Farei qualunque cosa per Mia, anche portarla al mare, viaggiando di notte per cinquecento chilometri da Nairobi a Malindi, sfidando i posti di blocco della polizia e quelli dei caschi blu. Io, che sono Lupo, amo Mia e voglio renderla felice, perché adoro la sua figura, il suo naso adunco da latina, così diverso dai nasi africani che ci circondano. Mi piace il suo carattere, la sua voglia di ribellarsi ad ogni regola ed il fatto che non perde occasione per difendere i più deboli. Mi piace come si mette nei guai con le autorità scolastiche e a volta non la capisco ma sono lo stesso dalla sua parte. È pazza, risoluta e suona la chitarra come una divinità. Ci ritroviamo insieme sotto il baobab per suonare, lei ed io, per ore, vecchi pezzi del XXI secolo e le nostre creazioni, che sono gracili e scombinati come noi, che in due non facciamo trent'anni.
"Mia, ti va di venire con me a Malindi?" Le chiedo mentre rimettiamo a posto gli strumenti. È sceso il tramonto sul nostro quartiere di Nairobi. Una tempesta di polvere sta maturando all'orizzonte. La polizia non ci ha dato fastidio oggi, ma una poliziotta con uno spiedino di vero pollo in bocca ci ha ricordato che domani abbiamo la sessione di lavoro volontario obbligatorio per le Nazioni Unite, due ore di storia, diritto e meditazione sulla Madre Terra. A me piace, in fondo, mentre Mia, che farà sega un'altra volta, si beccherà una nota disciplinare, l'ennesima.
"L'Oceano? Sei pazzo? Non ci si può andare" risponde Mia con sarcasmo. "La Madre Terra è arrabbiata con noi e l'Oceano è pericoloso."
Così parlano le Nazioni Unite a tre quarti del ventiduesimo secolo. Non andate lì, non passate di là, che la Madre Terra è ancora furente con l'umanità. Noi sappiamo cosa potete fare e voi dovete ubbidire. Penso che abbiano ragione, Mia no. Per questo l'amore si ferma. Non siamo in sintonia su tutto.
"Mio nonno Armando sta male e ha chiesto di vedermi. Ed io ho chiesto di farmi accompagnare da te."
"Mi porti a Malindi?" E mi salta al collo baciandomi. Adoro le sue labbra. Sarebbe la mia ragazza ideale ma Mia ha altre idee. Non vuole ragazzi. È fidanzata con la musica.
"Hey, ma mi posso fidare? Da quanto ti conosco?" Ride.
"Ci conosciamo da due mesi."
"Sì sì. E hai due anni più di me, hai la barba, sei alto il doppio di me e pesi quanto un elefante in carica."
"Mio nonno ha un resort a Malindi. Cinque stelle. Mangeremo e berremo come ricchi sfondati."
"Mangiare? Non mi interessa. Che c'è da bere?"
"Vini europei. È italiano, no? È venuto qui cinquant'anni fa, a ricostruire Malindi, dopo la guerra. Ha rimesso tutto in piedi da solo."
"Non mi hai mai parlato di questo nonno."
"È il motivo per cui sono qui. Mio nonno mi ha fatto venire qui dall'Italia per studiare in una scuola seria. Vuole che entri nell'Accademia."
"Ah! È lui il depravato che vuole farti diventare un omino grigio delle Nazioni Unite?"
"Gli voglio molto bene. Mi è sempre stato vicino."
Mia pensa. Ha già deciso e pensa solo agli aspetti pratici. "Come passiamo i posti di blocco?"
"Mio nonno ha chiesto tutti i permessi. Guarda qui" e le mostro i certificati che ci permettono di uscire da Nairobi per recarci a Malindi da venerdì alle 1800 con rientro lunedì alle 600. Possiamo uscire da scuola di pomeriggio e ritornare domenica notte. Due giorni interi tutti per noi."
"Fantastico! E dormire lunedì mattina a scuola. Prima ora di Storia dell'Umanità."
"C'è solo una cosa...."
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Una gita a Malindi
Science Fiction2173. Non è facile uscire da Nairobi ma la quattordicenne Mia vuole vedere il mare a Malindi. Parte in moto col suo amico Lupo, che ha avuto un permesso. Sulla costa dell'Africa, un'astronave è pronta a partire dallo spazioporto di Malindi.