Continuò a camminare, con fare stanco. Nonostante si sforzasse ad aumentare il passo non ci riuscì perché era come se avesse dei pesi legati alle gambe che le impedisssero di essere più scattante, infatti rischiò di essere investita da un automobilista che la insulto' per la sua sbadatezza. Accenno' un piccolo sorriso di soddisfazione quando si stava avvicinando alla meta . Era ansiosa di arrivare.Voleva soltanto andare in un posto sicuro dove poter essere consolata da qualcuno che la capiva veramente. Capi' che si era ormai addentrata in quel quartiere che la gente proveniente da altre zone definiva "quartiere 18" diciotto perché in quel quartiere si facevano" cose da maggiorenni". Che in termini meno popolari stava a significare un quartiere poco affidabile , dove si spacciava, o dove accadevano cose di qualsiasi tipo. Appena si rese conto che oltre ad esser poco distante dal luogo prestabilito era troppo vicina a casa sua venne scossa da un brivido. Odiava quella che era la sua abitazione perché quando le veniva in mente quella parola pensava a un luogo accogliente cosa che per lei non era affatto vero. Quando mancavano ormai pochi metri dalla palazzina che voleva raggiungere iniziò a correre utilizzando tutte le forze che le erano rimaste. cercò velocemente nel citofono il nome desiderato e lo premette mentre si concesse qualche secondo di riposo. Rispose una voce dolce che le risuonava familiare《chi è? 》; Alexandra urlò esasperata 《ehii apri che sono io》.
Dopo pochi secondi il portone si aprì e apparve una figura snella e slanciata che incrocio' lo sguardo di Alexandra. 《Tam!》lanciò un grido quest 'ultima , che si lanciò al collo della ragazza abbracciandola così forte da non farla neanche respirare; 《cosa succede?》 chiese preoccupata la ragazza che era rimasta sul ciglio della porta mentre asciugava le lacrime che colavano dal volto pieno di dolore ad Alexandra , 《 vieni in casa》 annunciò con voce carica di angoscia accompagnandola verso le scale.
