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Caro Sangius, stamattina mentre tu eri in studio ho deciso di mettere a posto la soffitta e frugando un po' fra gli scatoloni ancora impacchettati dall'ultimo trasloco per decidere cosa buttare, ho trovato questo diario. Ti giuro che sono stata molto combattuta, che ho provato a non leggere, ma lo sai come sono fatta no? E così eccomi qua, a scrivere quella che probabilmente sarà l'ultima pagina della parte di storia che hai deciso di riportare qui. A quanto vedo dalle date non prendi questo diario in mano da più di 6 anni e il te del passato che scriveva qui non si sarebbe mai immaginato quello che è successo nel frattempo, ma mi sembra giusto aggiornarlo, fargli sapere finalmente l'epilogo del nostro film. L'evidenza è che sei un sottone, diceva il nostro caro Evandro, ed aveva ragione mio caro Gio, non te ne sei più andato, anche quando le cose non andavano per il verso giusto, hai smesso di scappare finalmente. Come quella volta che litigammo talmente tanto che te ne andasti di casa sbattendo la porta così forte che tremavano pure i vetri delle finestre, per poi ripresentarti alla porta mezz'ora dopo bagnato fradicio e con una vaschetta di gelato al pistacchio. O quando ero così nervosa che volevo andarmene io, che ti ho reso quella settimana impossibile, che non ti volevo parlare, non volevo che mi toccassi, ero talmente irascible che non ti lasciavo nemmeno accompagnarmi in palestra, non mangiavo con te, non mi lasciavo avvicinare la sera sul divano, ero un fascio di nervi sempre, tranne quando poi di notte cercavo la tua mano per addormentarmi. E tu hai avuto la pazienza di un santo, di capire che per me erano giorni infernali, che avevo da organizzare mille cose a lavoro, che non avevo il tempo nemmeno di farmi una doccia. E così cucinavi per me, mi lasciavi il pranzo pronto in cucina prima di tornare in studio, rifacevi il letto la mattina, che ti alzavi e già non c'ero più da qualche ora, e poi mi scrivevi sempre un messaggio al volo durante il giorno, che anche se non avevo tempo di rispondere, leggevo e sorridevo per un secondo. Certo i bassi ci sono stati, ma gli alti sono stati di più. Sono stati sei anni di felicità, gioia e spensieratezza, nonostante tutto. Sai qual è la domanda che mi fanno più spesso i giornalisti? Come si fa a conciliare amore e fama, come mai stiamo ancora insieme dopo così tanto tempo, qual è il segreto? E io sai cosa rispondo? Che non lo so. Che per me non c'è nessun segreto, nessuna regola. Ci siamo solo io e te, c'è il sentimento che ci lega, che è amore, ma che è anche amicizia, stima, supporto reciproco e soprattutto rispetto. Perché è questa la chiave. Lo è sempre stata fra di noi. Quando ero dall'altra parte del mondo, quando mi hai allontanata, quando non volevo sentirti, alla base c'è sempre stato il rispetto e questo ci ha permesso di non far morire mai la brace che arde e infiamma i nostri cuori, l'uno per l'altro. Abbiamo viaggiato tanto. Mi ricordo ancora quella periferia orribile dove siamo capitati dopo esserci addormentati sul treno ed essere arrivati al capolinea mentre eravamo in Marocco. Davvero, come si fa a dimenticarselo, ho avuto un freddo incredibile tutta la notte, quel rumore di fabbriche mi faceva fischiare le orecchie in continuazione e la puzza di fogna stava per farmi vomitare. Ma non so come, anche in un posto del genere alle 3 di notte, senza un posto dove andare, senza un modo per tornare a casa, sei riuscito a farmi ridere, a farmi distrarre. Con quel 20% di batteria che ti rimaneva hai avviato una playlist di musica orientale, hai preso il mio borsone e l'hai lasciato sulla banchina del treno insieme al tuo, mi hai preso le mani e mi hai trascinato in un ballo scoordinato. In quel momento, per la prima volta dopo tanti anni, ho avuto la certezza che avremmo passato tutta la vita insieme, che se potevamo essere felici lì in mezzo al nulla, avremmo potuto fare di tutto. Così mi sono fermata e con un po' di affanno sono rimasta a guardarti cercando di regolarizzare il respiro. Il viso un po' più adulto di un giovane uomo che ha appena compiuto 25 anni, un po' di barbetta incolta, i capelli un po' più spettinati del solito, a coprirti solo una maglietta leggera perché come al solito avevi  preferito proteggere me dal freddo piuttosto che te stesso. Così ti ho preso il viso fra le mani, mi ricordo ancora come sorridevi, con gli occhi che ti brillavano, e ti ho lasciato un bacio leggero sulla fronte alzandomi sulle punte. Mi hai guardato stranito da quel gesto, che apparteneva più a te che a me, ma io ho solo scosso la testa come a volerti spiegare che era stato un gesto istintivo, che non avevo pensato a nessuna spiegazione particolare. Ci siamo sorrisi come due cretini per un po', stretti in un abbraccio in quella stazione, ad illuminarci solo la luce tremolante di un lampione mezzo rotto, eppure felici come non mai. Un anno dopo mi hai chiesto di sposarti. Devo dirti che quasi me l'aspettavo, era già nell'aria da un po'. Ma d'altronde non sei mai stato bravo con le sorprese. Troppe domande sospette, qualche sparizione non giustificata, improvvisamente troppi soldi in meno sul conto, stavo quasi iniziando a preoccuparmi. Poi è arrivato l'anello, poi è arrivata la nuova casa, proprio come la desideravamo. Mio padre stava per avere un mancamento quando l'ha saputo, mia madre invece stava già preparando la lista di nozze. Ho ballato con tuo fratello per molto tempo prima che venissi a strapparmi dalle sue braccia. Hanno messo quel pezzo che mi cantasti ormai tantissimo tempo fa, l'ultimo pezzo che hai cantato alla finale di Amici, quel pezzo che non ho mai più voluto ascoltare, perché volevo che rimanesse lì nei miei ricordi, che non dimenticassi mai le emozioni provate in quel momento. E sulle note di 'Baciami Ancora' abbiamo ballato per la prima volta come marito e moglie, mi hai stretta forte come la sera che tornammo in casetta dopo aver registrato la prima puntata del pomeridiano, quando io ero già cotta di te e tu cercavi di combattere contro i tuoi stessi sentimenti. Siamo ritornati al principio per prendere per mano quei due ragazzini e ripercorrere la loro enorme crescita artistica e personale, arrivando fino al giorno in cui quei due ragazzini si sarebbero giurati amore eterno. E due anni fa è arrivato Spillo, che penso a questo punto sia il cane più felice del mondo. È l'unico a cui ho deciso di concedere Marius, lo vedi quando lo prende e lo porta in giro per tutta la casa? Poi lo nasconde quando glielo chiedi, lo mette sotto i cuscini della sua cuccia e ci si stende sopra. E io non posso fare a meno, come lui, di essere la donna più felice della terra, facendo il lavoro che amo, vivendo la vita che ho sempre sognato. Che poi al tuo fianco è tutto più bello, dagli eventi importanti alla quotidianità quasi noiosa che tanto ci piace. Che ogni mattina se non sento l'odore del caffè già pronto mi sembra che qualcosa non vada, che poi quando arrivo in cucina avvolta da una coperta sono abituata a vederti in balcone a fumare la prima sigaretta della giornata. Poi zucchero il caffè e te lo porto di fuori facendomi stringere dalle tue braccia, che lì mi sento bene. Che poi corro a preparami per non essere in ritardo e prima di uscire vengo a lasciarti un bacio. Poi quando torno a pranzo trovo sempre qualcosa di pronto da mangiare, a volte con te che mi aspetti seduto sul divano, a volte con un bigliettino attaccato sul frigo in cui mi dici che sei dovuto rimanere in studio. Ma la sera ci troviamo sempre, mi passi a prendere e torniamo a casa, nella nostra casa, che dopo tutto questo tempo sento ancora le bollicine a chiamarla così. E dopo essermi fatta la doccia rimetto quell'anello al dito, che ho quasi paura che tutto questo sia un sogno e quello sia l'unico modo per essere sicura che sia tutto vero. Ma per fortuna poi sento la tua voce dal salotto che mi grida di raggiungerti, che hai fame ma devi aspettarmi ad ogni costo per cenare. E quindi caro Sangius, tutto quello che hai scritto qui dentro, devo dirti la verità, mi ha fatto scendere qualche lacrima, ma ne è valsa la pena no? Ne è valsa la pena starci un po' male, stare lontani per un po', che senza tutto questo non saremmo dove siamo. E per ora sembra andare tutto bene, ma ci saranno momenti in cui non sarà così, ci saranno momenti duri, discussioni importanti, incomprensioni, bugie, ma sono sicura (quasi) che niente potrà mai far finire tutto questo. O meglio, i sentimenti si trasformano, magari un giorno questo non sarà più amore, ma come è sempre stato, il bene che ci vogliamo non se ne andrà mai, su questo non ho dubbi. Quindi ora rimetterò questo diario nella scatola, la richiuderò col nastro adesivo e farò finta di niente, ritornerò giù ad aspettarti e quando tornerai ti chiederò di fare l'amore con me, che leggendoti mi sono accorta di amarti ogni giorno di più. E magari fra un po' ritornerò quassù a continuare quello che avevi iniziato, a scrivere qualche altro capitolo della nostra storia. L'hai scritto nella tua prima canzone, che sarò per sempre, e anche se tu non lo sarai per me, stai sicuro che quella è una promessa, in qualunque modo si concluda il nostro film.
T'estimo.
Sarò xsempre, Giulia.
16/03/2031

Ebbene questo è per davvero l'ultimo capitolo di questa storia a cui tengo davvero tanto. Sarà perché è la prima volta che pubblico qualcosa pur scrivendo da tanto, sarà perché mi sono affezionata a Giulia come se fosse la mia sorellina e a Sangio come se fosse il mio migliore amico. È stata un'emozione per me scrivere di loro e ci ho messo dentro anche un po' del mio vissuto personale, quindi davvero quello che ho scritto per me ha un valore. Spero che vi sia piaciuto, che vi abbia portato fuori dal mondo per il tempo della lettura, che vi abbia alleggerito la testa dai problemi che più o meno abbiamo tutti almeno per un attimo. Grazie a tutti quelli che sono arrivati fin qui. Chissà magari ci risentiremo ancora con qualche oneshot su questi due sconnessi, che davvero amo scrivere di loro.
Baci

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