ten's memories
johnny, ricordi quando al mio decimo compleanno hai scritto il mio nome su di un palloncino dalla dolce forma di un cuore? ci hai messo più di un quarto d'ora perché volevi venisse perfetto. non scrivevi bene e te ne dispiacqui quando vedesti il risultato e pensasti non fosse abbastanza per me. per me, avresti anche potuto scarabocchiarlo per me, è proprio il tuo modo di fare le cose che mi spingeva a conservarlo nel migliore dei modi.
quando ho portato a casa il regalo l'ho lasciato appoggiarsi al soffitto della mia camera da letto. l'elio lo tratteneva su come se dentro al cuore una calamita lo attirasse al muro, era piacevole vederlo per i primi giorni sopra al mio letto, mentre mi addormentavo e rileggevo la tua dedica sul retro.
ten, my sweetheart.
guardai quel regalo sgonfiarsi, sembrava anche lui volersi prosciugare, e non lo gettai finché non diventò un misero straccio di plastica unto d'indelebile illeggibile. o meglio, mia madre lo fece, a me continua a mancare.
un lustro, eravamo ancora due bambini, mi promettesti sempre di più fino a prosciugare le tue memorie e tornare all'origine. o a ben prima piuttosto, quando ancora ti notavo tra i corridoi della scuola e non trovavo modo di parlarti. immagina che quel giorno, in quel parco, non fossi mai nemmeno arrivato. sarei rimasto lì, su quell'altalena che si opponeva al mio volere, senza che il mio cuore cadesse per te.
sarebbe stato un bene o un male? continuo a chiedermelo, me lo chiedo da dieci anni senza trovare risposta. più di vent'anni di amore accostati a dieci di nausea, lacrime, tremore, perdita d'animo e di qualsiasi potente sentimento positivo. uno contro il suo doppio, ma quale è più forte, più devastante in positivo e negativo? rivivere la passione o evitare lo sgomento? avrei conosciuto l'amore senza di te?
ne abbiamo passate così tante. le gite fuori porta, e la porta era quella di casa mia, le serate solo noi due, i bagni in mare a quattro metri e mezzo, quando quell'odiosa sabbiolina s'impossessava d'ogni centimetro del mio corpo rendendolo ruvido al tatto, al tuo tocco. le risate e le commedie, i film fell'orrore ed i miei sobbalzi ad ogni jumpscare, ridevi anche lì e io non potevo resisterti.
ormai non ho più nulla che mi ricordi di te, ho lasciato tutto in quella casa infernale dove hai rovinato gli ultimi dieci anni della mia vita. magari chissà, fra un po' nemmeno saprò più chi tu sia. ma ci siamo scambiati emozioni per così tanto tempo, sembra questo più un mio egoistico desiderio? non lo so, sto delirando. ma sta andando tutto meglio da quando ho lasciato quell'appartamento. anche se l'enorme castello di debolezza e malinconia che da solo mi sono costruito continua a sbriciolarmi. però dai, prima stavo peggio, non credi?
ricordi quando per la prima volta dal mio superamento dell'uscio del nostro appartamento, ci rivedemmo involontariamente tra le vie più strette di questa Chinatown a Chicago? tornavo semplicemente a casa di taeyong dopo tempo che non uscivo, forse più di un mese, il suo matrimoniale era diventato la mia culla sulla quale mi ero stanziato dopo che aveva insistito a non farmi dormire sul divano. aveva provato così tante volte a farmi scendere da quel materasso.
"perché non andiamo a fare una passeggiata insieme? poi possiamo fermarci a prendere un caffè. oppure ti offro la cena, d'altronde sono già le sette."
"no grazie taeyong"non ha mai insistito, sapeva non fossi in grado di rinchiudermi nell'appartamento per sempre, ed infatti, quel mercoledì tre novembre di cinque virgola tre gradi, mi sono deciso ad uscire.
era una rarità vederti girare per le strade se non per andare al lavoro, con la tua canonica divisa, camminando il più velocemente possibile perché temi l'arrivare in ritardo. quel giorno invece, in felpa e jeans andavi piano, ma non sembravi sereno. cosa ti passava per la testa prima che ci incriciassimo e rallentassi il passo? so che lo hai fatto, probabilmente domandandoti se avessi visto bene. hai rallentato, ma non ti sei fermato, e non ti sei girato. non come ho fatto io.come mai non sei corso da me? come mai non mi hai raggiunto? non mi hai asciugato le lacrime e con i palmi ai lati della testa non hai fatto combaciare le nostre labbra? avremmo potuto ricominciare da capo, ti avrei perdonato ogni cosa pur di poter tornare ad addormentarmi con la testa poggiata sulla tua vecchia maglia di baseball e nelle narici l'odore del dopobarba. hai deciso di condannarmi alla tua assenza, ancora una volta, lo fai di continuo, è successo e risuccede.
ti ho visto al supermercato sai, in quel reparto in mezzo a mele e pompelmi, due giorni fa. il cambiamento, johnny suh, per me è stato uno shock. erano le nove e mezza della sera giovedì, ma non avevi scuse. quelle profonde occhiaie violacee come due laghi la notte non ne avevano, i capelli scompigliati in un disordine crespo, i lacci delle scarpe sfatti e i bottoni del cappotto allacciati scorrettamente.
sai così tanto di alcol che lo sento da qui
sono uscito senza comprare nulla per tornare il giorno dopo. odiavo l'idea che mi avresti potuto riconoscere di nuovo, e di nuovo non fare nulla per riavvicinarci. mi avresti dato l'ennesima conferma.
ho sentito tu sia rimasto solo con te stesso dopo tempo che non sviluppavi questo stato d'animo, a mia differenza. la nostra casa è ormai quasi sempre vuota e il signor Choe del bar all'angolo deve essersi fatto un nuovo cliente. è stato taeyong a scoprirlo.
come mai ti ha lasciato anche lei? oppure sei stato tu? e lo avresti fatto solo ora? forse era rimanere da solo tutto ciò che cercavi. e allora perché avevi cercato qualcun'altro mentre stavi con me? penso tornerò alla prima domanda. vi vedevo assieme ogni tanto, tu non lo sai ma vi ho scovati più volte, in qualche caffetteria o per mano camminando. eri di tutt'altro colore che con me, sembravi dimenticarti di me, e forse lo facevi ma non voglio crederci. ti vedevo più felice e dall'invidia mi convincevo a credere nelle piccole attenzioni che mi concedevi ogni tanto, quando ti ricordavi di ten. ho capito di averci creduto fin troppo, quel troppo che è tutto quando le tue parole valevano zero.
quando mi hai promesso che sarei stato l'unico, quando hai giurato che nessuno ci avrebbe compromesso, forse, dopo quelle parole, dovevo immaginare avessi dietro la schiena le dita incrociate. tua madre ti ha insegnato a non dire bugie, non perdere le buone abitudini, non dirmi che non le hai mai dato retta. ora dovrò vivere con il peso di averti incontrato e quello di non poterti scordare, spero il tempo mi ripaghi tutto questo.
anche io sono solo, dopo di te non ho cercato più nessuno, mi dico sia perché mi basto così, ma in realtà quello che voglio è la tua fotocopia. non esiste johnny, lo sapevi? in questi anni, non ho mai trovato qualcuno un minimo come te. nonostante quello che mi hai fatto passare, non riesco a far altro che pensare a come tu sia quello di cui ho bisogno, la persona che voglio amare, e non so quanto resisterò senza farlo. mi hai fatto provare le emozioni più forti della mia vita per metà vissuta al tuo fianco, e con questo non escludo il rancore che come gavettoni mi colpiva più volte esplodendomi addosso, verso la fine della nostra storia d'amore.
è stato bello, questo quadro che siamo stati, un contrasto di toni caldi e freddi come può essere il grano accostato al cielo nei campi impressionisti e avanguardici. e dopotutto, se lo si guarda dall'esterno, nel suo complesso, è un'incredibile opera d'arte.
- è suonato il campanello, ora ti lascio.
We were in love
We met and became a memory that can't be erased
It was a commendable melodrama
A pretty good ending
That's all I need
I loved youThe love scenario that we made
Now the lights are off
When you flip the last page
The curtains will quietly fallI'm not really okay
Going through this break up
Today was our yesterday and now there's no tomorrow
It hurts but if we dragged it out more, it would've become a scar
I loved you and I was loved
So that's good enough for meSometimes, I'll think of the memories
If you're in it, that's good enough for me━━━━━━━ [ fine ] ━━━━━━━
vorrei iniziare col ringraziare chiunque abbia letto questa os dandole una possibilità e del proprio tempo.
è un po' che lavoro a questa idea e nonostante non sia mai completamente soddisfatta di come so raccontare quello che ho in mente, rtimane per me speciale nel suo genere.nulla, un altro grazie sincero e spero di non avervi delusx <3
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il cielo e il grano
Fanfictionè alla morte del sentimento che il lutto diviene persistente