Capitolo 4: Labirinto

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Jen voleva solo andarsene da là sotto. Le urla erano assordanti.

Non ci pensò nemmeno e con uno scatto cominciò a correre. Non aveva la più pallida idea di dove andare ma qualunque posto nell'universo sarebbe stato meglio di quella bolgia di non-morti che si sarebbe svegliata a breve.

-Ehi aspettami!-

Lucas le arrancava dietro come meglio poteva.

Aveva fatto almeno 10 metri in neanche un secondo e la fine di quell'immensa cripta era ancora lontana, ma quanto era grande quel posto!? Quante persone c'erano lì sotto? Non era sicura di volerlo sapere.

Con la coda dell'occhio notò una specie di buco alla sua destra; una galleria! Senza pensarci due volte ci si infilò il più velocemente possibile.

Lungo le pareti di quella lunga galleria c'erano altri cunicoli, alcuni scendevano, altri salivano, altri ancora precedevano dritti per poi dividersi in altri cunicoli.

Jen ne prese uno caso e continuò a correre e correre, cambiando galleria ogni volta che ne scorgeva una nuova. Non rallentò fino a quando le urla non diventarono altro che un sussurro distante.


Lontano. Ecco dove voleva essere, il più lontano possibile da quell'inferno di morti di cui ormai faceva parte. Non sapeva da quanto tempo stesse correndo, per tutto il tempo non aveva fatto altro che pensare a fuggire.

Inciampò per l'ennesima volta. Ritrovandosi la faccia sbattuta violentemente sul pavimento di pietra "Quelle maledette..." Perché, che senso aveva? Non potevano lasciargli le sue gambe invece di sostituirle con delle braccia!? Che senso aveva!?

Era impossibile correre in quel modo. Per l'ennesima volta si rialzò faticosamente. Un momento però... c'era qualcosa che mancava...

"Jen!" Cazzo, l'aveva persa!

"No no no no, ti prego no"

Era solo.

Là sotto.

Intrappolato in un fottutissimo labirinto di pietra insieme a un mare di zombie! Possibile che doveva sempre essere lo sfigato di turno!?

Un rumore.

Alle sue spalle.

Si voltò di scatto.

Gli sembrava aver sentito un rumore.

Se fosse stato ancora vivo avrebbe sudato freddo.

Era maledettamente inquietante stare lì sotto da solo. Avrebbe venduto l'anima pur di trovarsi da un altra parte o avere qualcuno con sé.

Di nuovo. Questa volta più forte. Un pianto. Un pianto dirotto.

Si mise a correre. Di nuovo.

Corri.

Inciampa.

Rialzati.

Corri.

Inciampa.

Rialzati.

Corri.

Perché era finito in una situazione del genere!?

Perché lui!?

Probabilmente non l'avrebbe mai saputo.


Quanto tempo era passato? Dieci minuti? Mezz'ora? Un ora? Un giorno?

Non ne aveva idea. Dopo che si era fermata e si era accorta che Lucas non era più dietro di lei, si era sentita triste, frustrata e... e...

La storia di un'amicizia oltre la morteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora