Il Sentiero

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Raccontano che -a volte- se si presta un pizzico d'attenzione senza il reale intento di riaverlo indietro, si riesca a sentirlo. Gli abitanti della valle lo chiamano "Il Sentiero", e si dice appaia saltuariamente ai primi bagliori di luna, ma solo quando ne ha voglia. Ama borbottare affaticato mentre volteggia sui cavi che collegano in realtà qualunque cosa e niente in particolare, e poggia spesso il capo tra una birra ed un bicchiere vuoto nell'unico bar ancora aperto a quell'ora della via secondaria, la quale si diverte a costellare il buffo strapiombo a guardia della città, ne orna le crepe ed i difetti, e lo accompagna fino alle insenature dove riposano i pescatori sulle barche a vela, in attesa che il vento li chiami a sé. Capita spesso che qualche d'uno si svegli a causa di un'inaspettata pioggia di coriandoli, mai blu però. Si dice Il Sentiero odii il blu, perché gli ricorda la tristezza, o il mare. Non è rabbia, solo malinconia. Così dicono.

Il Sentiero viaggia sempre con qualche tela logora, ma non per colpa del tempo. Dicono indossi vecchi scarponi di pelle, due paia di occhiali una sopra l'altra e una lunghissima giacca ricoperta di pezze. Dicono anche le perda sempre in posti dove nessuno si aspetterebbe di trovarle, ma questo solo a bassa voce. Dipinge ciò che gli va, e raccoglie i colori arrampicandosi lungo le strade ripide e tortuose della collina, poco sotto le stelle. Ogni tanto qualche bambino si ferma ad osservare i movimenti lesti del pennello, senza che l'artista se ne accorga, e torna a casa per raccontare ai genitori di aver visto Il Sentiero, senza però essere creduto.

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