Uno.

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Louis Tomlison.
Un totale sconosciuto dagli occhi azzurri e i capelli spettinati, con una T-shirt nera coperta da un grembiule. Le braccia sono tatuate, solo tatuaggi neri. Reato fermo ad ammirarlo fino a quando mio padre mi scuote gridando il mio nome, poi mi rendo conto che Louis sembra decisamente infastidito e mio padre decisamente confuso.
"Vi conoscete?" Chiede incuriosito.
"No." Risponde secco Louis.
Dio, la sua voce.
Mio padre non sa della mia omosessualità, o forse lo sa ma gli costerebbe troppo ammettere che suo figlio, il suo unico figlio maschio, oltre ad essere incapace a scuola e in ogni sport, é gay. Mia sorella Gemma lo sa, io e lei ci siamo sempre detti tutto, e sono sicuro che mia mamma ne sia più che certa, ma anche lei non vuole credere al suo bambino piacciono gli uomini. I miei genitori sono molto religiosi e tradizionalisti, io ho già infranto troppe regole. Per questo, sei mesi fa, son scappato. Nella notte fredda, in un gennaio più congelato del mio cuore. Ho chiamato a casa una settimana dopo e, dopo i primi tre mesi di totale rabbia, io e i miei ci siamo sentiti tutti i giorni.
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Quando entro in casa, mia mamma corre verso di me sorridendo. Devo ammettere che quel sorriso mi era mancato e non poco. Mia mamma é sempre stata bellissima -la donna più bella del mondo, a mio parere-, ma a non vederla per così tanto tempo noto qualche ruga che sei mesi fa non c'era.
La sento piangere sulla mia spalla e mi sussurrarmi:"Mi sei mancato, Haz!" A quel punto non riesco a trattenere le lacrime e affondo la testa nei suoi capelli che profumano di miele, pizza e casa.
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Non so come, ma prometto che, se vi piacerà, continuerò e non come ho fatto ora hahaha.
Spero sia decente..

That boy.|LarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora