Kagehina
Eri là su quell'altare, con quell'incantevole sorriso e con quegli occhi felici con una persona che non ero io.
Dovevo esserci io al suo posto, o almeno così mi avevi detto.
Al posto di una ragazza dai capelli a caschetto biondi e lisci, alta poco meno di te e con un abito bianco lungo dovevo esserci io vestito da sposo. Con addosso una cravatta che tu mi avresti dovuto allacciare data la mia poca manualità.
Dovevo esserci io, non lei.
E mi chiedevo ogni volta del perché tu prolungavi la strada di qualche isolato, del perché a volta volevi aspettarla sotto casa sua, del perché ogni volta che facevi un punto grazie a me, i tuoi occhi si posavano su di Lei, come se il merito fosse stato suo.
E mi chiedevo del perché quel giorno mi chiesi che tipo dei fiori si regalano a San Valentino. Io ti risposi freddamente con una fottuta parola: "Rose."
"Si, ma di che colore?"
"Di solito rosse...ma anche rosa...Le rose Blu sono le mie preferite."
"Ce ne sono così tante! Non riuscirò mai a sceglierne una!"
"Prendine una a caso" ti suggerii.
Continuavo ad andare dritto per quella stradina illuminata da qui pochi lampioni funzionanti, tu ti eri fermato a guardarmi interrogativo...DI solito non ero così freddo, o almeno cercavo con te.
"Perché sei così?"
"Così come?" Mi fermai per guardare i tuoi bellissimi occhi ambrati. Quegli occhi che mi fecero innamorare di te. Quegli occhi così delicati e vivi, così espressivi da fare quasi paura.
"Freddo, di solito non lo sei"
"Tranquillo non è niente, solo un po' di stanchezza"
Mentii quel giorno.
"Se lo dici tu allora ti credo." Eri così innocente.
"I tuoi fiori preferiti?"
"Orchidee"
Accennai un sorriso.
"Perché?"
"Boh...mi piacciono e basta"
Poi il silenzio era ripiombato su di noi. Non era così strano dopotutto: due amici che stavano tornando a casa. Due amici che parlavano di sogni, di speranze e di progetti. Lo avevi promesso, e invece, ecco che voli con un'altra persona. Ecco che sei felice con un'altra persona.
Muori.
Che il diavolo ti venga a cercare.
Stavi recitando la tua orribile promessa, o almeno...cercavi. La memoria non è mai stata il tuo forte. Sorrisi a quel terribile spettacolo.
Poi ci fu il momento del bacio, e il mondo mi crollò addosso. L'ennesimo piatto si ruppe dentro di me.
Non vidi più nulla.
Non sentivo più nulla.
Non capivo più nulla.
Gli occhi diventarono lucidi e le guance umide e salate. Il ragazzo a canto a me stringeva la mia mano come per rassicurarmi, come per dire che sarebbe andato tutto bene, che tutto si sarebbe risolto.
Forse voleva solo che la smettessi di piacere come un bambino.
Ma non potevo, era più forte di me.
Toccai il fondo quando le tue labbra si incrociarono con quelle della ragazza. Non sbattei ciglio a quella tortura psicologica,
"Posso chiederti una cosa?"
Mi domandai quel giorno mentre stavamo guardando le nuvole cambiare forma e dimensione. Io ero sdraiato alla tua destra.
"Mmh?"
"Non ti sembra che questi anni siano passati troppo velocemente'"
Non risposi come ero solito fare. Ignorai quella fastidiosa domanda.
"Quella nuvola sembra un topo"
"Mi stai ascoltando?" chiese offeso. Sospirai e mi voltai sul fianco sinistro, così da avere la tua visione.
"Da quando sei così sentimentale?"
Diventasti subito rosso.
"Non sono sentimentale...ho solo fatto una domanda!"
Sorrisi per poi riguardare il cielo che piano piano stava diventando sempre più scuro.
"Sembra ieri che non sapevi ricevere" Parlai.
"Si ma noi due ci saremo sempre vero? Anche nel nostro futuro, giusto?"
Annuì.
Ed è in mezzo a quel campo di papaveri che vorrei addormentarmi, perché lì è tutto iniziato ed è lì che tutto deve finire.
"Sempre insieme?"
"Sempre insieme, promesso."
Non promettere mai nulla stupido.
Non promettere mai nulla!
Le promesse sono fatte per essere infrante.
Sempre insieme.
E dire che ci ho creduto. Ho creduto davvero che tu potessi mantenere una promessa così pesante, così importante.
A vederti là sull'altare mi si spezza il cuore. Quel cuore che pensavi che non avessi a causa di quel mio stupido comportamento da codardo ed egoista.
Quei fiori, a San Valentino non li diedi a me come, in fondo, speravo. Le diedi a una nostra vecchia compagna di scuola: un po' più bassa di te, bionda, occhi azzurri e un sorriso per niente inquietante. Il carattere ingenuo e sensibile era identico al tuo. Parlo al passato perché sei maturato, perché sei diventato uomo Shoyo. Sei diventato uomo senza di me. Mi hai lasciato indietro quando io ti ho aspettato anche per anni con la speranza che quei fiori fossero destinati a me.
Ora Shoyo non riesco più a guardarti in faccia, scusami. Non riesco più a guardare questo momento bellissimo per te, non riesco più a sopportare la sensazione frustrante del vuoto che ho nel petto e del nodo che ho in gola.
Io ti amo.
TI ho sempre amato.
E ti amerò per sempre.
Ma tu ami lei.
Una ragazza.
Ami colei che dal sorriso splendente.
Colei che è timida pure nel fare l'amore.
Colei che ti fa sentire potente.
Colei che geme il tuo nome.
Sono in bagno, la cerimonia è finita da un po' e tu sei lì a ballare...forse non ti sei neanche accorto della mia assenza.
Sono davanti al water in ginocchio, con una mano che si tiene alla tavoletta per non perdere l'equilibrio.
A canto a me c'é Sugawara. Ha uno sguardo triste, preoccupato. Mi accarezza la nuca come per calmarmi, per rasserenarmi, per dirmi che andrà tutto bene...quando bene non andrà.
Non dovevo innamorarmi di te.
Non dovevo seguirti in questa avventura.
Non dovevo credere al tuo "per sempre".
Tossisco e chiudo gli occhi, anzi forse li strizzo mentre vomito petali di papavero che tu non potrai mai vedere.
Ed è così che io mi spengo a tua insaputa fra le lacrime di fiori a causa di una stupida promessa.
...
"Ti prometto che staremo insieme per sempre! Tu mi alzerai la palla e io la schiaccerò! CI sarò sempre per ogni palla che mia alzerai!"
Kageyama sorrise a vedereq uel semplice e sincero sorriso.
Te lo prometto.
