Chapter 3

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Semper Amemus.
Amiamoci per sempre.

[...]
I mesi passavano e l'amor tra Harold e Basil non poteva che esser sempre più forte giorno dopo giorno; ancora nessuno sapeva del loro amor proibito, per timore che qualcuno potesse pensar male e alla peggio potesse persino denunciarli per omosessualità;
nemmeno i loro più fidati amici erano a conoscenza del loro infinitum amorem.
Si incontravano infatti in segreto, nei posti più remoti di Londra, era il loro piccolo grande segreto; scoprirono tantissimi luoghi speciali, tra questi, uno era diventato proprio il loro preferito, lo soprannominarono 'notre petit paradis' ;
era situato vicino ad un fitto bosco con alberi altissimi che facevano filtrare la luce del sole tra le loro foglie verdi, un ruscello attraversava i pini e i salici piangenti; l'acqua rifletteva i colori del sole e del cielo, creando mille sfumature. Un piccolo ponticello di legno era situato sopra di esso permettendo di spostarsi da una sponda all'altra del ruscello.
Harold e Basil in uno dei loro ormai soliti incontri, erano sdraiati sotto un salice piangente, Henry aveva la schiena appoggiata sul petto del più grande che era concentrato nel fare uno schizzo del paesaggio sul suo blocco da disegno, erano circondati dalla natura più pura e il rumore della matita sulla carta si mischiava allo scroscio del ruscello, al rumore delle foglie spostate dal vento e dal melodiosa voce di Basil che canticchiava il sonetto di un'antica canzone d'amore che fecero chiudere gli occhi ad Henry nella pace più totale.
"Basil"
"Si, amica mea?" rispose alzando gli occhi dal blocco da disegno.
"Balla con me..." lo disse con un soffio e le parole furono quasi impercettibili da sentire;
i loro occhi si incontrarono, iride contro iride.

Un sorriso luminoso spuntò sul viso di Basil, che fece alzare il suo amato da sopra di lui, non persero altro tempo e iniziarono a ballare a tempo di musica con l'erba soffice che solleticava i loro piedi nudi e le caviglie scoperte a causa dei pantaloni arrotolati per il caldo.
Ballarono per minuti interi, forse per ore, ma quando il sole calò dovettero amaramente lasciar il loro piccolo paradiso.

"Iucundum, mea vita, mihi proponis amorem
hunc nostrum inter nos perpetuumque fore.
di magni, facite ut vere promittere possit,
atque id sincere dicat et ex animo,
ut liceat nobis tota perducere vita
aeternum hoc sanctae foedus amicitiae."

"Mi prometti, vita mia, che questo nostro amore
sarà eterno e felice. O grandi dei,
fate che sia vero ciò che promette
e che lo dica dal profondo del cuore;
potremo così mantenere per tutta la vita
questo sacro giuramento d'amore senza fine."

La voce cauta di Basil leggeva pronunciando alla perfezione le parole della poesia latina di Catullo, che Henry, tanto l'amava che ogni qual volta che la sentiva ella pervadeva ogni particella e atomo del suo corpo smosso da brividi vivaci lungo la vertebra rendendolo vulnerabile.
Era l'attimo preferito di Henry, sentire la voce profonda del suo amato lo calmava a tal punto da volersi abbandonare per sempre al momento,
Chiudeva gli occhi.

Inspirava.

Si concentrava sul respiro irregolare di Basil che sentiva battere sulla base del suo collo.

Si faceva guidare dalla poesia.

Le mani esili di Basil vagavano sul corpo di Henry in una carezza incessante nel bel mezzo di una notte costellata da stelle, pensieri ed il fumo denso della sigaretta sempre tra le mani di Henry.

Quella sera, Basil lo portò a teatro a vedere uno spettacolo.
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.
.

/////

vorrei poter continuare la storia ma mi è difficile credere e sperare nel ritorno della mia vena poetica

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 16, 2022 ⏰

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