Cheap thrills

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Dicembre aveva lasciato il posto a un gennaio in cui il vento gelido aveva spazzato via la neve e in cui sprazzi di sole erano inseguiti da nuvole candide e bianche. Nemmeno il rumoroso cicaleccio degli studenti era in grado di sopraffare il roboante rumore del vento giù dalle scale della torre di astronomia, e la biblioteca non vedeva affollamenti tali dall'anno precedente, in corrispondenza degli esami di fine anno.

La Torre del Gryffindor era avvolta nella calma del pomeriggio, piccoli gruppi di studenti stavano disordinatamente su divani e sedie, libri alla mano, e cercavano di imparare nozioni e incantesimi nel tentativo di riuscire a strappare qualche bel voto negli esami di fine semestre.

Il panico generale si era già diffuso come un'epidemia nelle aule, e quella settimana gli studenti avevano assistito a due crisi isteriche, una decina di pianti e perfino uno svenimento. Il corpo insegnanti si era mostrato insolitamente comprensivo e aperto, e c'era chi addirittura giurava di aver visto la severissima Minerva McGranitt aprirsi in uno dei suoi rarissimi sorrisi, volto ad incoraggiare una impaurita classe del quinto.

Come era solita sostenere Lily Evans, gli esami erano una mera questione di preparazione, a livello di conoscenza ma soprattutto di nervi saldi. Voci di corridoio sussurravano che la ragazza facesse strani riti, che le permettevano di rimanere sveglia fino alle ore piccole ma mantenere un'aria riposata e la mente sempre pronta ad acquisire nuove conoscenze. Quando una sghignazzante Marlene aveva riferito alla Caposcuola Gryffindor tali dicerie si erano fatte entrambe una gran risata, consce del fatto che a tenere sveglio il dormitorio delle ragazze del settimo Gryffindor erano tutto tranne i riti di Lily: nell'ultimo periodo la fissa di Dorcas per le Sorelle Stravagarie aveva contagiato Alice, e le due non perdevano nessun momento – notte inclusa – per ascoltare quelle canzoni, in vista del concerto delle vacanze primaverili.

Lily avrebbe volentieri dormito, ma tra le amiche chiassose e un ragazzo che giustamente richiedeva attenzioni le sembrava di aver bisogno di giornate lunghe almeno il doppio.

In quel momento lei e Marlene erano sedute ad uno dei tavoli sotto una delle alte finestre della torre, separate da una pila di libri altissima. Lily riusciva a scorgere dell'amica solo le ciocche bionde e talvolta la piuma che vergava velocemente la pergamena, per il resto la giovane McKinnon sembrava sepolta da tomi e appunti.

Avevano ancora un mese di tempo per preparare gli esami di metà anno, ma avevano decretato di trascorrere un intero pomeriggio a studiare per potersi dedicare, l'indomani, all'organizzazione delle corse. O meglio, Lily aveva stabilito che entrambe avessero un disperato bisogno di studio, costringendo la bionda a fermarsi con lei, minacciando di andare a raccontare alla McGranitt delle passeggiatine notturne dopo l'orario del coprifuoco che era solita fare con Sirius.

"Non voglio rischiare che tu metta davvero in atto questa cosa" aveva bofonchiato, conscia del fatto che il ricatto fosse solamente un pro forma: se non avesse ceduto Lily avrebbe trovato un altro modo per farla rimanere, e aveva deciso di accorciare i tempi di quella tortura arrendendosi subito.

La rossa trattenne un sorriso quando sentì l'ennesimo sbuffo da parte dell'amica, manifestazione chiara e puntuale di come in quel momento avrebbe voluto essere ovunque tranne che seduta a quel tavolo. Nonostante fossero anni che studiavano insieme, Lily non riusciva a capacitarsi di come Marlene riuscisse a sopravvivere con quella terribile postura – aveva le gambe incrociate e un libro aperto su di esse, ed era china a qualche centimetro dal tavolo – e il perenne accumularsi di carte attorno a lei. Il suo angolo era decisamente più ordinato, i libri e le pergamene metodicamente divisi, l'astuccio con le piume e l'inchiostro in un angolo del tavolo.

"Ripetimi perché lo stiamo facendo" mugugnò la bionda.

"Perché abbiamo gli esami?" le suggerì Lily con voce paziente.

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