Tagli, aria colorata e confusione.

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"Si, Louis. Che ne dici?"

"H-ho detto mi dispiace," balbetta Louis. Viene spinto di nuovo contro il muro dal ragazzo più grande. Sussultando dal dolore e lasciando cadere le lacrime sul viso. Si avvicina e terrorizza di più il ragazzo di sette anni.

"Forse la prossima volta dovresti dare al mio fratellino il camion durante l'ora di gioco," ringhia a Louis. I suoi occhi riempiti d'acqua, deglutisce con un cenno del capo. Il ragazzo più grande prende la mano del suo fratellino, stringendola saldamente. Guarda un'altra volta Louis. "Mi hai capito?!"

Louis annuisce di nuovo e piagnucola nella sua gola. Il ragazzo cammina con suo fratello lontano da Louis mentre scivola giù e piange dentro il suo zaino. É solo e sta aspettando che sua madre lo venga a prendere dalla scuola elementare.

Ha sette anni, e non dovrebbe affrontare i bulli - specialmente quello grande, brutto dalla media(N.A. indende la scuola media, se non si capisse) - alla sua età. É sempre preso di mira, senza motivo. É diverso, a quanto pare. Louis non aveva amici. A lui piacciono le strisce, agli altri piace sporcarsi. A lui piace la matematica, agli altri piace immaginare fonici(N.A. questa parte l'ho tradotto come suonava meglio, scusate se probabilmente ho sbagliato qualche parola e se l'ho fatto correggete pure). Louis é l'opposto; lui é debole, loro sono forti.

Non é stato un grande anno fino ad ora. Lui é logicamente spaventato da tutto; gli insegnanti, i libri, la fontana delle bevande--tutto.

Rimuove duramente le lacrime e si rialza. Cammina fuori dalle porte scolastiche e si siede sulle scale aspettando l'auto. É affezionato alla fontana vicino alla quercia, e trotta verso essa per sedersi sul bordo. L'acqua é di un bel colore chiaro e riflette il viso di Louis. Sorride tra se, nonostante il taglio goccioli ancora sangue dalla sua guancia.

"Ciao," sente qualcuno urlare. Salta e grida leggermente, la voce diventa soffocata mentre cade nell'acqua della fontana. Tossisce mentre striscia fuori, tremando come un cane e tossendo miserabilmente. Non c'é nessuno qui.

"C-cosa?" Louis rabbrividisce. "Ciao?" Chiama. "C'é qualcuno qui?"

"Ciao," la voce é dietro di lui. Louis si gira e non vede nessuno. Sospira e lancia uno sguardo stanco all'ambiente aperto, recuperando il suo equilibrio e i suoi occhi si allargano vedendo un ragazzo con i capelli ricci e gli occhi verdi fissarlo.

"Chi sei tu?!" Grida al ragazzo. Sembra essere della stessa età di Louis, pensa. "Ciao."

"Ciao," dice per la terza volta oggi. "Sono Harry, o puoi chiamarmi Hazza, se vuoi!"

Louis sorride al ragazzo carino. "Io sono Louis, o Lou, o Boobear. Qualsiasi va bene. Mi piacciono tutti--"

"Cos'é questo sulla tua guancia?" Harry indica il taglio e lo tocca. Louis risucchia un respiro e schiaffeggia via la mano di Harry.

"Fa male, Hazza," dice Louis. "É di quando Thomas mi ha colpito. É un grande bullo."

Harry s'imbroncia. "Starai bene?"

"Si. Dov'é la tua mamma? Sta venendo a prenderti?"

"No. Alla mia mamma non piaccio molto," spiega Harry. "Posso venire a casa tua e giocare con i tuoi giocattoli?"

Una macchina si ferma e la mamma di Louis chiama suo figlio. Vede Louis parlare con... se stesso. Louis sorride e afferra il suo zaino, fermandosi un momento prima di correre alla macchina e aprire lo sportello. Salta dentro e appoggia il suo zaino a terra, lasciando lo sportello aperto per un pó.

Sua mamma guarda Louis interrogativamente e Louis finalmente si siede e si allunga sul sedile per chiudere lo sportello. Si allaccia la cintura di sicurezza, e quella alla sua sinistra, e guarda sua madre con un simpatico sorriso.

"Louis, che stai facendo, e perché sei tutto bagnato?"

"Mamma," Louis indica lo spazio vuoto. "Questo é il mio nuovo amico. Il suo nome é Harry. Dì ciao, Harry," Louis ridacchia e Johannah gli manda uno sguardo di disapprovazione.

"Stai bene, tesoro?" Chiede. Pensa che Louis potrebbe aver preso freddo. "Hai mal di testa."

"No! Certo che no, mammina," Louis ride. "Mamma, Harry puó vivere con noi per un pó? Lui non piace molto alla sua mamma."

Jhoannah si gira senza una risposta, portando suo figlio alla clinica terapeutica più vicina.

*****

"Mrs. Tomlinson, suo figlio sta perfettamente bene," la terapista sorride. Johannah sospira in sollievo e guarda suo figlio, ancora parla all'aria. Inizia a diventare ansiosa.

"C-che c'é di sbagliato in lui?" Domanda. "Perché sta facendo questo?"

"É un tipico caso infantile, Johannah. Ha un amico immaginario." Dice la terapista. "Durano per una vasta quantità di tempo durante l'infanzia ma non dovrebbe influire molto. Sono buoni per i bambini. Mostra che sono vivaci, ma anche davvero soli. Non persuada troppo Louis sul suo piccolo amico, okay?"

Johannah respira a disagio. "Vorrebbe dire che devo fare cose per esso, come un vero umano?"

"Faccia come dice suo figlio, Mrs. Tomlinson," dice. "É il miglior modo per fare le cose."

Annuisce e ringrazia la terapista per il suo tempo. Porta suo figlio e il suo amico immaginario alla macchina, lasciandoli allacciarsi da soli, e Louis allaccia Harry. Johanna posa le mani sul volante e geme. Potrebbe pure conoscere Harry finché ne ha la possibilità.

"Louis," chiama. "Come sembra Harry, amore?"

"Non puoi vederlo?" Chiede. Il sorriso di Johannah cade completamente, ma Louis risponde gioioso. "Ha degli occhi davvero verdi e ricci, aggrovigliati capelli. É davvero, davvero carino."

Louis inizia a ridere ed esultare eccitato dietro, parlando con questo Harry che sembra rendere Louis più felice di tutto il tempo di gioia prima di incontrarsi. Johannah guida dalla clinica, e guarda suo figlio dallo specchietto retrovisore, felice di sapere che suo figlio sta sorridendo di qualcosa la quale non ha a che fare con il gelato.

***
Here we are.
Che ne dite di questo piccolo inizio? É un pó corto, ma penso sia bello a prescindere dalla lunghezza, no?
Okay, io sparisco. Votate please.♡

P.s. grazie a shjizh per la copertina

Transparent ➳ l.s. [Italian]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora