chapter 1

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Ut tunc te amabam ita etiam nunc te amo.
Come allora ti amavo, così ora ti amo.

Lo studio era intriso d'uno splendido odore di rose, amalgamato all'odore di tabacco che la mia sigaretta ormai dimenticata nel posacenere emanava, la lieve brezza che attraversava la stanza, grazie alla finestra aperta, asciugava la pittura che distendevo sulla tela; in sottofondo udivo la parlantina veloce di Lord McLaughlin, il mio più caro amico, che mi rammentava della festa che la notte a venire si sarebbe svolta a casa di Lord Deneville.
"Tien presente mio caro Basil, codesta sera, al calar del sole, una festa molto importante ci aspetta, rammenda bene, Lord Deneville detesta i ritardi, ricordi cosa successe a quella pover famigliola che tardò?"
"Certo amico mio, quella scena mi destabilizzò quanto mi divertì, ma di questo tempo qualcosa di più importante aggrava sulle mie spalle, cosi importante che i segni dell'insonnia appaiono sul mio volto."
"Mio caro, quale pensiero la disturba a tal punto da dover restare sveglio la notte? Forza mi confidi le sue preoccupazioni"
"Sai bene, che da diversi anni a questa parte, mi adopero per un'ispirazione, una musa, e sai bene che nonostante i miei sforzi io non riesca a trovare la persona giusta, a volte penso che non riuscirò mai a venire a capo di questa situazione, mi sento impotente, non trovate che i miei quadri siano peggiorati dopo che ho perduto la mia ultima ispirazione?"
"Sciocchezze, i suoi dipinti hanno sempre avuto un ottima influenza su gli aristocratici più importanti, non ricordi? Lord Bouchard si complimentò molto con lei, non si perda d'animo, la sua musa un giorno arriverà, ne sono certo."
"Oh, ma guarda che orario, perdonami amico mio ma penso che dovrò chiederti di lasciare la mia abitazione, dobbiamo prepararci per codesta sera, ci vedremo alla festa di Frederick."
Hardwin mi lasciò solo nella mia dimora a rimuginare sulla mia musa, ero provato da questa situazione, era lampante, i miei quadri erano peggiorati a dismisura, all'incirca due anni fa, avevo la mia ispirazione, è stato un periodo piuttosto fiorente per la mia fama, i miei dipinti erano pressoché perfetti, ma la mia musa morì in un brutto incidente, è stata una disfatta per me, fu il periodo più brutto della mia vita, porto ancora i segni della depressione sulla mia pelle; non era solo un'ispirazione, era anche il mio amante, nonostante gli omosessuali non fossero ben visti né allora né adesso, mi sono sempre infischiato del pensiero altrui, l'amore è amore ed è solo per i più coraggiosi.

La dimora di Lord Deneville era come di consuetudine, perfetta e ordinata, il salone era illuminato dai grandi lampadari di diamanti che incombevano sulle nostre teste, in fondo al salone, sulla destra, un immenso pianoforte color pece, suonava una dolce melodia, il mio udito acuto, la riconobbe subito, sinfonia No. 40 di Mozart, al centro della stanza gli invitati danzavano, gli abiti costosi delle signore volteggiavano a ritmo di musica, i gioielli brillavano alla luce, proiettando diversi riflessi colorati di quest'ultima per l'intera stanza, i camerieri in giacca e cravatta si spostavano agilmente per offrire costoso champagne in calici di cristallo, i nobil signori discutevano sulle novità politiche, faccende di cui mai mi sono interessato; le giovin donne parlottavano su cose futili e giovani Lord si divertivano invitando le donzelle a ballare, rammendo accora quando anche io ero così, qualche anno fa, all'incirca cinque, quando ero ancora un venticinquenne pieno di vita.
Lord Deneville avanzò verso la mia direzione sorridendo agli invitati e sfoggiando il suo costosissimo completo; l'aria di mistero che volteggiava attorno a lui, lo rendevano senza dubbio ancora più affascinante, le donne erano solite riempirlo di attenzioni grazie alla sua dovuta bellezza e ricchezza.
"Lord Brickenden, che piacere vederla dopo così tanto tempo, spero che la sua carriera artistica vada ancora a gonfie vele, ho sentito che le sue opere sono molto richieste dai nobili."
"In effetti è esattamente così, ma non sono del tutto fiero dei miei ultimi dipinti"
"Spero nulla di preoccupante, immagino ti manchi un ispirazione, a proposito, ti devo far conoscere una persona, un giovanotto molto intelligente, eccolo, è proprio lui."
Frederick indicò un giovane uomo estremamente bello, capelli ricci, lunghi sopra le spalle, due enormi occhi verdi e un sorriso contornato da due amabili fossette; estremamente alto, la sua silhouette era messa in mostra da una camicia bianca di seta aperta fino a metà petto, che gli dava un aspetto trasandato, una giacca nera con dei ricami oro copriva la sua figura e dei pantaloni neri fasciavano le sue gambe toniche e lunghe, due stivaletti neri, slanciavano la sua figura, sembrava che quel completo gli fosse stato cucito addosso, era perfetto; quando incontrai il suo sguardo sentii un emozione che non provavo da molto, percepii un'immensa voglia di imprimere il suo volto su una tela, le mani fremevano e la voglia di trascinarlo allo studio per imprimere la sua immagine non solo in un dipinto, ma anche nella mia mente, come a voler fissare tutta la sua essenza in un solo ricordo da "tirar fuori" nei momenti più difficili; era molto alta.
"Henry, ti presento un mio caro amico, Lord Basil, lui è un pittore, il ritratto, potresti chiederlo a lui, è piuttosto bravo."
"Salve Basil, lusingato di poter fare la sua conoscenza, posso chiamarla Basil ? Non vorrei risultare indiscreto." La sua mano inanellata si spostò con delicatezza verso la mia, la strinse con eleganza, una stretta forte e decisa.
"Salve Henry, non è assolutamente indiscreto, mi chiami Basil, non mi reca alcun disturbo."
"Ho sentito molto parlare di lei, in molti qui consigliano lei come artista per un ottimo ritratto, le recherebbe disturbo se mi presentassi al suo studio per un ritratto? ovviamente se per lei non è un problema."
"Nessun problema Henry, sei il benvenuto e sarei molto lusingato di poter dipingerla, l'aspetto al mio studio."
"Perdonate la mia scortesia, ma devo controllare che tutto sia a posto, non voglio assolutamente che qualcuno non stia gradendo questa festa."
"Non preoccuparti Frederick, ci vedremo alla prossima occasione, le mie congratulazioni per la meravigliosa cerimonia, ti sei superato anche questa volta."
Ci lasciò soli, i nostri sguardi seguirono i suoi movimenti fino a quando non scomparve tra la folla, mi girai cautamente per ammirare Henry, non so quanto rimasi ad osservarlo, ma non mi importava era la creatura più bella che io avessi mai visto...
Le ore passavano, la melodia cambiava, gli invitati uscivano e rientravano dal salone, ormai nessuno danzava più, la festa era al termine e gli ospiti iniziavano a ritornare nelle lore dimore; percorsi il lungo corridoio che portava all'uscita, le pareti erano coperte da dipinti maestosi, sculture bianche di nobili importanti della famiglia, la luce fioca dei lampadari illuminava il percorso, aprii il portone e l'aria fredda investì il mio viso, mi spostai cautamente verso il roseto per ammirare le eleganti rose rosse che brillavano alla luce lunare a causa della brina presente sui petali, i miei pensieri vagarono sulla serata appena passata, una sola parola poteva descriverla a dovere, stravagante, per l'atmosfera, per le persone, per l'incontro con il giovane Harold, con la sua immagine impressa nella mente, ritornai nella mia dimora, entrai nel mio studio, presi l'occorrente e mi lasciai trasportare dalla dolce melodia che emanava il gira dischi alla mia sinistra, con solo una cosa in mente, il viso di quel giovane uomo, e con quella immagine impressa sulla tela e nella mia mente, realizzai che lui sarebbe stata la mia musa.

Somewhere far away L.SDove le storie prendono vita. Scoprilo ora