Giorno di Settembre

0 0 0
                                    

Lunedì, 10 Settembre-ore 7:10 del mattino
*ALLARME DELA SVEGLIA*
Ah il lunedì mattina, rende sempre tutto più complicato, dopo la festa di ieri sera, svegliarsi in tempo per Rendy, si presentava come un impresa pressoché impossibile.
Fuori la giornata era fresca, tirava un freddo vento leggero, che riusciva a spazzare via le foglie secche dal giardino di casa, il cielo era coperto da grossi nuvoloni grigi, pieni d'acqua, che non lasciavano spazio al sole. Le tende azzurre della cameretta erano ancora chiuse, così come le finestre che tenevano al calduccio il ragazzino dai capelli scuri che giaceva ancora nel letto, con il suo pigiama estivo ancora in dosso. Purtroppo le alternative erano due, svegliarsi in tempo o rimanere a dormire e fare tardi a scuola, il bus sarebbe arrivato tra circa mezz' ora e conoscendo l'autista del 113 non avrebbe atteso un minuto di più se Rendy non si fosse presentato in tempo.
Fù cosi che il nostro protagonista, finalmente decise di alzarsi dal suo comodo letto a doppia piazza, arruffare le coperte, e scendere per colazione; la casa in cui viveva si trova in un quartiere non molto lontano dal centro di Lissemburg una piccola cittadina nel sud della Scozia, l'abitazione è di modeste dimensioni, uguale a tutte le altre circostanti, la cameretta di Ren si trova all'ultimo dei 2 piani, nella soffitta. Quando si trasferirono quì la camera spettava al Rosie, la sorellina piu piccola ma sin dalla prima notte ha sempre avuto paura di dormirvici perciò la camera fu data a Ren, fortunatamente lui non ci ha mai trovato nulla di strano.
"Buongiorno Ren, dormito bene?" Chiese mamma Jess mentre era impegnata a preparare la colazione, lei ha sempre rappresentato un punto di riferimento per Ren perché è sempre di buon umore.
Jess Smith, mamma di Ren, lavorava in un ufficio nel centro città che produceva li giornale locale: il "DAILY REPORT"
lavorava molto, solo il lunedì aveva un permesso per arrivare più tardi in ufficio così da poter accompagnare Rosie a scuola
"Mh..non tanto mamma, il letto sembrava attrarmi come una calamita stamattina"
"Che coincidenza, la mamma ti ha preparato i tuoi pancakes preferiti proprio qualche minuto fa , perfettiper tirarti su il morale" ed una volta ancora Jess riuscì a migliorare la situazione..
Infatti Ren impazziva per i pancakes alla banana che preparava la signora Smith, era capace di divorarne una pila intera in meno di un minuto, fenomenale.
"Grazie mamma, tu sai sempre cosa ci vuole per migliorare il mio umore" nonostante la sorpresa però, Ren stava ancora sognando di tenere i suoi piedi al calduccio sotto le coperte della nonna
"MAMMA", una voce sottile e stridula proveniva dal piano di sopra e c'era solo una persona capace di parlare così ad alta voce di mattina presto..... era senza alcun dubbio ROSIE
Rosie era una bambina di 4 anni, aveva i capelli biondi canarino e gli occhi verdi come quelli di suo fratello maggiore, frequentava l'asilo ed era una vera e propria peste con tutti, tranne che con Ren, lei stravedeva per lui anche se non voleva ammetterlo
"Ciao piccolina, dormito bene?"
"Si,ciao Renny" scese veloce le scale per correre ad abbracciare il fratello
"Ciao Rosie" disse con aria distratta ed infastidita "mamma salgo a prepararmi, il signor.Addam sarà qui tra poco"
Strisciò lentamente con aria stanca e silenziosa su per le scale in direzione della camera da letto, la cui porta era rimasta aperta a tre quarti da quando Ren stesso aveva lasciato la stanza poco prima.
Al piano di sopra regnava un silenzio assordante, nulla si muoveva e si sentiva a stento il rumore del chiacchiericcio di Rosie al piano inferiore mentre raccontava con interesse il sogno fatto la notte precedente, questo silen zio fu d'un tratto interrotto da un forte tuono, seguito dall'inizio di una pioggia fitta e incessante.
Rendy si smosse appena quando sentì quel rumore, nulla di che, girò a malapena lo sguardo verso la finestra del pianerottolo ed è a quel punto che rimase fortemente sorpreso... dai vetri della finestra la pioggia non accennava minimamente a smettere e grossi nuvoloni grigi coprivano tutta Lissemburg, dal centro fino alle periferie più lontane.
"Un altra giornata di pioggia, sarà meglio portare l' ombrello oggi, o tornerò a casa bagnato come un pulcino"pensò tra se e se
Rassegnato ormai all'idea di un altro giorno di scuola, Ren iniziò a prepararsi, aprì l'armadio e scelse i vestiti, fece il letto ancora in disordine e rassettò al meglio la camera nel caso la mamma avesse ospiti in programma per il pomeriggio, nonsi sa mai.
Proprio mentre usciva distratto dalla camera una sagoma di medie grandezze colpì la finestra nel tetto spiovente della camera attirando l'attenzione di Ren che corse in cerca del luogo da cui il suono proveniva, purtroppo , non fece in tempo ad arrivare al vetro che la figura si era già spostata lasciando dietro di se solo una leggera ammaccatura sulla superficie di schianto.
Il ragazzo non sapeva che fare, l'ammaccatura era talmente piccola che era quasi impercettibile ma Rendy aveva paura che la signora Smith lo avesse potuto scovare mentre lui era via per scuola.Decise di lasciar perdere e di proseguire col'prepararsi per uscire oramai non mancava tanto, il rumore del clacson dello scuolabus del signor.Addam si sarebbe fatto sentire a momenti.
-7:45-
Rendy Smith scese veloce le scale sapendo di essere in ritardo, arrivato al piano di sotto afferrò di striscio la scatola della merenda diede un bacio alla sorella, infilò le scarpe, prese l'ombrello rosso e uscì velocemente dalla porta d'ingresso.
Giusto in tempo...lo scuolabus stava appena per lasciare casa Smith, ma si arrestò velocemente quando vide il ragazzino correre per salirvici. Lo scuolabus non aveva niente di particolare era giallo sbiadito con le strisce nere di pittura, aveva tanti piccoli finestrini quadrati sui fianchi ed una grande targa sul retro, proprio sopra la porta a ventaglio dalla quale si saliva, c'era una scritta che riportava la cifra 113 che rappresentava il numero di riconoscenza di tutti i bus. All'interno era stretto e lungo i sedili erano di tessuto blu notte con una fantasia ormai in riconoscibile perché rovinata dal tempo.
Ren si fece strada all'interno del veicolo-
"Buongiorno signor.Addam , mi scusi il ritardo" disse con tono infelice e stanco
"Allora, signorino Smith, le consiglio di presentarsi in orario la prossima volta o non starò ad aspettarla come ho fatto oggi"
urlò bruscamente a Ren che non lo stava quasi ascoltando, ormai finiva così ogni mattina e il ragazzino dai capelli castani sapeva che non sarebbe mai successo che lo scuolabus partisse senza di lui, d'altronde l'unica volta che capitò il signor.Addam si prese una bella sgridata da suo padre.
Rendy si andò a sedere in ultima fila, tutti gli altri ragazzini avevano già occupato i posti migliori di conseguenza non c'era grande scelta; solitamente non si sedeva mai nessuno in ultima fila poichè si dice che un giorno un ragazzino ci aveva trovato un topo che mangiava un sandwich, ma Ren a questa inutile storia da corridoio non ci aveva mai creduto.Stranamente però una volta percorso un isolato, alla fermata di Pollen Street, lo scuolabus si fermò poco prima delle strisce pedonali, davanti ad una villetta molto carina, di mattoni bianchi e tetto rosso; tutti si affacciarono dai finestrini, mr.Addam non aveva mai fermato il suo veicolo a questa fermata il che significava che un nuovo ragazzino stava per arrivare e salire con loro; così successe infatti pochi minuti dopo le porte automatiche si aprirono ed un paio di scarpe rosse da ginnastica tutte bagnate dalla pioggia salirono il primo gradino; intanto Rendy all'ultimo posto non aveva la possibilità di affacciarsi ai lati del bus e quindi non si era nemmeno accorto della fermata in un nuovo quartiere.
Una ragazzina dai capelli neri corvino e gli occhi verdi smeraldo occupò l'ultimo posto dello scuolabus proprio di fianco a Ren, era molto sorridente e appena accomodata sul sedile iniziò a sistemare i libri fuori posto nello zaino, il rumore dei suoi bracciali di perline colorate si diffusero per tutta l'aria circostante.Il silenzio tra loro due si fece sentire sempre di più, così decise di parlarle..
"Ciao,come ti chiami?" Disse Ren con timore di non starle simpatico già a primo impatto
"Ciao, io sono Ophelia Brown" rispose chiudendo definitivamente lo zaino scolastico
Dopo qualche secondo per analizzare la risposta Rendy tornò a respirare e a rilassarsi
" io sono Rendy Smith, non ti ho mai vista nei paraggi trasferita da poco?"
Ophelia si spostò la ciocca di capelli neri dagli occhi e fece per rispondere
"Già, non sono di Lissemburg vengo da Randerville una cittadina vicino Londra"
"Ah bene, quindi anche tu frequenterai la St.Johan quest anno"
Ren iniziò a sciogliersi ed il suo morale sembrava migliorare sempre di più
"Si i miei genitori mi hanno iscritta lì per un periodo di prova di un mese, al termine decideranno se farmi rimanere o no"
"Vedrai che ti troverai bene, certo si potrebbe desiderare di meglio ma alla fine è solo una comune scuola scozzese"
Ophelia sorrise, sembrava trovarsi bene con Rendy, nonostante i due avessero desiderato di poter rimanere a chiacchierare sul retro dello scuolabus per ore, furono interrotti dalla brusca frenata di mr.Addam, che arrestò il veicolo dall'altra parte della strada rispetto all'istituto.
Ren ed Ophelia scesero dal bus tristi di non poter continuare a scambiarsi racconti ed esperienze, attraversarono la strada e si trovarono davanti il cancello della St.Johan
La Saint Johan era un istituto del 1989 costruito in grossi mattoni riverniciati di bianco ormai sgretolati sui bordi, aveva la forma di una grande chiesa ed era un edificio molto imponente, l'interno invece era completamente diverso dall'esterno per via della recente manutenzione, i corridoi erano lunghi e spaziosi ricoperti di armadietti ai lati, anche le classi erano ampie e luminose....apparentemente suona come una scuola perfetta, fino a quando non si viene a conoscere i professori
-8:00-
*CAMPANELLA*
"Ophelia"chiese Rendy con il fiatone per via della corsa fatta per arrivare in tempo
"Si Rendy"
"In che classe sei capitata?"
Ren sperò in quel momento che Ophelia fosse capitata nella sua stessa classe al liceo la 1°C con tutto se stesso, mentre Ophelia formulava la risposta con incertezza il cuore di Ren batteva all'impazzata
"Ecco...io..non lo so"
"Cosa? In che senso? Dove andrai ora?"
"Tranquillo Rendy, mi hanno detto di andare in vicepresidenza, lì mi spiegheranno tutto e tra non molto mi presenteranno nella nuova classe"
I corridoi erano affollati, ragazzi dai 13 ai 18 anni correvano per non fare ritardo anche quella mattina, così Ren e Ophelia si riuscirono a malapena a salutare con la mano. Ren guardò l'orologio appesto al muro della bacheca della scuola era tardi corse fino in classe più veloce di chiunque altro, fortunatamente la professoressa di geografia, la signora Effor non era ancora in classe....per un pelo.
-12.27-
Il professore di matematica parlava e parlava, parole su parole, ma Rendy Smith aveva la testa da un altra parte, pensava e ripensava all'accaduto di qualche ora prima a casa durante la tempesta di pioggia
"Smith,Smith?!" Urlò il professor.Shefford
Ren balzò dalla sedia quando sentì urlare il suo nome, sapeva di essersi cacciato in qualche guaio che nemmeno era cosciente di aver fatto
"Ma allora! Si concentri" "la ho chiamata per venire alla lavagna, meglio per lei che sappia svolgere l'esercizio, oggi niente scuse"
"Certo signor.Shefford, mi spiace tanto" disse Ren con aria vergognata e spaventata
-13:00-
*CAMPANELLA*
Fiumi di ragazzini si precipitarono fuori dalle aule quando la campanella del primo piano annunciò la fine della giornata scolastica a tutti, per Rendy fù una giornata molto confusa, Ophelia non si era fatta viva da quando si erano salutati, chissà che fine avrà  fatto, si ripeteva Ren. Risalì sullo scuolabus nel tentativo di ritrovarla lì ad aspettarlo, ma niente. Quando il bus passò per Pollen Street, tentò persino di affacciarsi a cercare casa di Ophelia ma sembrava essere vuota.
Circa mezz ora dopo Ren arrivò a casa impaziente di pranzare, la fame si faceva sentire siccome ad ora di merenda era troppo distratto a pensare ad Ophelia che non aveva nemmeno mangiato il suo tramezzino
"Ciao mamma, sono a casa" disse, lanciando via gli stivali bagnati
"Ciao tesoro, come è andata a scuola? Tutto bene spero"
La mamma era in cucina a preparare il pranzo, Rosie invece guardava i cartoni in Tv a volume alto quindi era difficile sentire Jess parlare da lontano
"Si mamma ma preferisco non parlarne,non sono dell'umore" rispose con lo sguardo fisso per terra
"Rendy avevi posta prevista?" Chiese la mamma gridando il più forte possibile
"Cosa mamma, non ti sento" "Cavolo Rosie abbassa il volume non riesco nemmeno a sentire la ma mma!"
"No dicevo, avervi posta prevista, il giardiniere oggi ha trovato una lettera per terra in giardino chiusa con tanto di sigillo"
"No mamma in verità no, ma fa vedere" chiese impaziente Ren
"Sta sul comodino di camera tua"
Rendy non aspettò un altro secondo e sfreccio veloce di sopra, spalancò la porta e si mise a cercare la lettera,
Eccola la trovò sul comodino destro, era di carta giallastra protetta da un fiocco di spago e chiusa da un sigillo che recitava la sigla "H"
"Che strano, pensò Rendy Smith, non aspettano assolutamente nessuno"disse pur sapendo che nessuno avrebbe sentito.
Prestò attenzione e girando la lettera sembrava essereci una piuma marroncina incastrata nello spago della letetra...

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 29, 2022 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

Nascosto dagli occhi : l'essenza della magiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora