Capitolo 1

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Aprii gli occhi lentamente, era ancora notte, dalla finestra filtrava un raggio di bagliore della luna, sospesa tra mille corpi celesti che rifletteva luce come non mai, era tutto così perfetto. Lui era perfetto. Passai lei mie dita dolcemente trai i suoi capelli neri, la sua perfezione era così fatale, tutto di lui era simile ad un angelo, i suoi occhi di ghiaccio con lievi sfumature color oceano, i suoi lineamenti marcati, il suo corpo e poi le sue labbra, quelle morbide labbra che avevano toccato le mie almeno un centinaio di volte, quelle per cui persi ogni volta un battito.

Mi avvicinai e appoggiai la testa sul suo petto, il silenzio rimbombava fra le pareti, era quasi assordante, mi alzai di scatto e lo vidi disteso sul letto coperto dal lenzuolo di seta grigio, la testa verso destra, le labbra socchiuse,il suo corpo rigido. Immobile. Iniziai a scuoterlo, man mano sempre più forte, ma lui non si muoveva, un dolore atroce mi avvolse.

Gli occhi gonfi non sarebbero resistiti a lungo, tutto questo era impossibile, mi avvicinai di nuovo al suo petto sperando che il silenzio sarebbe stato interrotto da piccoli e regolari battiti provenienti presso lo sterno, nelle incisure clavicolari, ma non fu così, il dolore m'invase, iniziai a gridare cercando di far uscire quello che si era impossessato di me, ma non voleva farlo, fitte al cuore continuavano a susseguirsi. Mi presi la testa fra le mani ed iniziai a piangere,tutte quelle lacrime fin'ora risparmiate rigavano il mio volto,aprii gli occhi e mentre osservavo l'unica ragione per cui ero devota alla vita, scorsi un flacone vuoto,nessuna etichetta, niente di niente, solo quel flacone nella sua mano. No, non poteva averlo fatto.

Un leggero odore, di cui non mi ero accorta salì verso le mie narici,facendomi aprire leggermente la bocca per il disgusto. Il suo dolce odore di camelia si era trasformato in un putrido orrore di morte. Cercai di cacciare le lacrime, ero distrutta, tutto quel male era estenuante. Dovevo fare qualcosa, presi il cellulare sul comodino accanto al letto e digitai il numero.

- 911 come possiamo aiutarla?-

- 4 charing cross road - mi limitai a dire per poi chiudere la chiamata, non riuscii a dire altro, appena misi giù il telefono, altre lacrime iniziarono a sgorgare dai miei occhi, non volevano cessare,mi portai le mani sullo stomaco sperando che il dolore si sarebbe alleviato invece peggiorò, era come se qualcuno mi stesse strappando l'anima. E mentre il tempo sembrava essersi fermato io mi sdraiai accanto a lui.

-Mi hai mentito- singhiozzai a tratti -avevi promesso- In quel momento oltre al tempo, cessò anche il mio cuore. Appoggiata su un fianco, con il volto verso il suo, le mie mani che sfioravano i suoi lineamenti, rimasi in quella posizione per un tempo infinito, speravo che qualcuno lo portasse via da me, non riuscivo più a sopportare quella vista, così chiusi gli occhi. Il mondo mi era crollato addosso senza pietà.

Fino alla fine, dovunque essa sia.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora