giovedì

I pasticcini in casa non li aveva, ma aveva tutto l'occorrente per servire ai suoi ospiti degli stuzzichini salati. Prese il pane per toast, prosciutto e un po' di formaggio, assemblò il tutto insieme e servì in tavola dei mini tramezzini. Condì il tutto con dei cetriolini sottaceto, dei salatini e sei lattine di birra. Sua madre sembrava giudicare silenziosamente con lo sguardo, quasi come se Katsuki fosse sotto esame.

Gli altri ospiti invece gradirono molto il cibo offertogli, soprattutto Eijirou che si era avventato sui tramezzini come se non mangiasse da mesi.

"Scusate, ma Mina non cucina poi così bene." Aveva asserito come scusa con la bocca piena, guadagnandosi una bella gomitata fra le costole dalla diretta interessata.

Seduti intorno al suo tavolo, Katsuki attendeva che i suoi ospiti parlassero. Gli avevano preso in ostaggio il salotto, il minimo era spiegargli il motivo.

"Abbiamo parlato con Midoriya." Iniziò Mina rompendo il ghiaccio. Eijirou si voltò a guardarla con gli occhi sbarrati, come se avesse appena mandato in frantumi quello che si erano preparati prima.

"Come stai, figliolo?" Domandò suo padre con il suo tono calmo e conciliante che profumava di promesse rassicuranti, fiori e arcobaleni.

Katsuki alzò le spalle con indifferenza, ma era innegabile che la voce del genitore avesse sortito un effetto calmante sul suo animo in tempesta.

"Amico, davvero..." lo pregò Eijirou con voce cantilenante di chi aveva sentito la puzza di menzogna ad un chilometro di distanza.

"Come cazzo volete che stia?" Sbottò rissoso Katsuki. Fanculo alla calma che gli aveva indotto suo padre. Lui era una tempesta, era un uragano, era una calamità naturale con disperato bisogno di sfogare la sua frustrazione.

"Ho scoperto di avere una cazzo di memoria cancellata! Ho scoperto che proprio l'uomo che amo me l'ha fatta cancellare e che tutte le persone della mia vita mi hanno mentito tenendomelo nascosto! Oh sì, e sono anche padre di una ragazzina che non ricordo di aver mai voluto!" Sbatté le mani sul tavolo urlando, si alzò facendo stridere le gambe della sedia sul pavimento finché questa non si ribaltò.

"Sono molte informazioni da dover processare insieme, capisco che tu ti senta sopraffatto, figliolo." Lo assecondò suo padre, coccolandolo con quelle parole di conforto.

"Non avevamo altra scelta, così come non ce l'aveva Midoriya..." era stata Mina a parlare, ma stavolta aveva lasciato da parte il suo tono pimpante in favore di uno più giustificativo.

Eijirou gli poggiò una mano sull'avambraccio, ma Katsuki lo spostò in malo modo.

"Non toccarmi, cazzo!"

La mani di sua madre che sbattevano furenti sul tavolo fecero ammutolire tutti i presenti. In effetti non aveva ancora aperto bocca e Katsuki non ci aveva neppure fatto caso tanto era preso dal suo delirio.

"Hai finito di frignare come un cazzo di moccioso?" Berciò la donna pregna di rabbia.

"Sei un adulto, Katsuki, prenditi le tue responsabilità e affronta la situazione senza continuare a piangerti addosso!"

"Cara..." s'intromise suo padre cercando i calmare i toni quando notò i palmi di Katsuki fumare.

Stavolta toccò a Katsuki sbattere le mani sul tavolo.

"Non mi sto piangendo addosso, è che non so come affrontare tutto!"

"Inizia con il parlare con Midoriya prima, senza magari far esplodere un cazzo di tavolo in un bar!"

"Se non te lo ricordi, è proprio quello stronzo ad avermi cancellato la memoria! Col cazzo che voglio rivederlo, lo odio quel coglione!"

"Ma davvero? Eppure ricordo distintamente di averti sentito dire che lo ami fra le tante altre cazzate da bimbo frignante."

Katsuki raramente restava senza parole, senza sapere come controbattere. Odiava quelle rare situazioni e ancora di più se era quella megera ad averlo messo sotto scacco.

(607 parole)

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