Achilles didn't save Patroclus but I'll save you, I swear

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- Ash - Il sole non stava ancora sorgendo. Erano arrivati alla casa natale di Ash il giorno prima, e avevano passato la notte lì, dopo aver parlato con Jim del ragazzo e della morte di Griffin. Avevano controllato tra le cose di quest'ultimo, come si erano prefissati, e poi erano andati a dormire.

O almeno, si fa per dire. Per quanto fossero stanchi, né Ash né Eiji avevano chiuso occhio. Avevano passato la notte in un fastidiosissimo stato di dormiveglia, incapaci di sgombrare la mente da tutti i pensieri dovuti ai recenti avvenimenti. La morte di Griffin, Banana Fish, Skipper, la prigionia di Ash... il pensiero dell'altro.

Ash non smetteva di pensare ad Eiji, ed Eiji non smetteva di pensare ad Ash. Quel bacio, al penitenziario, aveva significato qualcosa, oppure era solo per passargli quella pillola-contenitore? Avrebbe baciato chiunque a quel modo, o per altri avrebbe trovato un altro modo per passare le informazioni ottenute? Eiji era più grande di lui, eppure si sentiva come se Ash lo stesse costantemente proteggendo.

Con la mente ingombra di questi pensieri, Eiji abbandonò il letto, uscendo fuori casa. Si diresse verso la scogliera, mentre la notte sfumava lentamente in giorno.

- Eiji, che ci fai qui? -
- Potrei chiederti lo stesso Ash. -
- Non avevo sonno, quindi sono uscito. Lo facevo spesso anche quando abitavo qui. Tu invece? -
- Non riuscivo a dormire - Fece una risatina nervosa, come suo solito. Era qualcosa che rilassava Ash in un modo incredibile.

Silenzio. Nessuno dei due parlò per un po' e il silenzio li avvolse. Non un silenzio imbarazzato, un silenzio di esitazione, in cui entrambi cercavano di parlare, senza riuscirvi, decidendo alla fine che quel silenzio, in fondo, andava bene.

Si erano seduti, vicini, a guardare l'orizzonte e il lento sorgere del sole. Sembravano passate ore, e invece erano solo pochi minuti.

- Abbiamo parlato con Jim ieri sera - fu Eiji a rompere il silenzio. - Di te -
- Immaginavo -
- Non sei arrabbiato? -
- Perché dovrei? Volevate delle risposte sul perché mi odia e lo odio -
- Lui non ti odia Ash! Smetti di crederlo - Lo sguardo infervorato di Eiji mutò di colpo a uno supplichevole. - Ti prego -
Rimasero di nuovo in silenzio.

Il cielo era schiarito quasi del tutto quando Ash iniziò a raccontare, ma il sole non era ancora visibile. Raccontò del suo passato, prima di Golzine. Raccontò di come un vecchio aveva tentato di stuprarlo quand'era ancora bambino e raccontò come l'aveva ucciso per difendersi, usando la sua pistola. Raccontò finché le stelle non scomparvero definitivamente e il cielo smise di essere rosa.
Poi iniziò a parlare.

Parlò della biblioteca, dove andava nel tempo libero. Era così bello ascoltarlo, Eiji pendeva dalle sue labbra. Quelle labbra così morbide, che solo una volta si erano scontrate con le sue. Chissà se avrebbe mai potuto assaporarle di nuovo? Poi Ash raccontò dell'Iliade. Un poema greco, disse, il cui protagonista era Achille, l'eroe per eccellenza.

- L'ho letto una volta, nel tempo libero. È brutale, racconta di una guerra scoppiata a causa di un amore e alimentata dalla brama di potere. Per dieci anni i guerrieri hanno combattuto e numerose vite sono state tranciate. Una delle morti più tragiche è quella di Patroclo, il migliore amico di Achille e suo compagno d'armi. Guidò l'esercito di lui in battaglia, fingendosi l'amico, e venne ucciso da Ettore, che l'aveva scambiato per il guerriero. Quando si rese coto dell'errore era troppo tardi per Patroclo. Achille impazzì e uccise Ettore nel più brutale dei modi, torturando il suo cadavere, conservando quello di Patroclo finché gli fu possibile. Alcuni suppongono fossero amanti -
Silenzio, di nuovo.

- Eiji - Ash prese le mani del ragazzo, facendolo voltare verso di sé. - Guardami - Il moro fissò i suoi occhi scuri in quelli di giada del biondo. Si attraevano come i poli opposti di due calamite, gli sguardi intensi e incatenati, come a scrutarsi dentro a vicenda.
- Ti proteggerò. Achille non è riuscito a salvare Patroclo ma io salverò te, lo giuro. Ti proteggerò e ti salverò da Golzine, da Arthur, da chiunque provi a farti del male. Te lo giuro. -
Gli strinse le mani, come a confermare le sue stesse parole, a dargli più enfasi. Poi mosse le dita su di esse, accarezzandole delicatamente, come se fossero la cosa più preziosa al mondo.

- Ash - Il ragazzo, che aveva abbassato lo sguardo, tornò a puntare le due gemme verdi negli occhi scuri e profondi dell'altro. - Ash, insegnami a sparare -
Lo sguardo deciso, le mani ferme, ancora nelle sue. Il sole era sorto.

Il respiro affannato, la lettera stretta nella mano, accartocciata insieme al biglietto aereo. Il Giappone, un posto sicuro per Eiji. Sperava di andarlo a trovare, ma ora che tutto era risolto poteva andare a vivere lì, con lui. Lontano da New York, lontano dalla mafia. Lontano dal Banana Fish, dal dolore, dal suo passato. Ora che anche Golzine era morto non c'era più niente a fermarlo. Doveva solo correre. Correre all'aeroporto, correre verso la sua nuova vita in Giappone, correre da Eiji. Non riusciva a smettere di pensare al ragazzo, alla sua lettera, all'addio in ospedale. Gli mancava così poco, un ultimo tocco, un ultimo abbraccio. Invece non l'aveva neanche sfiorato.

Aveva salvato tutti, ora doveva solo andare da Eiji e salvare sé stesso. Doveva solo correre. Correre, correre. L'aveva salvato, aveva mantenuto la promessa. Ora doveva solo...

Un lampo, una figura, dolore. Una pugnalata, letteralmente. Il sangue scorreva inesorabile. Prese la pistola dalla tasca, la puntò alla testa del suo aguzzino. Neanche un battito di ciglia che aveva già sparato. Il corpo si accasciò sul marciapiede, inerme e senza vita, il coltello insanguinato nella mano.

La lettera, dov'era la lettera? Eccola, sul marciapiede. Non poteva perderla, era troppo importante. La raggiunse, il respiro pesante e affannoso, le mani tremanti. Lacrime e sangue la bagnarono, ma niente sporcò le parole scritte da Eiji. La raccolse e si voltò, l'aeroporto era troppo lontano. La biblioteca, veniva da lì. Poteva raggiungerla, doveva solo sforzarsi un altro po'.

Perché era dovuta andare così? Poteva cambiare le cose. Poteva essere un Achille trionfante, vivere per sempre con il suo Patroclo, lontani da morte e dolore. Solo loro due, solo loro due.

Respirare era sempre più difficile, ormai arrancava. Aveva raggiunto la biblioteca, stava raggiungendo il posto dove si sedeva sempre. Lentamente, ma era arrivato.

Si sedette, la lettera insanguinata stretta tra le mani. La aprì, per quanto poté, e lesse alcune delle parole. La scrittura di Eiji era così piacevole, come la sua risata, come il suo sguardo, come ogni suo movimento. La vista gli si appannò, un po' per le lacrime un po' per il sangue che stava perdendo.

Appoggiò la testa al tavolo, sfinito. Sentiva le forze scivolargli via, lentamente e inesorabilmente. "Achille non riuscì a salvare Patroclo ma io salverò te, lo giuro". Era così, l'aveva salvato. Eiji in quel momento doveva essere in volo verso il Giappone, verso casa.

Un debole sorriso attraversò il volto di Ash. Aveva mantenuto la promessa, aveva salvato Eiji. L'aveva protetto, aveva fatto tutto il possibile, e i suoi sforzi non erano stati vani. Aahh...

Sarebbe stato così bello se alla fine mi fossi salvato anch'io...

Ma non era possibile, lo sapeva. Troppo sangue aveva versato per proteggere quell'unica vita, a troppi innocenti aveva stroncato la vita. Alla fine era proprio come Achille. Aveva ucciso per la persona che amava, l'aveva protetta. E adesso, toccava a lui morire.

Riuscì a mettere a fuoco il libro accanto a sé, lesse il titolo. Era una copia dell'Iliade. Che ironia.

Sentì le forze abbandonarlo, la vita scivolare via. Almeno aveva salvato Eiji. Già... menomale che Eiji sta bene.

Il titolo del poema divenne una macchia confusa, così come il resto della biblioteca. Non sentì la bibliotecaria avvicinarsi, non sentì più niente.

Con le ultime forze strinse la lettera, una lacrima gli bagnò il volto.

Poi, d'un tratto, il colore svanì. Non vide più le macchie, si fece tutto nero. Chiuse gli occhi, esausto.

L'ultimo pensiero, Eiji.

L'ultimo pensiero, Eiji

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