"Buonasera a tutte,papá" dice accennando un saluto con la testa.
Già mi sta antipatico. Mi sa tanto di "strafigo della situazione" e mi ricorda un casino Teddy. Con quei capelli ricci e gli occhi verdi.
Contro la mia voglia riaffiora il mio passato,il quale odio ricordare ma che sarà sempre parte della mia vita.
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"Oggi andiamo al parco" dissi entrando nella stanza di Teddy
"Anne Clarissa Patterson mi stai davvero portando al parco? È una vita che non ci vado,o meglio, che non ci andiamo"
Teddy aveva solo 6 anni e mezzo ed era il ragazzino più allegro e dolce del mondo intero.
Ogni sera veniva nella mia stanza e mi chiedeva,con gli occhi verdi che risplendevano nel buio,se poteva dormire insieme a me. E nonostante fossi consapevole che si sarebbe preso tutto il letto e che mi avrebbe spinta in un angolino io gli dicevo sempre di si. Perchè era impossibile fare il contrario. Avevamo un rapporto fantastico. Era l'uomo della mia vita.
Quel pomeriggio al parco ci divertimmo tantissimo. Lui non faceva altro che correre e io,come sempre,gli correvo dietro.
Ad un certo punto gli venne voglia di gelato al pistacchio. Era il suo preferito.
Cosi decisi di lasciarlo sulla giostra,raccomandandogli di non muoversi, e corsi al carrello dei gelati che si trovava a pochi metri dal parco. Quando tornai andai allo scivolo dove lo avevo lasciato e lo trovai steso con del sangue che gli usciva dalla testa e dal naso.
All'ospedale mi dissero che non si poteva fare niente,era stato picchiato e gli avevano sbattuto la testa svariate volte causandogli un crampo cerebrale.
Cosi l'8 Maggio di quell'anno ,dopo 3 giorni di coma, il suo cuore smise di battere.
Fu il peggior trauma della mia vita,caddi in depressione,non volevo mangiare e tentai più volte il suicidio. Il letto,la sera,sembrava più vuoto come se mancasse un pezzo. E in effetti mancava. Mancava il mio Teddy.
Promisi a me stessa che il mio primo figlio maschio si sarebbe chiamato Teddy. In suo ricordo. Il ricordo dell'uomo della mia vita.
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Sentivo Mia che mi tirava il braccio e mi sussurrava qualcosa che era impossibile da capire per via della sua voce bassissima.
"Cosa?" chiesi sussurrando a mia volta non sapendo nemmeno il motivo.
"Il figlio dell'allenatore,Harry,ti sta parlando e tu sei imbambolata a guardare il bicchiere,svegliati. Ah e per la cronaca sta ridendo di te" mi disse lei con un filo di voce.
Giro la testa di scatto verso lui e lo trovo in una risata.
"Divertente eh?" chiedo con una smorfia
"Dicevo..dopo posso accompagnarti a casa?"
"Sono acida,antipatica,ti tratterò male e probabilmente non avrò neanche voglia di parlarti.. ti va ancora di accompagnarmi?"
"Mi piacciono questi lati positivi di te,è un si o un no?"
"Ovviamente..no." dico rigirandomi verso Mia che sta origliando tutto cercando di nasconderlo facendo finta di usare il cellulare.
"Deve essere divertente osservare la stessa foto per molto tempo eh?" le dico sarcasticamente
"Stavo solo contando i brufoli evidenti..."
"Mia Jennifer Stewart non ci provare nemmeno,non sai mentire"
"Ti prego digli di si" mi dice incrociando le mani a mo di preghiera.
"Sei un idiota,se ti piace tanto fatti accompagnare tu no..?" le dico realizzando solo dopo della cazzata che ho detto. È fidanzata.
"Lo farei anche se non fosse per Tom che dopo mi spaccherebbe il culo"
"Fuori ci sono tanti di quei taxi che mi attraggono più della macchina di Mr. So figo,so bello,so Harry er modello nella quale probabilmente si è scopato mezza Seattle..quindi no grazie."
Dall'altro lato sento un "sono ancora vergine" pronunciato con un sussurro e seguito da una risata.
Mi giro verso di lui con la bocca spalancata.
"No,okay. Non esageriamo. Non sono vergine. Ma in ogni caso.. posso accompagnarti?"
"E vabene. A patto che dopo mi lasci in pace" dico annoiata.
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OGHAYYY QUESTO È UN CAPITOLO UN PÒ DEPRESSIVO PER VIA DI TEDDY.
MA VABBEE. FATEMI SAPERE SE VI PIACE.
MI PRUDE IL NASO. AIUTO.
ANNA❤