Chapter 1.

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Ecco che i raggi del sole passano attraverso i piccoli fori delle mie serrande bianche, della mia finestra di fronte al mio letto, con tutte le lenzuola sciolte per via del mio movimento notturno, non sto mai ferma. Strizzo gli occhi girandomi dall'altra parte, aprendo piano essi e guardando l'orario che sulla mia piccola sveglia nera segna le 06:30. Inizio le lezioni alle 8:30 ma mi sveglio sempre presto per fare le cose con calma e per non entrare in panico, cosa che succede molto spesso in tantissime situazioni. È una calda giornata di ottobre stranamente, qui a Londra il sole non c'è mai e quando c'è sono veramente felice, questa città ne ha bisogno anche se con tutta la sua nuvolosità e la sua bellissima pioggia che accompagna la maggior parte delle mie giornate in un anno, rimane la cosa più affascinante che io abbia mai visto. Mi alzo dal letto e metto i miei piedini congelati nelle mie pantofole rosse, poi afferro la mia vestaglia, lanciata sulla poltrona la sera precedente, fra tutte quelle che posseggo è la mia preferita, è di seta, rossa, è stato un regalo della mia nonna, ormai venuta a mancare da qualche mese e ogni volta che la odoro, nella mia mente fioriscono di nuovo, come per la prima volta, tutti i ricordi che ho con lei. Appena rifatto il letto e aperto la finestra per far prendere aria alla mia camera, scendo di sotto per fare colazione, mamma è ancora a letto che dorme, quindi decido di fare molto piano e di non accendere la tv come mio solito fare, per distrarmi. Adoro fare colazione mentre guardo dal grande finestrone della cucina, mi mette una calma assurda e una voglia di affrontare le giornate con felicità, anche quando il tempo non promette nulla di buono. Sorseggio nella mia tazza, che tengo con entrambe le mani, il mio adorato caffè, che non può mai mancare, senza di esso non avrei energia, quando sento una calda e roca voce che mi dice:
"Buongiorno tesoro" sorride mia madre accarezzandomi i capelli, mentre si avvicina alla cucina, in preda a farsi anche lei del buon caffè.
"Buongiorno mamma" sorrido mormorando mentre tendo a deglutire il caffè, per poi esclamare, "Non aspettarmi oggi a pranzo, non tornerò. Io e Rory abbiamo un progetto di storia da fare e pranzerò a casa sua." sorrido pulendomi le labbra con un tovagliolo, che vado a gettare nella spazzatura, "Vado a prepararmi." le stampo un bacio sulla guancia e corro in bagno con i vestiti, dopo averli afferrati dal mio armadio. Poggio sul lavabo il cellulare, facendo partire la mia playlist di spotify per poi entrare nel box doccia e incominciare a lavarmi. Inizio a cantare, afferrando il microfono della doccia e simulando un concerto, davanti a miliardi di persone. Finito il mio show, esco dalla doccia, in accappatoio e inizio ad asciugarmi i capelli, maledicendo il giorno in cui ho fatto la frangia, quando devo asciugarla la odio, ma del resto è bellissima e non la toglierei per nulla al mondo. Sistemati i capelli, diventati ormai mossi, inizio a vestirmi, mettendo un top lilla che arriva fino alla pancia, un maglioncino verde pastello di sopra e dei jeans larghi, sono il mio modello preferito e ne ho di diversi colori, ma oggi opto per il colore classico. Come scarpe ho deciso di mettere le mie amate nike bianche e ora sono davanti lo specchio intenta a colorare il triangolino fatto con l'eyeliner. Mi mordo le labbra per la concentrazione e dopo aver fatto un capolavoro modestamente, metto il mascara con delicatezza. Amo mettere solo loro due come make-up non altro. Esco dal bagno, salgo sopra velocemente e prendo lo zaino posto sul letto e lo metto su una spalla, prendo il cellulare e scendo velocemente sotto pronta ad affrontare un altra giornata nel mio liceo artistico. Nel mio tragitto giornaliero di circa mezz'ora metto sempre gli auricolari che tengo nella piccola tasca davanti lo zaino, le collego al mio telefono e inizio a sentirmi la musica al massimo volume, parte "Home Sweet Home" dei Mötley Crüe, amo quella band, ma tutto il rock mi affascina, è il mio genere preferito. Arrivata a scuola davanti il cancello, prendo un respiro profondo per la camminata e guardo a poca distanza la scuola di fronte alla nostra, è il liceo scientifico, ci va un certo ragazzo si chiama Dean Harpey, ci ho parlato due volte ed è sembrato molto carino, ma non mi monto la testa. Qualcuno mi tocca la spalla, sgrano gli occhi e mi giro.
"Oddio Rory, sei tu!" rido poco mettendomi una mano sul petto, tirando un sospiro di sollievo.
"Scusa se ti ho spaventata, non volevo" ride guardandomi e mettendosi una ciocca dei suoi lunghi capelli biondi dietro le orecchie, "Entriamo dentro prima che suoni? Dalla fretta ho scordato di prendere la merenda e vorrei prelevarla velocemente dalle macchinette." mi guarda inclinando il viso, quasi supplicandomi di accompagnarla.
"Si ovvio, arrivo." mi giro di nuovo verso il liceo e noto un volto familiare parlare con un gruppetto, è Dean, che mentre guarda un suo amico venire verso di lui, fa cadere il suo sguardo su di me. Lo guardo deglutendo e sorrido leggermente mordendomi l'interno guancia, decidendomi alla fine di non fissarlo più, di togliere i miei maldetti occhi da lui e andare con Rory che si trova già vicino il portone centrale, per prendere la sua merenda.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 08, 2021 ⏰

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