Taglio

37 2 29
                                    

Per chi si è preso un'infarto: scusate, ve lo pago io l'ospedale...

Avvertenze: questo capitolo è stato scritto tempo fa... Prima non ho avuto il coraggio di pubblicarlo, ma ora (pazzia o forse no) mi va di farlo... Quindi lo pubblico.

Sono scappata letteralmente via dal salotto. Non ce la facevo più... Ogni volta che cerco di spiegarlo dico che sono troppe cose insieme... Ed è vero. Il mio problema, me ne rendo conto, è che mi tengo tutto dentro finché non esplodo; e poi faccio cose avventate.

È la prima volta che lo faccio, nella speranza che possa in qualche modo aiutarmi... Avete capito cosa farò?!?

Se si bene, se no ecco la risposta: proverò a descrivere uno dei momenti in cui mi sono tagliata.

Scorrete...
































Sono letteralmente fuggita via... Non c'è la facevo più...

I ricordi, gli ultimi avvenimenti, il mio modo di essere, il fatto che riesca a percepire talvolta la sofferenza...

Tutte queste cose sommate insieme mi distruggono.

Io mi distruggo.

Mi autodistruggo.

Vorrei smettere di pensare, anche solo per un'attimo.

Vorrei poter spegnere la mia mente.

Non per sempre, mi basterebbe anche solo un giorno, due...

Me li farei bastare.

Non riesco a smettere di pensare.

Poi, in un'attimo, come un fulmine, mi viene in mente un'immagine...

Il fuoco.

Poi un'altra...

Un coltellino.

Non sto pensando. Ora, non sto pensando.

Prendo in mano il mio coltellino e un accendino.

Vado dove non posso essere vista, dove non verranno a cercarmi.

Ora sono seduta su una specie di poltroncina, ho sia il coltello che l'accendino in mano.

Accendo l'accendino.

La fiamma è bellissima, quasi ipnotica.

Mi fermo per qualche secondo ad osservarla... Sembra danzare.

È così... Ironico che una cosa così bella possa essere allo stesso tempo così letale.

Ma, d'altronde, non è un po' questa la metafora della vita?

Le cose belle a volte sono al contempo le più letali.

Avvicinò la lama alla fiamma.

È una cosa così strana da guardare...

È... Affascinante. Si, affascinante.

Dove la fiamma incontra la lama si crea un'effetto strano... Quel piccolo fuocherello creato dall'accendino sembra quasi cambiare colore al contatto col metallo.

Aspetto un po', in modo tale da assicurarmi che la lama sia abbastanza calda.

Spengo l'accendino e lo metto daparte.

La lama si sta avvicinando.

La poggio sul mio braccio sinistro, lateralmente, vicino al polso, dal lato esterno.

Da quel punto è come se si irradiasse un misto di calore e dolore.

Sento che la lama c'è, sento che brucia il punto in cui si trova, ma non mi dà fastidio.

Anzi, è quasi piacevole.

Affondo un po'di più la lama.

Il coltello è bollente quindi è più una bruciatura che un taglio.

Non esce sangue... Peccato (?)

La lama si sta raffreddando...

La tiro via.

Adesso, nel punto in cui si trovava la lama prima, è possibile vedere una sottile striscia rossa.

Ripeto la procedura altre due volte prima di riuscire a fermarmi.

Riprendo a ragionare, spero che non si noti.

La pelle intorno si è fatta piuttosto rosata (tenendo conto del fatto che sembro quasi una mozzarella vivente da quanto è chiara la mia pelle).

Quel punto dove è stata poggiata la lama brucia ancora un po'.

Mi riprometto per l'ennesima volta che non lo rifarò, che cercherò di trattenermi... Ma è come se sapessi già che ci ricadrò.

Per ora non lo rifarò. È questo che mi dico.

Oggi, giorno di pubblicazione del capitolo, non l'ho ancora rifatto... Ma la tentazione è forte e ho paura di ricaderci.

Per ora non lo rifarò, credo.

Cose a casoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora