꧁𝑭𝒊𝒓𝒔𝒕 𝒍𝒐𝒗𝒆 (𝑲.𝑻.)꧂

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Mi ero svegliato più tardi del solito quella mattina. Erano già le 7.05 e la sveglia aveva ripreso a suonare.
'Maledetta troia spegniti'
Una volta resomi conto che avrei dovuto muovere il culo ed alzarmi se non volevo entrare a seconda ora, mi diressi senza la minima voglia di esistere verso il bagno per lavarmi la faccia. La casa era deserta perchè quella schifosa di mia madre usciva presto per andare a lavorare nel suo ufficio. Ah, cosa avrei fatto per vederla sparire...

-Flashback-
"Papà! Papà" urlo disperato mentre mio padre, la mia roccia, il mio punto di riferimento è steso sul pavimento della cucina in una pozza di sangue. "Papà svegliati ti prego!" urlo più forte, sperando che qualcuno mi avesse sentito. Dopodiché decido di uscire di casa per cercare aiuto. I vicini non rispondono al campanello e nessuno dei passanti si ferma ad aiutarmi dopo le svariate richieste in ginocchio da parte di un bambino di 8 anni in preda al panico e alla disperazione. Tutti in questa orribile città sembrano così di fretta e incuranti di tutto se non del loro portafogli. Lo avevo detto a papà che qui non dovevamo venirci, non mi era mai piaciuto.
Torno dentro casa, sperando che mio padre si fosse alzato. Mi viene in mente di chiamare la polizia, o un'ambulanza. Perciò chiamo prima la polizia pensando che potessero mandare anche un'ambulanza loro stessi.
"Qui è la polizia."
"Pronto? Vi prego aiutatemi. Sono Kim Taehyung ho otto anni e chiamo da Itaewon. Non ricordo bene l'indirizzo ma ora lo cerco. Mio padre è steso sul pavimento della cucina e perde sangue, mandate un ambulanza. Vi prego aiutatemi  fate presto non voglio che muoia!" Dico in preda alle lacrime.
"Ok piccolo non temere, stiamo mandando una squadra di soccorso. Hai trovato l'indirizzo?"
Per fortuna avevo frugato nel portafogli di papà nel frattempo, trovando la sua carta d'identità con l'indirizzo della residenza.
"Antique Forniture Street. Numero 20/b. Palazzina 2 al quarto piano. Vi prego fate presto il mio papà sanguina ancora!"
"Non temere piccolo, arriviamo."
Attendo i soccorsi cercando di controllare se il mio vecchio respira ancora per minuti che sembrano interminabili.
'Eppure questa via è famosa e affollata perchè ci mettono tanto'
Sento bussare alla porta con foga.
"Qui è la polizia, avete bisogno di aiuto?"
Corro alla porta in preda al panico.
"Si, si la prego hyung. Il mio babbo è steso in terra e perde ancora sangue. Non so se respira."
Piango sulle gambe del poliziotto.
"Non temere piccolo ci pensiamo noi."
Entrano e prelevano subito il mio babbo in fretta e furia.
Il poliziotto a cui mi sono rivolto mi prende in braccio e mi porta con sé, sapendo già quale fosse l'amara notizia.
Guardo l'ambulanza andare via col mio babbo, ora coperto da capo a piedi con una strana coperta per il corpo.
Nel frattempo il poliziotto tenta di contattare mia madre, una volta ottenuto il suo numero dalla centrale. Dopo aver effettuato varie chiamate finalmente gli risponde. Si allontana ma sento comunque una parte della conversazione per poi entrare di corsa spontaneamente a piangere senza controllo.
"Signora, mi rincresce davvero doverle dare questa notizia. Sono il poliziotto Jung Sewoon. E devo informarla che suo marito è deceduto a causa di una ferita da arma da fuoco allo stomaco un'ora fa.
'Quindi già non respirava da un'ora..'
"Piccolo ora ci penso io a te. Ti va di venire in macchina a fare un giro? Vedrai che il tuo papà starà bene."
Ora che ci penso, che vuol dire deceduto? Quindi era solo malato e poteva riprendersi?
"Va bene."

-Fine flashback-

Ancora oggi ricordo il nome di quel poliziotto, ma non lo ho più rivisto.
Ah già, chissà dov'era la troia di mia madre in tutto ciò. Guardacaso, era in vacanza in America, ed in futuro sono venuto a sapere che non era lì per un viaggio di lavoro come aveva detto a me e mio padre. E non era neanche da sola. Tradiva mio padre con un tipo già da un po, ed era andata lì per vederlo.
Scacciai via quei pensieri e mi concentrai sulla mia faccia, completamente a pezzi. I brufoli fuori controllo, le sopracciglia scompigliate, la barba che voleva già esser rasata, dopo appena tre giorni.
Lavai il viso con il sapone e mi sciacquai.
Feci colazione velocemente con un cornetto e mentre controllavo i messaggi dei miei pochi amici che mi erano rimasti, guardai l'orario.
7.10
Ingurgitai il cornetto facendomi quasi venire il voltastomaco. Tolsi con fretta il pigiama una volta giunto nella mia stanza restando in mutande, per poi rimuovere dal mio corpo anche quelle. Nudo, ammirai il mio corpo allo specchio posizionato vicino al mio letto. Dovevo depilare le gambe e la pelle sotto l'ombelico. I peli erano cresciuti a dismisura, ma non mi interessava granchè. D'altronde c'era freddo e non dovevo mica uscire in pantaloncini. Indossai con fretta l'uniforme per poi notare solo allora un post-It giallo attaccato sul mio armadio.
"Ti ho buttato le sigarette, perciò non perdere tempo a cercarle. Sai che lo faccio per il tuo bene. Non odiarmi più di quanto non fai già per favore.
- Mamma"
"Davvero pensi che potrei non odiarti dopo che continui a succhiarmi il cazzo dalla mattina alla sera?" Urlai forse troppo forte, ma non mi importava. Tutto il mondo doveva sapere quanto schifo faceva quell'essere.
Una volta messo un po di trucco, dato che non ebbi il tempo di rimuovere la barba di troppo, indossai in fretta e furia il giubbotto e spruzzai un po di Versace Eros flame sul mio collo nudo, e indossai i miei occhiali di Armani.
Dopodiché presi le chiavi e una volta chiusa la porta e scese le scale, mi diressi di fretta verso la mia macchina, una Mercedes bianca lucida della quale andavo fiero, e che avevo ottenuto dopo molti sacrifici.
L'orologio della macchina segnava le 7.40, quindi mi diedi una mossa anche se la scuola non era lontana.
Mi trovai davanti il 63 Building, e la mia esistenza avrebbe proceduto più o meno decentemente fin quando un bimbetto al quale non davo più di 15 anni decise di fare il birillo.
"Ma vuoi stare attento a dove vai emerito coglione!"
Mi urlò contro con una voce non molto virile, ma era comunque profonda per un ragazzino di quelli.
"Ehi aspetta, perdonami ti prego!"
Urlai verso di lui sperando non mi denunciasse dopo, visto il comportamento tipico dei ragazzini di quell'età con cui avevo avuto a che fare.
Mi urlò ancora qualcosa contro ma non capii bene cosa disse, apparte qualcosa a che fare con l'assicurazione. Quindi ancora più preoccupato decisi di scendere dalla macchina e seguirlo.
Lo presi per il braccio.
- "Ascoltami ragazzino non ho tempo da perdere con dei bambocci che fanno i cretini come se fossero uomini d'affari in ritardo per entrare al loro prestigioso posto di lavoro. Per farmi perdonare potrei offrirti un passaggio se vostra altezza non si offende data il mio umile mezzo di trasporto." Gli dissi con arroganza, ironizzando sulle fattezze del mio veicolo, visto il suo valore e il suo costo.
- "Divertente che me lo dica proprio uno che come 'umile mezzo di trasporto' ha una Mercedes. Ma i soldi li caghi o cosa?"
Si girò verso di me mentre lo diceva, ormai avevo già intenzione di dargli un passaggio per scusarmi comunque, e speravo avrebbe accettato la mia proposta.
Mentre stavo per rispondergli e chiedergli ciò, lui spostò una ciocca dei suoi neri capelli dal suo viso.
Dio quanto era bello.

𝐍𝐨𝐭 𝐥𝐢𝐤𝐞 𝐭𝐡𝐞 𝐦𝐨𝐯𝐢𝐞𝐬 - 𝐓𝐚𝐞𝐤𝐨𝐨𝐤Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora