THE SHOW MUST GO ON

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Ti tremano le mani mentre afferri la penna e fai pressione su quel foglio così candido, così pulito.


𝘊𝘢𝘳𝘰 𝘑𝘰𝘩𝘯,


Fissi quelle parole da ore, Paul, e davvero non sai cos'altro aggiungere.

Osservo i tuoi occhi arrossati, le rughe che ti segnano il viso, e so che sei stanco.

E va bene, Paul, va bene essere stanchi.

Ne hai tutto il diritto.

So che ti hanno detto che scrivere potrebbe aiutarti, ma preferirei non lo facessi.

Questo dolore non è il tuo, non lo meriti.

Ma lo senti, vero?

Quattro proiettili piantati nella tua carne, che bruciano e trapassano quel corpo scosso da spasimi di dolore.

Davvero, Paul? Dopo così tanto tempo?

Non ne vale la pena.

Non piangi, ma è solo questione di secondi prima che tu non riesca più a trattenerti.

Sei solo e non devi dimostrare a nessuno di essere forte.

Tu sei sempre stato così.

Mostri le spine per nascondere i petali che cadono, avvizziti, sfiorando un terreno brullo e desertico.

Il tuo cuore non è fatto per essere un deserto, Paul.

È un giardino dell'Eden, un piccolo posto felice.

Lo vedi? Ci sono delle crepe nella tua armatura di gesso.


𝘔𝘪 𝘮𝘢𝘯𝘤𝘩𝘪 𝘤𝘰𝘴𝘪 𝘵𝘢𝘯𝘵𝘰.


Delle parole così semplici, eppure così immensamente grandi.

Questa è una montagna che non puoi scalare.


𝘔𝘪 𝘮𝘢𝘯𝘤𝘩𝘪 𝘥𝘢 𝘮𝘰𝘳𝘪𝘳𝘦.


Basta, Paul. Cosa hai fatto?

Perché piangi?

Le tue guance soffici rigate di lacrime, davvero un peccato.

Rigate è una parola così giusta.

Fa pensare a qualcosa che ti intacca fino alle ossa, a delle unghie nere che ti graffiano e artigliano la pelle.

Fa male Paul, lo so.

Ma c'è qualcosa che devi capire: tu non sei morto, non morirai se non fra tanti, tanti anni.

Le mancanze non uccidono.


𝘏𝘰 𝘪𝘮𝘱𝘢𝘳𝘢𝘵𝘰 𝘤𝘩𝘦 𝘭𝘦 𝘮𝘢𝘯𝘤𝘢𝘯𝘻𝘦 𝘶𝘤𝘤𝘪𝘥𝘰𝘯𝘰, 𝘑𝘰𝘩𝘯.

𝘚𝘦 𝘧𝘰𝘴𝘴𝘪 𝘲𝘶𝘪 𝘮𝘪 𝘥𝘪𝘳𝘦𝘴𝘵𝘪 𝘤𝘩𝘦 𝘴𝘵𝘰 𝘥𝘪 𝘯𝘶𝘰𝘷𝘰 𝘧𝘢𝘤𝘦𝘯𝘥𝘰 𝘪𝘭 𝘴𝘦𝘯𝘵𝘪𝘮𝘦𝘯𝘵𝘢𝘭𝘪𝘴𝘵𝘢 𝘥𝘦𝘭 𝘤𝘢𝘻𝘻𝘰, 𝘦 𝘢𝘷𝘳𝘦𝘴𝘵𝘪 𝘳𝘢𝘨𝘪𝘰𝘯𝘦.

𝘌 𝘲𝘶𝘦𝘴𝘵𝘢 𝘭𝘦𝘵𝘵𝘦𝘳𝘢 𝘯𝘰𝘯 𝘩𝘢 𝘴𝘦𝘯𝘴𝘰, 𝘱𝘦𝘳𝘤𝘩𝘦' 𝘪𝘰 𝘢𝘯𝘥𝘳𝘦𝘪 𝘢𝘷𝘢𝘯𝘵𝘪 𝘱𝘦𝘳 𝘰𝘳𝘦 𝘢 𝘴𝘤𝘳𝘪𝘷𝘦𝘳𝘦 𝘤𝘩𝘦 𝘮𝘪 𝘮𝘢𝘯𝘤𝘩𝘪.

𝐓𝐇𝐄 𝐒𝐇𝐎𝐖 𝐌𝐔𝐒𝐓 𝐆𝐎 𝐎𝐍 - mclennonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora