Pt 2 A dream

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POV 🇩🇪
Quando arrivo all'assemblea sono tutto imbronciato e non degno nessuno di uno sguardo.
Cerco di non farmi notare ma Italia si fionda direttamente su di me, facendomi quasi cadere mentre tutti ci guardavano.
"AMÏOË SEI ARRIVATOOOO" mi strillava nelle orecchie Italia, a tal punto da obbligarmi a mettergli una mano sulla bocca per farlo tacere.
Era da giorni che non aveva mie notizie e comprendevo le sue preoccupazioni nei mei confronti, sopratutto dopo aver scoperto il motivo della mia assenza.
"Si sono qua ma ora levati dal caBBo, italien " faccio per spostarlo con freddezza e lui non obbietta.

Nel frattempo raggiungo Francia, Spagna e Portogallo, ma solo perché non volevo fare la figura di quello disinteressato e solo davanti a tutti i presenti.
Stavano parlando di lavoro e dell'assemblea che sarebbe cominciata a breve.
"Sono davvero stufa di queste inutili assemblee, in ogni caso non si risolve mai nessun problema di nessun paese" dice con disinvoltura Francia, quella sempre insoddisfatta di tutto e tutti.
"Si neanche io volevo venire qua stamattina" rispondo freddo che tutti mi guardano storto e in quel momento provo un lieve imbarazzo.
"Silenzio per favore!" Dice ONU al microfono con voce seria e alta.

Tutti cerchiamo il nostro posto a sedere, o meglio le sedie con sopra le etichette col nostro nome: La mia si trova in penultima fila con accanto Polonia........questa non ci voleva, anche perché si metterà a discutere su ogni cosa che dirà ONU con i suoi "vicini" e questo mi dà l'urto.
Mentre mi faccio queste paranoie e il segno della croce (povero ger:,3) arriva Polonia che si sistema il vestito e si siede guardandomi in cagnesco.
Restiamo entrambi in silenzio a scrutare tutta la stanza e i presenti, finché ONU non comincia con i suoi soliti discorsi sui vari problemi ambientali dei diversi paesi.
Questa volta non sono per niente interessato al discorso ed ho pure dormito poco la notte prima, quasi mi viene da chiudere gli occhi.

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Sono in una stanza avvolta dal buio della notte, con un filo di luce che trapassa dalle tendine delle finestre socchiuse e che mi permette di intravedere le sagome.
"Cosa c'è che non va Ger? Non ti è bastato dividermi da tutto e tutti? Spartire il mio corpo con quel comunista?" All'improvviso sento qualcosa premere su tutto il mio corpo e due mani stringermi i polsi.
Un attimo di silenzio che sembra un' eternità, un attimo di paura mischiata alla confusione più totale.
La luce dei fanali di un'auto passante per la strada trapassa dalle finestre, scoprendo completamente il volto dello sconosciuto: le guance rigate dalle lacrime e un espressione arrabbiata in volto.
Polonia.
"Ora non obbiettare capito?" Ero immobile sotto il peso del suo corpo sul mio e non potei fare altro che obbedire.
In quel momento sentì una lieve pressione sulle labbra e la sua presa sui miei polsi allentò.
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"NIEMCY! OBUDŹ SIĘ!" Mi svegliai di colpo e all'improvviso mi resi conto che tutti i presenti mi stavano guardando, chi ridendo e chi in malo modo.
"Ehm...scusate..." era tutto quello che riuscissi a dire, ero terribilmente in imbarazzo.
ONU mi guarda con indifferenza e riprende il suo discorso.
"Ringraziami niemcy" dice Polonia con aria scocciata continuando a guardare dritto davanti a se.
Io mi asciugo il sudore dalla fonte con la manica dalla mia camicia e le rivolgo uno sguardo di ringraziamenti, anche se oramai mi avevano visto tutti.

L'assemblea continuò fino a tardi ma nel mentre non facevo altro che ripensare a quel sogno, a quella stanza buia e il suo corpo sul mio, anche se vestiti (eh volevi ehehehe) e a quello strano bacio; ma non ricordo di essermi ribellato a tutto ciò, anzi, mi sono lasciato trasportare.
Resto avvolto in quei pensieri finché non ricordo cosa mi disse nel sogno...forse Polonia si merita più scuse che odio da parte mia.

Sono oramai le 7:37 di sera e l'assemblea è in procinto di finire.
Usciamo tutti di fretta dall'edificio a spintoni, a quanto pare non sono l'unico ad essersi rotto le pal- "prossima volta dormi di più la notte prima di un'altra assemblea, ok?" Dice Lussemburgo con una risatina al dir poco irritante.
"Si si, ora devo andare se non vi dispiace" saluto tutti e mi allontano dal gruppetto visibilmente irritato.
Accanto alla mia auto vi è Polonia che parla con Finlandia e Svezia, sembrano essere felici e ridono.
Senza neanche accorgermene sorrido anche io alla vista dei tre, ma cerco di ricompormi e provo ad entrare in auto senza farmi notare da loro.
Accendo il motore ed imbocco la strada per tornare a casa.

Ps finalmente ho aggiornato questa storia, scusate la lunga assenza :,)

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