Cap.1

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  • Dedicata a Anna
                                    

Corpi sudati si strusciavano a ritmo di una musica assordante che era seguita da luci stroboscopiche bianche gialle, creando ombre grottesche che apparivano e sparivano. Quando le luci si spegnevano per una frazione di secondo, i corpi erano in una posizione diversa. L’odore di sudore, alcol, fumo di sigaretta e marijuana appestava l’aria. Era un odore acre che faceva bruciare gli occhi e per poter dar loro sollievo si poteva solo strofinarseli col dorso della mano, ma ciò comportava la compromissione del trucco composto da matita nera e mascara e per Angie non era una cosa ammissibile. Sudata e assetata si muoveva ormai per inerzia, mossa da quell’ammasso di corpi che ormai erano diventati tutti una sola creatura. Toccava braccia che non erano dei suoi amici, mandava sguardi ammiccanti a chi le stava intorno e faceva combaciare le proprie labbra con quelle di sconosciuti, muovendo i fianchi a ritmo di musica e posando in maniera lasciva le mani sulla nuca della persona con cui aveva stabilito quel contatto. Ora stava carezzando i capelli morbidi e corti di una ragazza. Erano giunte a quella situazione come le era successo molte altre volte: avevano incrociato i loro sguardi, si erano sorrise, si erano avvicinate e avevano iniziato a baciarsi. Mentre si conoscevano tramite quel contatto non chiudevano gli occhi, ma erano fissi vicendevolmente.
 
Fuori dal locale trovò uno dei suoi amici fumarsi una canna. Angie gli fece segno di passargliela e Dimitri gliel’allungò. Angie prese qualche boccata e subito sentì il corpo rilassarsi un po’. Dopodiché gliela restituì e si sedette a terra sull’erba umida, prendendo dalla tasca degli shorts l’occorrente per prepararsi una sigaretta. A differenza di tutti quelli che fumavano, a lei piaceva prepararsi le sigarette, la rilassava e concentrarsi su una cosa le faceva staccare completamente il cervello per qualche minuto.
-Ne fai una anche a me?- le chiese Dimitri accennando alla tabaccata e abbandonandosi malamente sull’erba accanto alla ragazza.
Angie annuì e la prima che terminò la passò al ragazzo mettendogliela direttamente tra le labbra.
 Dimitri se la tolse e se la incastrò dietro l’orecchio. -Fammi almeno finire- disse irritato riferendosi allo spinello.
-La prossima volta non chiedermi un cazzo- lo rimbeccò lei.
Il ragazzo andò giù con la schiena e poggiò la testa sui palmi delle mani che aveva posizionato dietro la nuca. -Fatto conquiste?-
Angie scrollò le spalle come per sminuire la questione. -Come al solito.-
-E non ti sei ancora beccata la mononucleosi? Incredibile.-
-‘Fanculo, da che pulpito.-
Ormai erano conversazioni abituali tra Angie e Dimitri, si punzecchiavano in maniera affettuosa, anche se parecchio accesa.
-La verità è che dopo di me fanno tutti schifo e stai cercando qualcuno in grado di sostituirmi. Ma la verità è che nessuno è meglio di me- disse ridacchiando pieno d’orgoglio.
-‘Fanculo- ripeté Angie alzando il tono di voce e tirandogli un pugno neanche troppo gentile sulla coscia. -E poi lo stesso ragionamento lo posso fare io con te- lo rimbeccò.
Dimitri si tirò su e le prese il viso tra pollice e indice della mano destra. -Ehi, io non ti ho mai nascosto che sei stata la scopata migliore della mia vita- le disse guardandola dritta negli occhi e con tono serissimo. Continuò a sostenere lo sguardo di Angie per qualche secondo, poi la lasciò e scoppiò a ridere e si poggiò le mani sulla pancia perché gli dolevano i muscoli addominali.
-Stronzo- disse Angie stufa di quella conversazione. Si alzò e lo lasciò solo a ridere. Si diresse verso l’entrata del locale, dove musica rock risuonava anche da dietro i maniglioni antipanico.
-Ehi, tu, Capelli rossi- la chiamò una voce alle sue spalle.
Lei si voltò. -Angie, non “Capelli rossi”- ribatté a un ragazzo alto di cui non riusciva a scorgere i connotati del viso a causa dell’oscurità.
-Angie- ripeté il ragazzo. -Hai un accendino, Angie?-
-Sì- affermò passandoglielo.
Il ragazzo si accese la sigaretta, prese una prima boccata e le restituì l’oggetto. -Io sono Elia, incantato.-
-Altrettanto, piacere di averti conosciuto Elia- disse facendo per andarsene.
-Con chi sei qui?-
-Amici. Tu?-
-Idem. Di dove sei?-
-Non di qui- rispose sorridendogli sorniona.
Elia fece lo stesso sentendo la risposta arguta. -L’avevo immaginato. Se aspetti che finisca la sigaretta, torniamo dentro e ti offro qualcosa da bere- le propose.
-Va bene.- Angie si sedette a terra e invitò il ragazzo a fare lo stesso.
-Ne vuoi una?- le chiese offrendole il pacchetto di Lucky Strike.
Angie si tolse di tasca la confezione di tabacco per mostrargliela. -Sono a posto così, grazie.-
-Allora, che ci fai in questo piccolo angolo di paradiso?-
-Il locale intendi?-
-Sì, è un piccolo angolo di paradiso per noi del posto.-
-Cos’ha di così speciale?- domandò curiosa Angie.
-Be’, cos’ha di così speciale per te che non sei del posto per venire fino a qui?-
-Touché­.-
Elia diede un’ultima aspirata a quello che ormai era un mozzicone e poi lo lanciò.
Insieme si diressero all’interno del locale, dove l’aria era opprimente e si faticava a respirare. Si poggiarono al bancone del bar ed entrambi ordinarono una birra.
-C’è una festa a due chilometri da qui, potete venire tu e i tuoi amici se volete- le urlò nell’orecchio per sovrastare la musica assordante.
-Se riesco a trovarli tutti verremo. Dove si trova?-
-Proseguite dritto sulla provinciale e vi troverete davanti un cartello con scritto “Wonderland” con una freccia a sinistra. Comunque lo capirete per le macchine parcheggiate. Poi seguite il sentiero a piedi.-
-Va bene, grazie dell’informazione- rispose Angie allontanandosi perché aveva visto la sua migliore amica attaccata a un ragazzo coperto di tatuaggi su tutta la pelle visibile. Angie si frappose tra i due e si avvicinò all’orecchio di lei. -Roxanne, dobbiamo andare a una festa.-
-Dove?- chiese l'altra.
-A un paio di chilometri da qui.-
Roxanne allora comunicò le sue intenzioni all’amico appena conosciuto che guardava in cagnesco Angie. Un nuovo membro si era aggiunto alla compagnia.
-Tu trova gli altri. Dimitri è fuori, glielo vado a dire.-
Roxanne annuì e s’immerse nella ressa alla ricerca del resto della compagnia.
Angie uscì di nuovo e trovò Dimitri dove l’aveva lasciato. Pisolava steso sull’erba e accanto a lui c’erano Axandra e Pleck che chiacchieravano mentre si fumavano una sigaretta.
-Ehi- li salutò Angie.
Axandra le fece un cenno con la testa indicando divertita Dimitri.
-Dimitri, c’è Angie che ti cerca che vuole farti un pompino- lo chiamò Pleck.
Dimitri fu subito vigile e tutti si misero a ridere.
-Allora sono stata davvero la scopata migliore della tua vita- lo punzecchiò malvagiamente Angie.
-Sta’ zitta. Perché mi hai svegliato, stronzo?-
-Perché mi andava- rispose Pleck.
-E perché dobbiamo andare a una festa- s’intromise Angie.
-Per me possiamo anche dormire qui- disse Dimitri senza muoversi e chiudendo di nuovo gli occhi.
-Non fare il vecchio- lo rimproverò Pleck.

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