Cap.2

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La compagnia si era riunita tutta dove Dimitri faceva le sue resistenze sull’andare, lamentandosi del fatto che probabilmente la festa a cui erano stati invitati era in realtà un’orgia.

-Come se tu non avessi mai partecipato a un’orgia- lo zittì Angie e il ragazzo in tutta risposta le mostrò il dito medio facendola scoppiare a ridere. -Forza, una in più o in meno non ti cambia nulla- continuò a prenderlo in giro, ma questa volta con tono conciliante.

Dimitri sbuffò rumorosamente e si alzò in piedi seguito dal resto dei ragazzi che si erano seduti per riposarsi un po’.

La compagnia contava quattordici persone e tutte dedite alla promiscuità. Si godevano la vita e probabilmente era da perfetti irresponsabili poiché non badavano alle conseguenze, ma a loro piaceva così ed erano felici di ciò che facevano. Quella sera si era aggiunto anche la nuova conquista di Roxanne che si era trovato subito a proprio agio a chiacchierare con Pleck di tatuaggi, piercing e scarification. Anche Pleck era parecchio fornito di tatuaggi, se non avesse amato così tanto i suoi capelli ricci, si sarebbe rasato a zero e tatuato pure la testa. Il gruppo si avviò verso lo spiazzo erboso adibito a parcheggio e Angie fu l'ultima della fila perché Dimitri l’aveva trattenuta per il polso.

-Quindi quali sono i piani di stanotte? Non c'è bisogno di partecipare a un’orgia se vuoi che facciamo sesso- proferì con un sorriso maligno.

-Lo so perfettamente, Dimitri dei miei coglioni- rispose Angie ricambiando lo sguardo di sfida. -Dai- ricominciò raddolcendo il tono, -che vuoi sapere?-

-Chi è il padrone di casa?-

-Me l'ha detto un ragazzo che ho conosciuto stasera.-

-Spero per te che non suonino schifosa musica country questi bifolchi.-

-Non essere malvagio, non li conosciamo nemmeno- lo ammonì la rossa.

-Va bene, concedo loro il beneficio del dubbio, ma sappi che nessuno potrà salvarti dal mio “Te l'avevo detto”- rispose altezzoso.

Angie gli diede un pizzicotto sul braccio, ma anche se non gliel’aveva detto, pure lei sperava che non ci fosse nemmeno l’idea di suonare musica country.

In effetti Elia aveva ragione, riconobbero il posto principalmente grazie alle decine di auto incolonnate ai lati della strada deserta. Quando videro il cartello, Axandra pensò ad alta voce che fosse parecchio macabro e tutti si trovarono costretti a concordare.

-Ma cos’è, una casa?- domandò Roxanne ad Angie.

-Non ne ho idea- ammise lei.

Camminarono per una decina di minuti in mezzo alla boscaglia, seguendo le indicazioni di frecce disegnate si tronchi degli alberi e la musica e poi si trovarono di fronte a un rifugio di legno illuminato esclusivamente da candele e torce, senza vetri alle finestre e senza una porta. Intorno alla casa aleggiava un odore molto simile a quello che c’era nel locale, anche se lì si avvertiva qualcosa in più: si sentiva il profumo della gioventù libera, della tensione sessuale, di giovani eccitati, esagitati, surriscaldati. I Pantera risuonavano graffianti a tutto volume.

Angie si trovò a gongolare fiera del posto in cui aveva portato i suoi amici, guardò soddisfatta Dimitri che non ricambiò lo sguardo per non darle la soddisfazione.

Gente entrava e usciva dall’ingresso senza porta, quasi tutti fatti o ubriachi o entrambe le cose. Ridevano tutti sguaiatamente e se qualcuno conciato particolarmente male cadeva rovinosamente a terra, diventava lui oggetto di risa.

Varcarono la soglia e la scena non fu molto dissimile da quella ipotizzata ironicamente da Dimitri, corpi nudi, o quasi, si strusciavano infatti tra di loro in piccoli gruppetti di tre o quattro persone; altri più sani chiacchieravano e ridevano oppure facevano head-banging seguendo la musica. Bottiglie di alcolici erano sparse ovunque e una nebbia del fumo delle sigarette e degli spinelli rendeva l’ambiente offuscato.

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