Capitolo 1

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Uscita da quella porta del pronto soccorso, il primo sguardo che incrociai fu quello di Andrews. Quegli smeraldi che mi avevano dato conforto in quei mesi, sapevano già cosa avrei dovuto dirgli di lì a poco, perché riuscivano ad interpretare ogni mia singola espressione.
Quanta tristezza. Quanta sofferenza eravamo riusciti a causare con i nostri problemi.
Eppure, lui non disse nulla, se non "torniamo a casa". Avevo il cuore colmo di tristezza perché sapevo che di lì a poco avrei dovuto spegnere quella fiamma che c'era tra di noi. Se da un lato ero felice di aver ritrovato l'amore della mia vita, dall'altro provavo un'amara tristezza nel perdere quella che era stata la mia ancora di salvezza per tutti quei mesi.
Ricordo che durante il tragitto non dissi una parola; ripercorsi il profondo senso di vuoto che mi aveva accompagnata in quei giorni senza Josh. Ed era proprio il dolore che il mio cuore aveva provato a ricordare al cervello che mai nessun altro avrebbe potuto prendere il suo posto, nemmeno la spensieratezza che Andrews aveva saputo darmi.
<<Andy, io...>>
Io? Cosa avrei potuto dirgli...io.
Io che mi sentivo come una sporca ragazza che lo aveva usato solo nel momento del bisogno e solitudine. Io che, in realtà, avevo sempre sperato di tornare tra quelle braccia ambrate...
I sensi di colpa presero il sopravvento tra le numerose emozioni che si mescolavano dentro di me e le lacrime iniziavano a rifare il mio viso.
<<Kid, posso portarti in un posto?>>
Come avrei potuto rispondere di no? Mi sentivo una persona cattiva perché oltre a quei sentimenti contrastanti che provavo per l'inglesino, avevo il cuore colmo di gioia per le parole di Josh. Una dichiarazione d'amore che farebbe invidia a qualsiasi romanzo che avessi mai letto. "Una famiglia tutta nostra". Non vedevo l'ora.
<<wow, dove siamo?>> senza nemmeno accorgermene eravamo in un punto alto da dove si poteva ammirare un panorama stupendo.
<<Da domani ci vedremo un po' meno, ed io ci tenevo a conservare un dolce ricordo...aspettiamo l'alba, ti va?>>
Andrews...

...

Erano le dieci in punto quando le porte del pronto soccorso si spalancarono, regalandomi il meraviglioso sorriso di Josh.
Cazzo, quanto mi era mancato.
Un lungo abbraccio e un bacio infinito che parlava di noi, era sufficiente a spiegare ogni cosa.
Il ritorno all'appartamento che ci aveva ospitati nei primi giorni, purtroppo, non fu altrettanto piacevole. Sembrava, infatti, volerci ricordare solo la lunga sofferenza patita e le numerose litigate che avevano accompagnato il nostro intenso soggiorno nel Regno Unito. Mi sentivo quasi soffocare da quei pochi metri quadrati e penso che anche Josh se ne accorse tant'è che la sua prima frase fu "cerchiamoci un posto tutto nostro, ricominciamo da zero". Si! Per quanto l'idea di vivere solo noi due mi spaventasse per me quella fu l'unica soluzione possibile.
Nei giorni seguenti, ci immergemmo nella ricerca di un appartamento londinese. Questa volta l'obiettivo comune era un nido sito in un luogo centrale e pieno di vita, anche se inizialmente, non ne riuscivo a capire completamente il motivo.
La scelta si concentrò su un appartamento in Cornwall Gardens. La vista che si poteva scorgere dal nostro terrazzo era impagabile e l'arredamento di quei 71 metri quadrati mi regalava una sensazione familiare che mai avevo provato a casa con i miei genitori. Loro...fonte delle mie insicurezze...
Alcuni potrebbero pensare che la distanza dall'università sarebbe stata un problema ma la verità è che avevamo bisogno di staccare da tutto e da tutti. Quell'ambiente era poco salutare per la nostra relazione.
Entrati in appartamento i miei occhi si riempirono di emozione, dopotutto quella sarebbe stata casa nostra per un paio di anni. Io e lui da soli. Quasi stentavo a crederci dopo tutto quello che era successo.
La cosa che più mi colpì di quella giornata, però, fu la reazione di Josh.
<< hey, che ti prende?>>
Una domanda priva di risposta. Solo lacrime che rigavano il suo viso e un lungo abbraccio che sigillò quel momento.
Era raro vedere il suo volto rigato da lacrime. Riuscivo a percepire il suo stato d'animo anche se non capivo il motivo del suo malessere.

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