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𝓗ongjoong parlò: « Tutto è cominciato quando avevo tre anni... O forse erano quattro?! — esclamò ridacchiando, levandosi il pesante cappello dal capo e passandosi una mano tra i capelli castano chiaro — Non è l'età la parte importante. Presta molta attenzione, San. » disse versando del rum in due bicchieri. « Uno per te e uno per me. Bevi, San, bevi. » fece prima di iniziare il racconto.
FLASHBACK 24 / 05 / 1798
Era maggio e tra le onde faceva già un caldo tremendo: il vento non era più fresco, ma quasi afoso e l'acqua si stava scaldando di giorno in giorno. Quando l'estate era alle porte, ci si allontanava dalla terra ferma e si rimaneva tra qualche isola sperduta fino a quando il bottino invernale non finiva.
Una sera, però, anziché svegliarsi dal suo sonnellino pomeridiano ritrovandosi in mare aperto, Hongjoong aprì gli occhi e attorno a sé trovò solo un grande frastuono. Incuriosito da quell'insolito trambusto e dal rumore di passi frettolosi e pesanti, si affacciò all'oblò della cabina: erano approdati al molo della cittadina reale, Port Royale. Insomma, non un molo qualunque. Scattò in piedi e si vestì di fretta con l'intento di salire sul pontile, minuto come era, sarebbe passato inosservato e avrebbe potuto fare tutto ciò che voleva: per lui, essere un pirata — precisamente il figlio del Capitano Kim Doyoon — era la cosa più bella al mondo.
Quasi dimenticandosi del suo intento, perse tempo a guardarsi fieramente al vecchio specchio nella cabina: i suoi abiti gli stavano grandi, erano un po' trasandati e persino stracciati ma, lui, non poteva essere più felice. Mise i suoi piccoli pugni sui fianchi e gonfiò il petto all'infuori per sembrare più duro e spaventoso, abbassò la benda e poi mise sul capo un cappello più grosso di quattro taglie. « Manca qualcosa.. Ci sono! » esclamò girandosi e notando il pesante e dorato cannocchiale del padre. Lo prese tra le mani portandoselo all'unico occhio libero e scrutando l'orizzonte, sempre nella piccola stanza, proprio come faceva un buon capitano.