Dopo l'accaduto di Venerdì Kristen decise di rimanere in casa rinchiusa, aveva passato tutto il Sabato a dormire e a guardare qualche film per sviare dai suoi pensieri, non aveva nemmeno risposto ai messaggi preoccupati da parte delle amiche che intanto se la spassavano come era loro solito durante il weekend, le sarebbe anche piaciuto uscire insieme a loro per distrarsi un po' ma la paura di rincontrare il gruppo di Ethan era troppa.
Quel nome le rimbombava in testa, non aveva mai visto il ragazzo durante gli anni precedenti o forse non lo aveva notato ma come era possibile non notarlo? Biondo, alto, sorriso smagliante, buon profumo, se non le avesse fatto paura probabilmente sarebbe stato una sua cotta a cui avrebbe sicuramente rinunciato visti i genitori severi.
Scosse la testa solo per aver fatto quei pensieri sul ragazzo e ritornò a leggere il capitolo di storia che stava studiando ormai da due ore, non riuscendo a concentrarsi a causa dei numerosi pensieri che le riempivano la mente dai giorni precedenti, finché non le squillò il telefono: numero sconosciuto. Le mani le iniziarono leggermente a tremare e sentì il battito cardiaco accelerare a dismisura, non sapeva che fare e aveva paura a rispondere, non le capitava spesso. Dopo qualche secondo passato a fissare le numerose cifre decise di rispondere, attaccando il telefono all'orecchio.
"P-pronto?" Dall'altra parte della cornetta si sentiva un rumore di macchine tipico di Brooklyn e poi una voce maschile famigliare parlò.
"Parlo con una certa Kristen?" Domandò sarcasticamente, sapendo perfettamente la risposta.
"Sono io, come hai avuto il mio numero?" Cercò di fare una voce più o meno sicura evitando il più possibile di risultare insicura come suo solito, odiava mostrarsi così ma purtroppo non riusciva a controllare le sue emozioni.
"Ho le mie fonti" A quella risposta Kristen roteò gli occhi al cielo: "classica risposta da film" pensò nella sua mente, per poi riprendersi dai suoi pensieri e rispondere al ragazzo, cercando di tranquillizzarsi il più possibile nel mentre.
"Perché mi hai chiamato?", "Volevo sapere se avessi preso una decisione". Kristen sospirò aspettando qualche secondo prima di rispondere, mordendosi il labbro inferiore ansiosa. "Credo di sì", "Credi?" Rabbrividì alla leggera alterazione del tono del ragazzo, non sapendo cosa dire per non farlo agitare. "Sono nella merda" mormorò solo, non sapeva cosa sperasse di ottenere, forse un po' di conforto da parte del biondo anche se ne dubitava fortemente.
"Potevi pensarci due volte prima di fare una cazzata del genere, no?", "Sembri mio padre". Commentò facendo appena una risatina e, a sua sorpresa, ottenendone una in ricambio.
"Perché vuoi prenderti tutta la colpa? Fossi in te non me ne prenderei nemmeno metà ma insomma, so che posso essere molto convincente durante le minacce". Kristen rimase sorpresa dal suo approccio amichevole, scuotendo la testa non capendo che cosa le prendesse. In quel momento le sembrava di star parlando con un amico, probabilmente provava quelle cose perché non le era mai capitato di parlare con un ragazzo se non per i compiti o perché faceva parte della famiglia, se lo fossero venuti a scoprire i genitori l'avrebbero probabilmente ammazzata e poi ammazzato lui.
"Non lo so, voglio troppo bene alle mie amiche per fargli passare qualsiasi tipo di male" Mentre parlava sentiva altre voci che richiamavano il ragazzo da vicino, il quale mormorò un "Sì sì, arrivo" e dopo quelle parole il suo tono al telefono cambiò totalmente, come se ci fosse qualcuno ad ascoltarlo.
"Vabbè, affari tuoi lo stesso. Ci sentiamo" Riattaccò subito dopo.
La ragazza rimase a dir poco spiazzata dalla risposta del biondo, non capiva nemmeno il perché di quel mutamento improvviso, probabilmente non voleva far sentire ai suoi amici che stava trattando la castana bene a differenza di quando stava davanti a loro.
Sospirò come per farsi scivolare anche questa, sorvolando il fatto che ci fosse rimasta un po' male ma alla fine che si aspettava? Che dopo averla terrorizzata diventasse suo amico e la aiutasse come nulla fosse? Ovviamente non poteva essere possibile.
Il giorno dopo per Kristen fu un inferno.
La prima cosa che fece una volta raggiunta la scuola fu dirigersi subito verso l'ufficio del preside con tutto il coraggio che aveva in corpo, anche se poco. Durante il tragitto verso scuola non fece altro che guardarsi attorno per assicurarsi di non incontrare nessuno dei quattro ragazzi di cui era ormai terrorizzata, viveva con ansia costante.
Una volta arrivata davanti la porta dell'ufficio del preside si bloccò completamente, capì di non poterci riuscire. Prese così il telefono e non sapendo cosa fare decise di chiamare il ragazzo, si era salvata il numero in caso di necessità. Pensava che non lo avrebbe mai usato e invece si ritrovava ad aspettare che rispondesse alla sua chiamata.
"Sei a scuola?" Domandò lei non appena rispose, trovando il ragazzo alla sprovvista che infatti le rispose confuso e smarrito.
"Sì, che vuoi?" Rispose col suo solito tono da arrogante, segno che era con gli altri. "Possiamo vederci, soli?" Propose sottolineando l'ultima parola, allontanandosi dall'ufficio del preside per uscire dall'istituto. Sentì il ragazzo sospirare e mormorare un "Vieni dietro la scuola", per poi sentirlo riattaccare.
Si diresse verso il dietro della scuola, pentendosi subito dopo della scelta che aveva preso, dandosi della stupida e della ridicola da sola. Come le era venuto in mente di chiamare il ragazzo? Avrà sicuramente pensato che fosse ingenua a pensar che stesse ai suoi comodi come se fossero amici.
Attese il ragazzo per pochi secondi, guardandolo poi arrivare dalla sua destra. Dietro alla scuola non c'era nessuno, solo un paio di gruppi ristretti di gente che fumava, tipo il biondo che aveva davanti.
"Perché mi hai voluto vedere?" Domandò appoggiandosi al muro affianco a lei, seguendo i lineamenti del suo viso con lo sguardo, studiandola attentamente.
"Non so che fare, stamattina ero arrivata convinta di riuscire a dire tutto al preside ma mi sono bloccata davanti la sua porta" Dopo le sue parole vide lo sguardo del ragazzo mutare completamente e la sua mascella serrarsi, tirando un altro sospiro.
"E che cazzo vorresti fare, mh?" Chiese a denti stretti, guardandola negli occhi a braccia conserte. A quella sua reazione la ragazza rabbrividì leggermente, scegliendo comunque di provare a dimostrarsi sicura ai suoi occhi, sentiva il suo sguardo bruciare sulla sua pelle "Se l'avessi saputo non ti avrei chiesto di incontrarci, non credi?", "Devo essere sincero? Sei una fessa. Ti stai prendendo tutta la colpa da sola mentre le tue amiche se la spassano e se ne fregano di tutto, fossi in te tirerei fuori le palle e gli direi di accompagnarti e di confessare tutte e tre, anche perché sei evidentemente una studentessa modello e non crederanno mai che una come te abbia fatto tutto quel casino." Ascoltò quelle parole attentamente, sentendosi una stupida per non aver pensato a tutte quelle cose. Arrossì dall'imbarazzo e poggiò il suo corpo minuto al muro affianco al corpo del ragazzo, quasi sul punto di un crollo nervoso.
"Senti, so di essere troppo buona ma con le persone a cui voglio bene mi comporto così, anche se l'idea non è stata nemmeno mia. Preferisco deludere i miei genitori e prendermi una sospensione piuttosto che far passare nei casini loro, capisci?" Cercò di spiegare al ragazzo, il quale fece solo una smorfia quasi infastidito dalla bontà della ragazza con cui stava parlando, scuotendo poi la testa. "Lascia stare, me la cavo da solo, tanto la mia vita è già a puttane abbastanza e andarmene da questa scuola di merda è il mio sogno" Borbottò guardando in basso con le sopracciglia corrugate, sbattendo il piede a terra nervosamente mentre buttava a terra la sigaretta finita e calpestandola con un piede.
A Kristen si illuminarono gli occhi, rimanendo poi rattristita dalle parole del ragazzo girandosi verso di lui. Aveva una brutta vita? Si sentiva in colpa a vederlo prendersi la responsabilità solo perché lei non aveva le palle di affrontare le conseguenze alle sue azioni. "Mi dispiace." E' tutto quello che riuscì a mormorare, posando poi una mano sulla spalla del ragazzo come per consolarlo. "Levati." Disse con una freddezza che non aveva mai percepito da nessuno, scrollandosi la sua mano da dosso per poi tornarsene con le mani in tasca verso il proprio istituto. "Ethan?" Provò a fermarlo esclamando il suo nome ma non ottenne nulla se non un'occhiataccia.
La castana rimase a fissare il cemento sotto di lei, pensando ai pochi minuti passati con lui come se fossero oro. Si sentiva in colpa, non capiva perché prendersi la responsabilità di tutto pur non contando nulla per lui, tutto quello le stava dando alla testa e voleva solo che quel periodo finisse.
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CHAOTIC
Romance"Ero sicura avrebbe preferito quel mondo a me, ma cosa mi sarebbe costato provare a salvarlo?" Tutti notarono il cambiamento di Kristen da quando incontrò il biondo, da quando cercò di mutarlo per farlo sopravvivere e da quando iniziò poi a prendere...