La mia droga ~ErenxLevi Ereri Riren LevixEren

~ 2 | Cambiamenti ~

(02) Knee Socks - Arctic Monkeys

Eren's POV

Sono passati due mesi da quando un ragazzo, che dice di chiamarsi Levi, ha fatto intrusione in casa mia.
Ho provato fin troppe volte a chiamare la polizia, ma ogni volta non ho avuto successo, perché ogni volta lui riesce sempre a fermarmi, e quello che mi fa dopo... è più che una "punizione" come la intende lui.

Viola il mio corpo e fa video con lo scopo di ricattarmi... ormai ho le mani legate, se chiamassi la polizia lui invierebbe posterebbe quei video su internet e sarebbe la mia rovina... col tempo ho cominciato a rinunciare alla libertà, il pensiero di dire di essere un ragazzo che è stato violentato è uno scenario fin troppo umiliante che ho cominciato a dimenticare.

E in fin dei conti riesco comunque a vivere la mia vita: vado a scuola, poi al lavoro part-time, e infine torno a casa.

Ma a casa c'è lui...

Quando torno a casa lo trovo sempre in soggiorno a scrivere qualcosa sul suo computer, sembra molto concentrato, con indosso un paio di occhiali da lettura e la fronte le sopracciglia aggrottate. Perciò non lo disturbo, preferisco stare con lui il meno possibile.

Quando arriva l'ora di cena, Levi entra in camera mia, si avvicina lentamente, e inizia a lasciarmi baci sulla nuca, cerco di ignorarlo, insieme al tremore delle mie mani e aspetto che mi dica sia ora di cena.

All'inizio avevo paura di mangiare quello che lui preparava, credevo ci mettesse qualche specie di sostanza, o robe del genere, arrivando a tal punto che dovesse aprirmi di forza la bocca e infilarmi pezzi di cibo perché pretendessi del cibo. Così ho deciso di osservarlo mentre cucinava, ma non mi è sembrato facesse nulla di sospetto o pericoloso.

I primi mesi, quando cercavo di chiamare la polizia, riusciva sempre a fermarmi. In qualche modo riusciva a prevedere le mie mosse. Provai a dirlo ad dei miei amici, ma non mi presero seriamente, tranne Mikasa.
Mikasa è una mia amica di infanzia, una ragazza dallo stile un po' dark e goth e ha i capelli corti e neri, dello stesso colore dei suoi occhi.

Una volta gli raccontai di Levi e cosa successe. Avevo paura di cosa sarebbe potuto succederle, ma Levi in qualche modo riuscì a convincere Mikasa che si trattasse di uno "scherzo di cattivo gusto".
Nonostante ciò, Mikasa continua a tenere d'occhio Levi. Ma quello che mi fece quella sera fu così terribile che non riesco a dimenticare nulla...

~~~

Subito dopo aver messo i piatti nella lavastoviglie, mi diressi subito in camera mia senza fiatare.

"Dove stai andando." mi chiese Levi con tono secco.
"...V-vado in camera mia..." risposi senza voltarmi; volevo correre in camera, ma non riuscivo a muovere un singolo muscolo del mio corpo.
Intanto lui si avvicinava a me, strinsi i pugni per non tremare. Volevo correre in camera e chiudermi dentro, ma il mio corpo non rispondeva al mio volere.
Con le sue mani mi cinse i fianchi da dietro, in un modo particolarmente delicato, iniziando a baciarmi il collo. Più avanti andava, più sentivo le sue mani insinuarsi sotto la mia camicia. Prese il mio mento e mi girò il collo per darmi un bacio sulle labbra, che approfondì riempiendo la mia bocca con il suo aroma.
Anche quel semplice bacio, fu abbastanza per mandarmi in confusione.
Anche se fosse un bacio da parte dell'ultima persona da cui ne vorrei uno adesso...

Levi's POV

Si vede proprio che è una mocciosa, andare in estasi per un semplice bacio... beh, non che la cosa mi dispiaccia.
Come sempre non riesce a respirare dal naso durante un bacio. E ciò rende ancor più innocente il fatto che non si rende conto di eccitare facilmente qualcuno soltanto coi suoi occhi liquefatti.
Le sue mani sul mio petto sembrano come se volessero allontanarmi, ma debole e ansimante mi guarda senza far nulla, afferrandosi a me, e ciò mi provoca ancora di più.
La misi con la schiena al muro, alzandola da terra col mio ginocchio tra le sue gambe, continuando a darle baci sulla sua pelle morbida. Sentirla impegnarsi a soffocare i suoi gemiti, mi rendeva ancor più difficile fermarmi.
Cominciai a sbottonarle la camicia bianca che le copriva quel suo corpo delicato dal color del caramello. Mi avvicinai alla sua clavicola, marchiandola dei miei segni, succhiandole e mordendole lembi di pelle.