Su bianco cavallo di mille battaglie

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Su bianco cavallo di mille battaglie
com'om che al tramonto sfinito riposa
ei stava trionfante sopra ogni cosa.
Pieno di sé, scavalcando suoi pari
miglior condottiero dai neri calzari
ne venne trionfante da molte schermaglie.

L'uomo adorato dal Divino fattore
si erse sovrano della terra veduta
conquistando stima, rispetto e paura.
Ma al giunger di morte divenne, il francese,
a nulla bastaron molteplici imprese,
comune esiliato, che solitario, muore.

Grandezza e coraggio non valgono nulla
al soli restare su isola sperduta
di solitaria mente, prigione e iattura.
Sia pure un sovrano, o un vile mezzadro
se resta da solo ogni uomo è spacciato
sicché solo la morte al giunger lo annulla.

Come artista in vita lotta in centinaia di guerre
così fa il militare sul quadrupede perlato
per poi lasciar solo ricordo dimenticato.
Se però morte lo coglie all'improvviso
ei diviene poeta, genio, in vita incompreso
che pure domani avrà memoria in terra.

Di lui ne scrissero molti poeti, autori
pur l'intrighino di Tramaglino e Mondella
ma solo al giunger del dì fatal novella.
Sotto cielo infinito del quieto maggio
scomparve l'eroe dal nobil lignaggio
e con esso potenza di umani cuori.

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