꧁𝑬𝒖𝒑𝒉𝒐𝒓𝒊𝒂꧂

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Jungkook's pov

"Puoi dirlo forte", dissi scherzosamente al ragazzo con cui mi ero appena scontrato, che avevo già incontrato stamattina e con cui non volevo avere nient'altro a che fare, nonostante ne fossi attratto.

Per minuscoli secondi che mi sembravano eterni, osservai il suo bellissimo volto etereo ed i suoi lineamenti marcati ma dolci, il suo petto pronunciato che spingeva contro la maglietta Armani. Non andai oltre perchè stavo già facendo delle fantasie, abbastanza sconce, e quando me ne resi conto dovetti trattenermi dal darmi uno schiaffo.
Stavo ancora cercando di convincermi di essere etero, perchè proprio ora quel coglione così bello doveva apparire nella mia vita quando non lo avevo mai visto? Perchè Dio mi puniva così?

Mentre cercavo di scacciare quei pensieri non potei fare a meno di notare che un rigonfiamento si stava impossessando dei miei pantaloni, e proprio in quel momento non potevo permettermelo.

"Allora...dove vai così di corsa? Sei sempre così di fretta?"
"Oh beh sto andando in vicepresidenza visto che il coglione di matematica ha chiesto il permesso per farmi entrare dato che sono in ritardo."
"Oh Jungkook!" fece una leggera risatina mentre io sempre più imbarazzato e rosso in viso, cercavo di nascondere la mia erezione con i libri che avevo in mano.
"E tu invece? Che ci fai ancora in giro? E comunque no, non sono sempre di fretta, ma si da il caso che quando ti incontro lo sono sempre."
"Stavo ridendo proprio perchè sono fuori per il tuo stesso motivo. Devo fare un permesso per entrare."
"Bene allora."

La giornata andava di bene in meglio, non c'è che dire.

Arrivati davanti alla presidenza osservammo una fila di studenti che si trovavano lì a causa di ragioni differenti dalla nostra.

Ma dico, vedevo sempre idioti che devono farsi giustificare nella mia vecchia scuola, ed oggi che devo farlo io in questa, devono tutti far firmare i moduli degli esami.

Io e Taehyung eravamo gli unici a far quella figura di merda quel giorno, quindi dovetti aspettare con lui. Nel frattempo che attendevamo il dileguarsi della fila, scambiammo due chiacchiere, fin quando non arrivò il mio turno.

Feci capolino in quello studio particolare. In realtà non era un vero e proprio studio, al centro vi era un corridoio breve che conduceva ad una scrivania, quella dell'assistente del vicepreside. A destra, vi era un piccolo studio dedicato al vicepreside, e fu lì che entrai. Ci ero entrato di rado, quando dovetti iscrivermi in estate, ma abbastanza volte da sapere dove entrare.

"Avanti" disse il vicepreside dopo aver sentito il mio toc-toc.
"Buongiorno signor vicepreside.", esordii.
"Mi perdoni, avrei un permesso da firmare-"
"Non dire altro. Il tuo nome?"
"Jeon Jungkook."

Il vicepreside era un uomo alto e robusto, con un aria giovanile ma era sulla cinquantina di sicuro. Aveva due figli, ed uno lo conoscevo. Aveva un ottimo senso dell'umorismo anche se spesso era un po' fastidioso, ma ci si faceva l'abitudine.

"Hai tua mamma appresso o bisogna chiamarla? O tuo padre ovviamente."
"No signore, mia madre è occupata al lavoro e mio padre lo stesso. Non rispondono mai perchè sono molto impegnati, quindi non saprei, farò un tentativo."
"Va bene ma sbrigati, ho altro da fare."

Dopo aver tentato di chiamare due volte sia mia madre che mio padre, senza mai riattaccare attendendo con pazienza, nessuno dei due mi degnò di una risposta. Fu allora che mi resi conto di esser fottuto.

"Signore nessuno dei due mi risponde. Saranno impegnati. Cosa dovrei fare?"
"Magari vai a sederti ed attendi che richiamino, o che ti venga a prendere qualcuno, se fai sapere della tua situazione."
"Ma io oltre a loro qui non ho nessuno, mi sono trasferito da poco e-"
"Bene caro mio, allora arrangiati. Siediti sul divano nel corridoio e cerca di non dar fastidio alla mia assistente fin quando qualcuno non ti richiama. È tutto."
"Ma signore-"
"Va a sederti, sono impegnato. Ho detto attendi la loro chiamata."
"Non ce ne sarà bisogno."

Una terza voce si intromise nel discorso. Già, una voce grossa che avevo già riconosciuto ad occhi chiusi la prima volta. Questa non era stata da meno.
Quel dannato di Taehyung fece la sua intrusione nello studio del vicepreside.

"E tu chi saresti?"
"Sono Kim Taehyung, signore. La informo che io ho 18 anni e sono il cugino di Jeon. Posso firmare come tutore?"
"Beh si, ma aveva detto di non avere nessuno oltre ai suoi. Siamo sicuri che siete cugini?"
"Si signore." Mi intromisi io reggendo il gioco di Taehyung. "Solo non pensavo che il grado di parentela di Kim fosse sufficiente per autorizzare il mio permesso."
"Mmh, va bene allora. Kim firma qui."

Diede un modulo a Taehyung che lui compilò velocemente e sul quale depositò una firma alla fine, seguita da quella dell'omone seduto davanti a noi.
"Mi perdoni signore, anche io ho un permesso da firmare."
"Va bene, muoviti a compilarlo e sparite." Ordinò il vicepreside.
"Fatto." Taehyung ritirò il foglio tra le sue mani, seguito da me che presi il mio.
"Possiamo andare?" Dissi.
"Si, si, andate."
"Grazie signore, arrivederci."
"Ciao."

Appena arrivato fuori, mi resi conto della cazzata che avevamo fatto.
"Taehyung ma sei pazzo? Se quello scopre che non sei mio cugino finiremo in guai seri."
"Oddio Jungkook quanto sei pesante. Secondo te a quell'uomo che a mala pena interessa del suo lavoro, interessa andare a controllare se effettivamente due mocciosi di cui non gli fotte minimamente sono parenti?"
"Hai ragione, ma-"
"Oh Kook dai un po' di leggerezza. Non ti dispiace se ti chiamo Kook vero?"
"Oh no tranquillo fai pure. Ma la prossima volta avvisami se avrai intenzione di fare queste cazzate, d'accordo?"
"Intanto con questa cazzata mi sembra di averti parato il culo per la seconda volta. E ci conosciamo da, uhm, trenta minuti?"
"Oh dai. Ti ringrazio scemo. A te non dispiace se ti chiamo Tae vero?"
"Oh no. È così che mi chiamano i miei...amici."

"Va bene allora. Ciao Tae! Spero di vederti a pranzo, sai sono in una classe nuova e non conosco nessuno. Fare conversazione con te mi piace e così avrei anche qualcuno con cui stare a mensa se a te va bene, se non ti do fastidio o mando in fumo i tuoi programmi, chiaramente."
"Ma che tranquillo, mangerò con te volentieri. Ci vediamo alla mensa alle 11:50, va bene?"
"Va bene Tae, e grazie ancora."
"Figurati, a dopo!"
"A dopo!"

Corsi in classe con il cuore a mille, sia per l'ansia causata dall'idiozia che avevamo fatto, che per il fatto di doverlo incontrare ancora, dopo. Mamma quanto era carino, intelligente, simpatico e bello quel Taehyung.
Mi ritrovai con un'ulteriore erezione, ed una volta arrivato in classe la nascosi di nuovo con i libri e il giubbotto.

"Oh finalmente sei tornato Jeon! Pensavamo ti fossi perso davvero stavolta. Pensa che credevo ti avesse attaccato un cinghiale, visto quel giubbotto strappato."

Urlò il prof riferendosi al mio giubbotto di jeans, posato sulle spalle per il freddo, dopo aver smesso di scrivere alla lavagna. Ancora risate.
Quanto lo odiavo quel coglione.

"No prof, come può constatare personalmente, per la sua felicità sono sano e salvo."
"Va bene. Ora vatti a sedere, non vorrei che stavolta ti aggredisse un cagnolone."

Risi anche io per non dare peso alle parole di quell'ignorante, e per dimostrarmi almeno dotato del minimo senso dell'umorismo. Quando da ridere non ci trovavo nulla.
Andai a sedermi tra quattro ragazze.

'Certo che fortuna per un gay'

Tutte erano impegnate a rivolgermi sguardi attenti e maliziosi durante la lezione, mentre io nonostante non volessi seguivo la spiegazione di quel babbuino.

Finita la sua ora, una ragazza si avvicinò a me mentre attendevamo l'entrata del prossimo professore.
Era la ragazza alla mia destra, ed era davvero carina.

"Ehy ciao, tu sei Jeon?"
"Jungkook."
"Oh si mi ricordo, quello nuovo che doveva entrare nella nostra classe. Certo non mi aspettavo un modello."

Io risi, ma lì per lì mi sentivo preso per il culo.

Io che ero così brutto un modello?










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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 18, 2021 ⏰

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𝐍𝐨𝐭 𝐥𝐢𝐤𝐞 𝐭𝐡𝐞 𝐦𝐨𝐯𝐢𝐞𝐬 - 𝐓𝐚𝐞𝐤𝐨𝐨𝐤Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora