Confusioni.

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Mi sarei aspettato un risveglio diverso, eppure la mia vita sembrava esattamente uguale e mi ritrovo a pensare se davvero era tutto finito, se davvero la mia anima era stata presa da quel demone che mi aveva servito fino ad adesso e per ironia della sorte.. Lo stava ancora facendo.

Ero disteso tra le candide lenzuola bianche di quel letto che mi sembrava tanto familiare e all'udire della voce di Sebastian che mi ricorda di svegliarmi, apro gli occhi.. Stranamente questa volta non c'era la luce del sole che mi accecava e questa fu l'unica cosa di diverso in quelle poche ore.

"Sebastian, dove siamo?"

Chiedo quasi subito cercando di soffocare i miei pensieri che erano invasi da mille domande ancora senza risposta, così rapidamente mi tiro su a sedere e osservo la sua figura perfettamente composta prepararmi un tè come era suo solito fare.

"Siamo a casa, bocchan."

"Non sono in vena di scherzi Sebastian! Voglio subito sapere dove siamo!"

Mi aveva stancato, quella situazione iniziava a starmi scomoda, volevo delle spiegazioni e le avrei ottenute in un modo o nell'altro.
Quando lo vedo avvicinarsi a me per porgermi il tè, bendato dalla voglia di sapere rovescio il tè dalle sue mani sul pavimento, facendo rompere quella costosa ceramica in mille pezzi. Come sempre lui non si scompone, e quasi con quel sorriso compiaciuto porta lo sguardo dai cocci al mio viso.

"Vedo che ha ripreso le forze.. Ma adesso mi toccherà prepararle un altro tè, oggi ha molte cose di cui
occuparsi."

Dopo le sue parole piomba nuovamente il silenzio in quella stanza.. Aveva ragione, il mio corpo non ne risentiva più di nessun dolore, e mi stupisce visto che per far passare dolori come quelli ci sarebbe voluto del tempo.
Ma altre parole sembrano destabilizzarmi.. Occuparmi di molte cose? A cosa si riferisce.. È tutto così misterioso e desideravo solo fare un bagno, per vedere al più presto a cosa si riferiva.

"Non voglio il tè, piuttosto preparami un bagno."

"Come desidera."

Sempre pronto ad accontentarmi in ogni modo.. Mi faceva letteralmente impazzire a volte, sapeva sempre come accontentarmi e preveniva quasi sempre ogni mia prossima mossa. [..]

Anche il bagno sembrava andare come al solito, l'acqua calda e profumata di rose e lui che mi lavava la schiena con una delicatezza disarmante che mi faceva rilassare ma al tempo stesso quel silenzio mi dava la possibilità di immergermi tra i miei pensieri e torturarmi da solo di domande.

"Padroncino, va tutto bene?"

Chiede, quando nota il mio sguardo perso in un punto non ben definito e mi vede assolto tra i miei pensieri, era l'unico che riusciva sempre a capirmi, ma nonostante la mia risposta fosse sempre "niente" come anche adesso, sapevo che lui comunque non ci avrebbe mai creduto.

"Sarà meglio andare adesso."

Posso giurare di sentire il suo respiro contro la mia pelle, mentre le sue mani affondano tra i miei capelli, e mi ritrovo a chiudere gli occhi per quella leggera e inebriante sensazione che sembra azzerare anche i miei pensieri, ma quando le sue labbra.. Quelle labbra baciano la mia pelle dalla spalla fino al collo passando la lingua contro il lobo del mio orecchio, spalanco istintivamente gli occhi sobbalzando, voltandomi sbalordito verso di lui.

"Che stai cercando di fare?!"

Il mio tono è fin troppo alto e non accetta scuse, ma il demone sembra confuso per un istante, poi con la sua solita eleganza e formalità si ricompone, inchinandosi davanti a me.

"Mi perdoni."

Un solo sospiro esce dalle mie labbra prima di alzarmi per affidarmi alle sue mani che mi avrebbero preparato a quella giornata. [..]

Aveva ragione Sebastian, eravamo proprio a casa, eravamo nella residenza Phantomhive.. E lo capisco subito da quando esco da quella che era la mia camera, tutto era perfettamente uguale e mi sembra tutto così impossibile che mi ritrovo a pensare che forse sto ancora sognando.

Ma questa volta non faccio domande, non ancora, cammino invece in silenzio al suo fianco per quei corridoi che conoscevo fin troppo bene, fino a giungere ad una porta, quella.. Sì, quella ero sicuro di non averla mai vista prima.

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