Capitolo 2.

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Stamattina senza sveglia.
Avevo il turno delle 18 a lavoro quindi potevo dormire tranquillamente.

Noooo,non potevo dormire, avevo le prove con i produttori a scuola. Saltai dal letto che erano le 9, mi preparai in tempo record e per le 9.45 arrivai a scuola.

La mattinata e metà pomeriggio passarono velocemente. Provammo diversi pezzi per vedere quale si addiceva ad ognuno di noi. Ci stavano anche altri ragazzi che dovevano cantare nello spettacolo.

Oltre alle prove conoscemmo anche meglio i produttori.
Harry aveva 25 anni, viveva a Milano con la sorella. Lavorava nella casa discografica Malik da quando aveva 23 anni.
Zayn invece era il figlio del proprietario della casa discografica. Lui aveva 23 anni e lavorava li da circa due anni, da quando suo padre si era ammalato. Viveva da solo a Milano.

"Prof io vado, tra poco inizio il turno a lavoro, ci vediamo domani." Salutai la prof e stavo per uscire dal liceo quando mi fermarono prendendomi il polso.
Mi girai e c'era Zayn.

"Ti accompagno al lavoro. Posso o ti da fastidio?" Mi chiese.

"Ehm, certo, ma poi ti ricordi la strada per tornare?"

"Penso di no, ma voglio venire lo stesso, conosco un po la città e faccio una passeggiata. Mi scoccio di stare a casa."

Così ci incamminammo. Durante il tragitto nessuno dei due apri bocca.

"Eccoci" riuscii a dire appena arrivati fuori al bar.
Lui annuì ed entrammo. Salutai il proprietario e andai al mio posto dopo aver indossato il grembiule.

"Posso offrirti qualcosa?" Gli chiesi da dietro al bancone.

"Oh si grazie, un the alla pesca." Mi disse sedendosi su uno sgabello davanti al bancone.

"Offre la casa." Sorrisi appoggiando il bicchiere sul bancone.

Lo vedevo con lo sguardo perso nel vuoto mentre servivo gli altri clienti.

"Se vuoi andare a casa vai." Gli dissi raggiungendolo al bancone.

"Ma no, resto un altro po. Tanto ci sta poca gente così ti faccio anche compagnia." Mi disse sorridendomi.

Restó con me fino alla chiusura, parlammo tutto il tempo visto che c'erano pochi clienti.
Mi disse che viveva da solo da quando aveva 18 anni, voleva essere indipendente e voleva lavorare per mantenersi, ma il padre non glielo permetteva perché essendo una famiglia benestante aveva soldi per vivere. Mi disse che con il padre non aveva un bel rapporto perché era un uomo duro, voleva comandare su tutto. Mentre con la madre aveva un bel rapporto, era dolce e con lei parlava di tutto.
Poi mi chiese di me, gli dissi che abitavo da sola da un anno e che lavoravo in quel bar per mantenermi. I miei sono morti in un incidente da ormai sei anni. Dopo la loro morte andai a vivere da mia nonna. Mia nonna è scomparsa un anno fa è così decisi di vivere da sola.

Mi piaceva passare tempo con lui, parlavamo come se ci conoscessimo da una vita.

"Sono stato bene con te, adesso però io torno a casa. Buonanotte Sara." Mi disse e mi lasció un bacio sulla guancia.

"Buonanotte." Riuscii a dire in un sospiro.

Arrivata a casa mi buttai sul letto.

Presi il telefono. 7 chiamate perse. Pulce.

Composi il numero e lo chiamai.

"Ciao Marco, scusami se non ti ho risposto ma sono stata impegnata tutta la giornata."

Ci organizzammo per il giorno dopo.

Mi feci una doccia e andai a letto.

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