21. Il compleanno.

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Louis non tornò a casa martedì e nemmeno mercoledì. I suoi genitori non avevano ancora parlato con lui, ma sapevano che Niall l'aveva visto a scuola e che era sano e salvo. Io continuai a ignorare i suoi messaggi e a evitarlo nei corridoi. Mercoledì sera mi telefonò a casa. Rispose mia madre, che mise subito giù. Giovedì mattina la fortuna mi abbandonò. Prima dell'appello andai in bagno e, uscendo, mi imbattei in qualcosa, o meglio in qualcuno.

«Oh, scusa» dissi d'istinto. Ero così perso nei miei pensieri che non mi sarei stupito se mi fossi scusato con il muro. «Ehm.» Cercai di passargli accanto, ma mi fermò posandomi una mano sul braccio. Lo guardai: Louis aveva un aspetto... be', terribile. A giudicare dalle sue occhiaie sembrava che non dormisse da giorni, e puzzava vagamente di fumo. Ehi, è pur sempre Horan, non dovrei essere troppo sorpreso. Magari ha anche bevuto...

«Dobbiamo parlare» disse con voce un po' roca. Senza aspettare una mia risposta mi trascinò nell'aula vuota più vicina e chiuse la porta. «Come stai?» mi chiese guardandomi dritto negli occhi. 

Io aggrottai la fronte, confuso e stupito. «Molto meglio da quando Niall mi ha perdonato, se è questo che ti interessa.» 

«Almeno ha perdonato uno di noi due» borbottò passandosi le mani sul viso.

«Ormai è troppo tardi per tornare indietro.» Ebbi l'impressione che mi stesse accusando e mi misi sulla difensiva. «Senti, non volevo certo dirglielo così e...»

«Non ti stavo incolpando, Haz» mi interruppe. «Io... senti, devo parlarti e...»

«E allora parla» dissi, più tranquillo e sicuro di me di quanto mi sentissi in realtà. Speravo che non si accorgesse di quant'ero nervoso, di quanto battesse forte il mio cuore, di quanto fossero sudate le mie mani, del nodo che avevo allo stomaco. «Io...» Deglutì e vidi il suo pomo d'Adamo andare su e giù. «Mi dispiace. Ho approfittato di te e ho visto quanto hai sofferto quando Niall ha scoperto tutto. È stato terribile. Avremmo dovuto dirgli subito la verità, non avrei dovuto permetterti di mentirgli. È stata anche colpa mia, ho fatto un casino. E mi dispiace.» Parlò molto in fretta, come se volesse pronunciare quelle parole prima di rimangiarsele, e per un istante pensai di aver sentito male. Ma il suo tono mi fece capire che era sincero, che era combattuto. «So che probabilmente non vorrai vedermi mai più, e hai ragione, però...»riprese, in tono più lento. «Posso chiederti una cosa?»

«Ehm... certo.»

«Dove sei stato negli ultimi giorni?»

Mi sorrise amaramente e sollevò lo sguardo da terra per posarlo su di me. «In un motel. Non volevo peggiorare la situazione tra te e Niall. Ho cercato di dimenticarti. Non riuscivo a dormire e così ho fatto dei lunghi giri in macchina. Non ho smesso un secondo di pensarti» disse a bassa voce. Non era certo la risposta che mi ero aspettato, però conoscevo Louis e sapevo che non mentiva. Si avvicinò a me, talmente tanto che scesi dalla scrivania su cui ero seduto per non ritrovarmi in trappola. «Non so perché, Haz, però non posso... non riesco...»

«Cosa?»

«Mi fai impazzire» disse piano. «Completamente. Ho bisogno di te.» Il mio cuore saltò un battito e poi iniziò a galoppare furiosamente. Cosa voleva dire? Di sicuro non era innamorato di...Niall mi aveva appena perdonato. Anche se ci sarebbe voluto del tempo per superare la cosa, mi aveva perdonato. E adesso Louis voleva... riprendere da dove ci eravamo interrotti? Se pensava che potessi fare una cosa del genere, era fuori di testa. Avevo rischiato di perdere il mio migliore amico e non desideravo altro che finire l'anno scolastico in pace. Era chiedere troppo? Senza contare che Louis sarebbe partito di lì a poco per il college. Non potevo tornare con lui, non sarebbe stato giusto. Ma allora perché era tanto difficile convincermene?

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 01, 2021 ⏰

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