Prologo

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A solo sedici anni, non potevo sapere cosa volesse dire essere solo, ed è principalmente per questo che ho deciso di partire. Io, Adam, Joe e Jill. Eravamo partiti su un vecchio furgoncino rosso, che era il mio tanti deludente regalo di compleanno, sul quale era stampato, fortunatamente non troppo in vista, il mio nome e cognome: Harry Styles. Non so se mia madre aveva auto paura che dimenticassi  come mi chiamo o che nessuno lo avrebbe saputo.

Adam era, da sempre il mio migliore amico. Quando avevamo qualche mese, suo padre venne a lavorare nell'unico supermercato esistente nel nostro paesino, che appartiene alla mia famiglia da generazioni. Lui era, in assoluto, la persona che aveva accettato più facilmente la mia omosessualità. Jill era la sua bellissima ragazza da ormai due anni. Magra, bionda e con due occhi di un verde chiarissimo. Era la ragazza più timida della scuola, ma con noi aveva imparato ad aprirsi e divertirsi. Joe era il noiosissimo fratello gemello di Jill. Nessuno lo sopportava, ancora meno lei, ma eravamo quasi costretti a portarcelo dietro, un po' perchè è troppo pettegolo per sapere, un po' perchè, senza di lui, non avremmo saputo chi prendere in giro.

Ho lasciato dietro di me la madre più dolce del mondo, il padre più lunatico della galassia e Gemma, la sorella più dolcemente simpatica e incredibilmente bella che io abbia mai visto. Ma l'entusiasmo che derivava dal proibito era più forte di tutto il resto, più forte dell'amore per la mia famiglia, più forte del lavoro certo che rischiano di perdere. Ma ora, sei mesi dopo, mi rendo conto di quando io abbia sbagliato. Ero stato stupido e ingrato e avevo commesso una pazzia. Così stiamo ripercorrendo la nostra strada. Quella che ci ha visti correre verso l'incertezza e nascondere la paura dietro gli occhi di chi è scappato dalla vita per inseguire la follia dell'andarsene; la stessa che ora ci porta verso casa, verso chi ci ama. Perchè, dopo aver trovato noi stessi, dovevamo ritrovare la nostra vera vita. Era ora di tornare alle certezze.

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Entro nel supermercato dentro il quale, fino a qualche anno fa, correvo sognando di essere io a servire il mio paese.

Vedo mio padre sorridere a un ragazzo sui diciotto anni. Lui mi vede e, con mia sorpresa, mi corre addosso e mi stringe in un abbraccio che mi fa sentire a casa. Mi sorride come non faceva da tempo. "Rieccoti, figliolo. Ci sei mancato tanto!" Mi sussurra all'orecchio. Si gira verso il ragazzo, che, ora posso vedere, è davvero bello. La luce che entra illumina I suoi occhi color ghiaccio che mi lasciano senza fiato. "Harry, ti presento Louis, Louis Tomlison."

Spero sia decente. Se piace continuero:)

That boy.|LarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora