Mi siedo sulla sabbia e ammiro lo spettacolo davanti ai miei occhi. Faccio un respiro profondo e l'odore del mare mi invade le narici rilassandomi, passano gli anni ma l'effetto rimane sempre lo stesso.
Ne avevo bisogno, soprattutto dopo il weekend di gare passato.
Appena tornati in Svizzera, sono rimasta tutti i giorni in casa senza uscire; essendo che in quella settimana erano passati quattro mesi dalla morte di Jason, mi ero messa a sfogliare le nostre vecchie foto e la cosa aveva peggiorato il mio stato d'animo. Alla fine, la morte di Jason, l'ho usata come scusa per non dover spiegare a mia madre e a mio padre che la vera causa del mio stato d'animo era Charles; da dopo quella sera non ho smesso neanche un secondo di pensarci, sia perché mi sentivo in colpa sia perché ciò che avevo provato quella sera era un qualcosa di indescrivibile e unico. Appena i ricordi di quel bacio tornano impressi nella mia mente, un brivido mi percorre la schiena e decido di indossare la camicia bianca in cotone che mi ero portata dietro in caso avessi avuto freddo.
<< Non ci credo... >> sussurro non appena prendo in mano l'indumento. Senza essermene accorta avevo preso la camicia preferita di Jason, lo riconoscevo da una piccola C dorata che si era fatto ricamare sul lato sinistro, inutile dire che quella C stava per il mio nome. Il suo odore si sente ancora e ciò mi fa venire un groppo alla gola.
Alla fine, con molta fatica, riesco a indossarla, e inzio a sentire un po' meno freddo, anche se so perfettamente che i brividi non sono a causa del leggero vento che c'è questa sera.<< Lo sapevo che ti avrei trovata qui >>
<< Mi hai spaventato >> ammetto ridacchiando voltandomi verso mio padre, che nel mentre si era seduto al mio fianco e guardava l'immensa distesa di acqua davanti a noi.
<< Lewis diceva che secondo lui eri in giro a visitare un po' la città, ma io lo sapevo che saresti venuta qui >> ha il tono della voce ancora più calmo del solito, probabilmente questo luogo fa anche a lui lo stesso effetto che fa a me. << D'altronde, ogni volta che andavamo al mare, tu correvi subito in spiaggia, il perché non l'ho mai capito >> continua ridacchiando e voltandosi nella mia direzione, ma poi il suo sorriso scompare non appena nota qualcosa << è la camicia di Jason, giusto? >>
<< Già >> rispondo brevemente; sinceramente non saprei cosa dire, è come se tutte parole fossero di troppo.
<< Lewis ha appena finito di mettere a posto l'appartamento.>> Adoro questa parte di mio padre, sa sempre quando è meglio evitare certi argomenti e perciò decide di cambiare subito discorso. << Sei sicura che riuscirai a vivere senza me e tua madre? >> dice in tono scherzoso.
<< Beh essendo che lo voglio fare da quando ho 15 anni, penso proprio di sì >> rispondo stando al suo gioco. Mio padre mi spintona leggermente una spalla e insieme ci mettiamo a ridere.
<< Beh devo ammettere che hai scelto proprio un bel posto dove stare >> afferma poi guardandosi intorno. Aveva ragione, o almeno in parte. La verità è che era stato Lewis ad avermi convinto a trasferirmi al Principato, se fosse stato per me non ci sarei mai venuta visto che sia Charles che Giada ci abitano. Se non fosse stato per questo piccolo dettaglio mi sarei trasferita senza pensarci due volte: amo questa città fin da quando ero piccola e il mio sogno è sempre stato quello di trasferirmici, sogno che ora è diventato realtà.
<< Beh tutto merito di Lewis che ha trovato un appartamento >> affermo voltandomi verso il condominio dove avrei passato i prossimi anni della mia vita. L'edificio, infatti, è uno dei più vicini alla spiaggia ed è composto da vari piani. Lewis ha uno degli appartamenti più in alto e il mio è sotto il suo. All'inizio Lewis mi aveva proposto due appartamenti diversi e, se fosse stato per me, avrei scelto l'altro che era un po' più piccolo, ma mio padre ha insistito che prendessi questo; si sentiva più sicuro a sapere che Lewis abitava sopra al mio futuro appartamento, così mi aveva detto.<< Andiamo a vedere cosa ha combinato Lewis? >> esclama mio padre alzandosi dalla sabbia e porgendomi una mano per aiutarmi ad alzarmi. Annuisco e, una volta in piedi, ci incamminiamo verso l'edificio iniziando a parlare del prossimo week-end di gare.
<< Oh eccovi finalmente. Mi chiedevo se Chloé fosse ancora viva, visto che non tornavate più >> scherza Lewis non appena entriamo nel mio nuovo appartamento. In risposta gli faccio una linguaccia e mi guardo intorno, devo ammettere che mio padre ha fatto bene a convincermi di prendere questo e non l'altro, è bellissimo. Lewis l'ha ammobiliato in maniera molto elegante e raffinata, tutto sui toni del beige con qualche dettaglio rosa, bianco e oro. << Beh, che ne dice la futura padrona? >>
<< È semplicemente meraviglioso >> esclamo incantata da quella che ormai era diventata a tutti gli effetti la mia nuova casa.
<< Per un attimo ho temuto che non ti piacesse >> ammette ridacchiando il britannico per poi prendere le chiavi della sua auto. << e visto che ormai è ora di cena, si va a mangiare fuori per celebrare al meglio la tua nuova vita nel Principato. >><< Non ci credo, cioè tu mi stai dicendo che Chloé ha messo in moto la tua macchina e ha iniziato a guidarla in giro per il vostro prato dietro casa? Tutto questo a 10 anni? >>
Come al solito, mio padre ha avuto la sua bellissima idea di iniziare a raccontare a Lewis tutte le mie "avventure" del passato, fatto che mi mette alquanto in imbarazzo.
<< Te lo giuro >> afferma ridendo bevendo un sorso del suo vino.
<< Ma come diamine hai fatto? >> mi domanda il britannico.
<< Non lo so, in verità manco me lo ricordavo. >>
La cameriera ci porta i dolci che avevamo ordinato; Lewis non l'avrebbe nemmeno preso se non l'avessi obbligato. La ringraziamo e continuiamo a parlare.<< Grazie Lewis, per per la serata e soprattutto per l'appartamento. >>
Io e Lewis ci troviamo davanti all'entrata del mio appartamento. Siamo tornati da poco a casa; mio padre aveva deciso di tornare a casa in Svizzera, declinando la mia proposta di rimanere a dormire da me.
<< Ma di nulla >> dice sorridendo dolcemente << comunque se hai bisogno di qualsiasi cosa non farti problemi a venire da me. >>
<< Grazie. >>
Il pilota mi lascia un leggero bacio sulla fronte e si dirige verso il suo appartamento.
Apro la porta ed entro nella mia nuova casa. Il profumo di vaniglia mi invade le narici e sento il mio corpo rilassarsi immediatamente; prima di uscire avevo lasciato accesa una delle mie candele preferite, ovviamente l'avevo messa in un posto dove non avrebbe mandato tutto a fuoco.
Appoggio la mia borsa su una sedia lì vicino e mi tolgo i tacchi a spillo.
<< Finalmente >> sussurro gettandomi a peso morto sul divano.
Il mio momento di relax però dura poco, infatti il citofono dell'appartamento rovina la pace che si era creata.
Con poca voglia mi dirigo verso la porta e, immaginando che fosse Lewis, mi preparo a prenderlo in giro con un: "non riesci proprio a starmi lontano per più di 5 minuti, eh?", ma appena apro la porta, la figura di fronte a me non è affatto il pilota britannico, ma il monegasco.
<< C-cosa ci fai tu qui? >> sussurro guardando Charles come se fosse un fantasma.
<< Stavo passano per di qua e ho pensato di venirti a salutare, visto che ti sei trasferita da poco... >> risponde il ragazzo davanti a me, che nel mentre sembrava aver trovato molto interesse per il pavimento sotto i suoi piedi.
<< Perché? >> Charles sembra sorpreso da questa mia breve domanda, infatti alza lo sguardo e i nostri occhi si incrociano. È strano, c'è qualcosa che non va, ma non saprei dire cosa.
<< Perché non ce la faccio più >> afferma tutto d'un fiato << non ce la faccio più a mentire a Giada, non ce la faccio più a fingere di amarla ancora quando penso a te ogni secondo. >> Questa volta sono io ad abbassare lo sguardo, se lo continuassi a guardare negli occhi mentre mi dice queste cose perderei il controllo e non voglio finire come l'ultima volta.
<< Ci ho provato >> continua abbassando il tono della voce << ho provato a dimenticare tutto quello che era successo quella sera, ma non ci sono riuscito e non ci riesco nemmeno ora. La verità è che, appena ho saputo che ti eri trasferita qui a Monaco, ho chiesto subito a Lewis il tuo indirizzo... >> "È la volta buona che lo ammazzo" penso chiudendo gli occhi e trattenendomi da correre nel suo appartamento. << ...ma non me lo voleva dare. >>
<< Allora come hai fatto a trovarmi? >> gli chiedo, anche se non sono sicura mi abbia sentita visto il tono di voce con cui gli avevo posto la domanda.
<< Vi ho visti entrare nel palazzo >> spiega brevemente << e perciò ho immaginato che abitavi qui. Ho provato a fregarmene e andare via, ma avevo bisogno di vederti; erano giorni che desideravo anche solo parlarti per qualche secondo- >>
<< Bene, ora che mi hai vista e mi hai parlato te ne puoi andare >> affermo, non so nemmeno io come sono riuscita a dire una frase in modo così tanto freddo.
<< Chloé, ti prego... >> glielo si legge negli occhi che le mie parole lo avevano ferito, ma era giusto così: quello che c'era stato tra noi due non sarebbe mai dovuto accadere.
<< Buonanotte Charles >> dico brevemente per poi chiudere la porta.
Appena sono sicura che se ne sia andato, mi lascio crollare contro la parete e varie lacrime iniziano a bagnare le mie guance.
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Breathless | Charles Leclerc
FanfictionChloé Wolf è la figlia del team principal della Mercedes, Toto Wolf. È sempre stata la classica ragazza che faceva una vita da adolescente ricca. Chloé era una ragazza solare, positiva e con il sorriso sempre sul viso, fino all'incidente che le camb...