Capitolo 1.

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Biiip. Biiip. Biiip.

-maledetta sveglia- il primo pensiero che ogni mattino è presente nella mia mente.

Spostai le coperte e appoggiai i piedi sul pavimento freddo e beige con venature rosa.
Odiavo sentire suonare la sveglia.

Erano le 5.15, alle 6 in punto iniziavo il mio turno al bar, bisogna lavorare per mantenersi quando ormai i tuoi genitori non ci sono più.
Poco più di mezz'ora ed ero pronta.
Doccia, un po di trucco, matita nera, mascara e rossetto rosa tenue.
Alle 6 meno poco minuti scesi da casa, il bar si trovava proprio sotto al palazzo dove abitavo.
4 piano e l'ascensore rotta.
Proprio quando si dice che la fortuna sta dalla tua parte.

Il mio turno finiva alle 14.00.
Mattinata tranquilla, i soliti clienti a fare colazione, qualche gruppo di ragazzini che avevano fatto sega a scuola e qualche coppia di vecchietti innamorati.

Mangiai qualcosa al bar, pizzetta e busta di patatine e mi diressi verso il liceo classico che ormai non frequentavo più. Mi ero diplomata due anni prima con il massimo dei voti, volevo andare all'università, medicina, ma qualcosa purtroppo non me l'ha permesso.

"Ciao Sara. Come stai?" Mi domandó la prof Castaldo, prof di canto, appena mi vide.
Che ci fa una professoressa di canto nel liceo classico?
Beh, questo era il primo anno in cui avevano inserito un nuovo indirizzo in quel liceo, l'indirizzo musicale e stavano preparando uno spettacolo per "inaugurare" questa nuova idea.
Io amavo cantare, era l'unica cosa che mi faceva sentire bene.

"Bene prof, grazie, lei?" Risposi facendole un sorriso.

"Bene mia cara, sai, devo dirti una cosa molto importante."

"Mi dica prof, sono curiosissima"

"Stamattina mi ha chiamato il direttore dell'istituto, ovvero colui che mi ha permesso di portare l'indirizzo musicale in questo liceo, e mi ha detto che siamo stati contattati da una grande casa discografica e che ci vuole mandare uno dei produttori per far si che il nostro spettacolo sia uno dei migliori."

Oddio, non ci credo. Mi sta prendendo in giro di sicuro. Mi tremavano le gambe, sentivo caldo, non riuscivo a stare in piedi. Visto che non rispondevo la prof continuó
"La casa discografica è Malik. Tu la conosci?" Mi domandó.

La Malik? No, non ci credo. Ho sempre sognato di lavorare con loro.
Non riuscivo a parlare, le parole erano bloccate nella mia gola. Riuscii solamente a sorridere. Forse avevo anche una faccia da deficiente visto che la prof mi sorrise e mi disse di riprendermi.

"Oh che bello prof, sono contentissima." Solo questo riuscii a dire,6 stupide parole.
Dovevo riprendermi, non potevo starmene qui, ferma.

"Ci dobbiamo preparare, arrivano due collaboratori di questa casa discografica verso le 18. Non prendere impegni." Mi sorrise e si allontanò.

Erano le 15.10, ci stava tempo.
Decisi di provare uno dei brani che dovevo cantare nello spettacolo.
Lo spettacolo che avevano organizzato non aveva un tema ben preciso, si cantava solo per far conoscere un nuovo indirizzo scolastico e per far conoscere ai genitori che avevano figli che volevano frequentate questa scuola cosa dovevano studiare.
Io non potevo frequentare ormai la scuola, ero abbastanza grande e già diplomata, ma la prof, che a me insegnava storia della musica, ha voluto che io cantassi lo stesso.
"You've been on my mind
I grow fonder every day loose myself in time
Just thinking of your face God only knows
Why it's taking me so long to let my doubts go
You're the only one that I want...."

Amavo questa canzone, mi rilassava cantare tutte le canzoni di Adele, ma questa la sentivo più mia, forse perché ho vissuto qualcosa simile a ciò che racconta la canzone.. Cercare di stare con qualcuno che ha il cuore duro.

Erano le 17.55, stavo seduta nella sala dove provavamo di solito, Stavamo io e la prof Castaldo ad aspettare i collaboratori della casa discografica.

Toc toc.

A quel suono il cuore mi sali alla gola, non riuscivo ad alzarmi dalla sedia.
Non adesso Sara. Non puoi fare la figura dell'idiota proprio adesso.

La prof andò ad aprire e davanti ai miei occhi c'erano degli occhi neri.
Ma non un nero normale, un nero in cui ti ci perdi.
Non riuscivo a staccare i miei occhi da quei due occhi neri.

"Salve, sono la professoressa Lucia castaldo, sono lo prof di musica." Disse la prof rivolgendosi ai due ragazzi.
Due ragazzi? Io ho visto solo due occhi neri.

-per forza, se guardi a destra di quegli occhi ne trovi altri due rincoglionita.- Ooh la mia vocina interiore è sempre gentile con me. Odiosa.

Sposati gli occhi a destra e trovai altri due occhi, ma questi erano blu, un blu profondo che non mi fece nessun effetto.

"Salve io sono Harry Styles e lui è Zayn Malik." Rispose il ragazzo con gli occhi blu.

"Lei è Sara Mottola, è la cantante più brava che abbiamo." Mi presentó la prof.

-Saraaaaa, ti svegli cazzo?!- si, questa volta la mia vocina interiore ha ragione, ma il problema non sono io, sono quei due occhi neri come la pece che non si staccano dai miei occhi verdi.

Cercai di riprendermi.
"Salve" riuscii a dire. Allungai la mano e strinsi la mano di quel ragazzo che pare si chiamasse Harry, non stavo ascoltando con attenzione durante le presentazioni, e poi strinsi la mano anche a Zayn.

Zayn. Così si chiamava il ragazzo dagli occhi neri.

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